La circostanza sarà sfuggita ai più, ma è un dato di fatto che l’agenda di lavoro della Corte di Giustizia dell’Unione Europea a Lussemburgo si stia sempre più riempendo di questioni che hanno a che fare con lo sport e con il calcio in particolare. Non solo l’ormai celebre procedimento sul monopolio di Fifa e Uefa, che il grande pubblico conosce come il giorno del giudizio sulla Superlega, ma anche una serie di dossier minori non meno importanti.
La causa del procuratore tedesco Roger Wittmann
L’ultimo in ordine di tempo ad essere arrivato sui tavoli della Corte di Giustizia è quello relativo alla causa che il potente procuratore tedesco Roger Wittman ha intentato alla federazione di Germania prima e ai massimi organismi calcistici poi. Tema del contendere: regole e paletti che Fifa e federazioni stanno cercando di mettere allo strapotere degli agenti, limitandone i guadagni (fino a un massimo del 10% sugli ingaggi degli assistiti), la possibilità di rappresentare contemporaneamente calciatori e club in una trattativa e di operare anche con i minorenni.
Wittmann si è rivolto alla Corte regionale di Magonza
Wittmann si è rivolto alla Corte regionale di Magonza e questi hanno deciso di girare tutto alla Corte, così da fare chiarezza una volta per tutte su quale sia il rapporto tra le regole della Fifa e le leggi dell’Unione Europea che disciplinano la libertà di condurre un business, la concorrenza leale e la protezione dei dati. Di fatto molti dei temi sensibili anche nei quesiti riguardanti il ruolo di Fifa e Uefa sui quali si è fin qui pronunciato solo l’Avvocato generale, Athanasios Rantos, dando in parte ragione a Nyon ma cancellando l’idea che si possa impedire la nascita di competizioni alternative alla Champions League seppure con la possibilità da parte delle istituzioni di “punire” chi vi voglia prendere parte. Parere non vincolante per i giudici che non hanno ancora preso posizione: il verdetto era atteso ad aprile ed è destinato a ritardare ancora di qualche settimana.
Nel caso di Wittmann, il tribunale di Magonza ha messo per iscritto 13 quesiti da sottoporre all’analisi della Corte Europea. Con un’avvertenza: anche l’accoglimento di uno solo di questi potrebbe a catena avere influenza su tutti i dossier aperti in un momento storico in cui l’industria del calcio, che muove miliardi di dollari ogni anno, sta cercando di darsi nuove regole di funzionamento andando spesso a confliggere con gli attuali schemi. E’ successo anche quando i giudici di Lussemburgo si sono trovati a discutere della libera circolazione dei calciatori e della loro equiparazione ai normali lavoratori che operano all’interno dell’Unione.
I tempi per un pronunciamento sono lunghi
I tempi per arrivare a un pronunciamento sul caso Wittmann saranno ovviamente lunghi, molto più di quelli attesi per la questione Superlega che è ormai arrivata alla fine del suo percorso. Il verdetto della Corte di Giustizia andrà letto in ogni dettaglio perché i manager di A22 Sports Management, la società che è ora capofila del progetto sul nuovo format europeo, hanno dichiarato pubblicamente di non aver nessuna intenzione di abbandonare l’idea qualunque sia l’esito della vicenda giudiziaria. La Uefa sta lanciando segnali sempre più pressanti ai club ribelli perché rientrino prima che si arrivi a sentenza, senza essere stata fin qui ascoltata. Anzi, le parole pronunciate dal presidente Ceferin nell’ultima intervista a un giornale sloveno hanno inasprito ulteriormente i toni, nel sospetto che le vicende processuali che riguardano la Juventus (falso in bilancio) e il Barcellona (pagamenti ai vertici arbitrali della Liga) possano essere gestite come arma di pressione politica da Nyon. Si avvicina una primavera bollente intorno al pallone europeo.