La notte di sofferenza e paura che ci ha spedito in finale all’Europeo, saltando sopra le speranze e la bellezza della Spagna, ha restituito materiale da spendere ai critici per contratto, quelli che ci sarebbe da vergognarsi nel vincere soffrendo e giocando peggio dell’avversario. E’ un mistero tutto italiano, visto che altrove questo problema non se lo pongono. Il fatto che la nazionale di Mancini (nel frattempo arrivata a quota 33 partite senza sconfitta) abbia disputato un mese di grande Europeo, dipingendo calcio fino a prendersi i complimenti dei nostri carissimi nemici francesi, ha acuito il mal di pancia e ora la critica dei benpensanti.
Nazionale italiana, una vittoria sofferta? Nessuna vergogna
Non dobbiamo provare alcuna vergogna per il modo in cui arriviamo alla finale di Wembley. La Spagna è stata a tratti, lunghi tratti, superiore a noi ma nel complesso non ci ha mai messo fuori partita. La storia del calcio insegna che si può essere competitivi anche lasciando il pallone agli avversari, dunque il 29% di possesso che alla fine è comparso nel foglio delle statistiche è una delle strade che si possono percorrere e che già altri in passato hanno percorso quando si sono scontrati con il reticolo di passaggi delle spagnole: ricordate l’impresa dell’Inter di Mourinho al Camp Nou nell’anno del Triplete?
L’arte del raddoppio e della trincea azzurra che hanno portato alla vittoria
Ci siamo difesi, a tratti in trincea. Abbiamo fatto una virtù dell’arte del raddoppio. Ci siamo spolmonati in mille rincorse mentre loro facevano cantare il pallone. Non abbiamo disdegnato di usare anche qualche trucchetto, come il gioco di magia di Chiellini con Jordi Alba nel momento del sorteggio dei rigori, un mind game che ha mandato in tilt lo spagnolo e ridato fiducia agli azzurri.
Tutto vero. Dobbiamo provare vergogna. No. Abbiamo vinto da italiani e bisogna esserne orgogliosi perché da italiani dovremo anche affrontare l’inferno della finale, soprattutto visto che dall’altra parte ci sarà la favoritissima Inghilterra padrona di casa e di tutto in un Europeo disegnato su misura per Boris Johnson.
La vittoria “all’italiana” della nazionale? Andiamone orgogliosi
L’impressione è che chi critica oggi stia in realtà semplicemente rosicando. Magari pregustava l’ennesimo fallimento italiano, sognava di poter scaricare il suo livore su Mancini, sui ricchi viziati del pallone, su quelli che si permettono di chiedere stadi pieni per ripartire, che non si sono rassegnati un anno fa alla politica che voleva chiudere tutto chissà per quanto tempo, cancellare il campionato, condannare un intero movimento.
E’ andata male, si consiglia di ripassare in seguito (magari l’occasione giusta può arrivare già domenica notte no?) e nel frattempo farsi un giro da qualche altra parte. Milioni di italiani si sono riconosciuti nella trincea stesa davanti a Donnarumma, fa parte della nostra storia non solo sportiva. Se vi è chiaro è meglio, altrimenti pazienza.