C’eravamo tanto amati, verrebbe da dire. Adesso però all’orizzonte potrebbe profilarsi un divorzio sanguinoso e destinato a portarsi dietro strascichi all’insegna delle polemiche. Ma andiamo con ordine. Il Napoli ha vinto lo scudetto dopo 33 anni, ma rischia di dover ripartire totalmente daccapo. I principali artefici del tricolore azzurro, infatti, sono orientati a dire addio.
Le sirene di mercato per loro riecheggiano sempre più forti e soprattutto non mancano
Le sirene di mercato per loro riecheggiano sempre più forti e soprattutto non mancano. A partire dall’architetto del trionfo. Quel Cristiano Giuntoli corteggiato ormai da mesi dalla Juventus. Il diesse ha già avuto un incontro molto positivo con una delegazione della società bianconera capitanata dal direttore generale Scanavino un mese e mezzo fa in quel di Milano. La sfida di andare a rilanciare la Vecchia Signora lo stimola e pure tanto.
Dopo aver scritto la storia a Napoli per Giuntoli è tempo di nuove avventure
D’altronde dopo aver scritto la storia a Napoli per Giuntoli è tempo di nuove avventure. Meglio lasciare al top. La stessa cosa che fece otto anni fa al Carpi, pilotato dai Dilettanti alla Serie A in sei stagioni prima di salutare e volare alla corte di Aurelio De Laurentiis. Quest’ultimo è a conoscenza dei desideri del suo direttore da qualche settimana. Non a caso ha già iniziato a battere due piste per sostituirlo.
La prima conduce a Pietro Accardi, direttore sportivo emergente dell’Empoli
La prima conduce a Pietro Accardi, direttore sportivo emergente dell’Empoli. Occhio però pure alla soluzione fatta in casa, ovvero trapiantare da Bari a Castelvolturno Ciro Polito che nell’ultimo biennio ha fatto risorgere l’altra società di proprietà della famiglia De Laurentiis. Insomma, il tempo delle grandi decisioni si avvicina. Giuntoli ma non solo. In casa azzurra tiene banco anche la questione inerente al futuro di Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo è convinto di aver realizzato un capolavoro e si aspettava un altro trattamento.
Spalletti ritiene di aver meritato un rinnovo pluriennale rispetto a un anno solo di contratto
La questione è chiara e sotto gli occhi di tutti: De Laurentiis ha esercitato l’opzione di rinnovo fino al 2024 sfruttando la clausola in essere nel contratto dell’allenatore. Peccato che Luciano si aspettasse una convocazione formale per un incontro in cui discutere progetti e programmi per la prossima stagione. Inoltre Spalletti ritiene di aver meritato un rinnovo pluriennale rispetto a un anno solo di contratto. Senza contare che al momento Lucio é settimo nella classifica degli allenatori più pagati della Serie A con i suoi 2,8 milioni a stagione, diventati 3,2 con il bonus per la vittoria del campionato. Molto meno di quello che prendono Pioli, Sarri, Gasperini, Inzaghi, Mourinho e Allegri.
Servirà un summit nei prossimi giorni per far chiarezza in tal senso
Per chi ha dominato la stagione e guardato tutti dall’alto in basso sarebbe necessario e forse doveroso un adeguamento dello stipendio ai livelli dei colleghi più importanti. Ecco perché servirà un summit nei prossimi giorni per far chiarezza in tal senso. L’opzione esercitata non basta per andare avanti insieme d’amore e d’accordo. Qualche club straniero ha chiesto informazioni per Spalletti e chissà che Giuntoli non possa fare un tentativo con l’allenatore di Certaldo per portarselo dietro alla Juve. Difficile ma non impossibile. Insomma, il giocattolo perfetto azzurro rischia di essere smontato e va rimontato in fretta. ADL però fa spallucce: d’altronde l’estate scorsa ha scaricato Insigne, Mertens e Koulibaly vincendo poi il campionato. Della serie: tutti sono utili e nessuno indispensabili.