Novantanove pagine e nove motivi per ribaltare la sentenza della Corte federale d’Appello che ha stangato la Juventus con 15 punti di penalizzazione per l’inchiesta sulle plusvalenze (primo filone), sbattendola a metà classifica e precludendole l’ingresso dalla porta principale dell’Europa. E’ il documento che i legali del club bianconero, rinforzati per l’occasione dalla presenza di esperti che hanno conoscenza profonda delle dinamiche romane, hanno depositato e che sarà discusso.
Quando? L’attesa è che avvenga ad aprile, magari prima di Pasqua o subito dopo
Quando? L’attesa è che avvenga ad aprile, magari prima di Pasqua o subito dopo, così da avere un quadro chiaro della situazione di campionato prima della volata finale. Al netto di quanto potrà emergere dalla seconda inchiesta che la Procura Figc, guidata da Giuseppe Chiné, ha aperto sulla questione stipendi e non solo, sempre ereditata dalla documentazione inviata da Torino e relativa all’indagine Prisma. A proposito: prima del Collegio di Garanzia dl Coni arriverà l’udienza preliminare con la decisione sul rinvio a giudizio di Andrea Agnelli e di tutti gli altri protagonisti della vicenda.
Il punto di partenza è che ci siano lacune nel percorso logico che ha portato alla condanna
Tornando al ricorso, i legali della Juventus (gli avvocati Bellacosa, Clarizia, Sangiorgio e Paolantonio) vanno all’attacco di tutto l’impianto delle motivazioni con cui la Corte presieduta dal presidente Torsello ha inflitto la penalizzazione alla squadra di Massimiliano Allegri. Il punto di partenza è che ci siano lacune nel percorso logico che ha portato alla condanna, andata anche oltre le richieste della Procura che si era fermata a -9 e si è vista scavalcare, anche con l’assoluzione di tutti gli altri club coinvolti al di fuori della Juventus.
Il primo punto
Il primo punto su cui si basa la ricostruzione bianconera è che il ricorso della Procura Figc per la revocazione della sentenza di assoluzione ex articolo 63 del Codice di Giustizia sportiva non poteva essere accolto e doveva essere dichiarato inammissibile: assenza di effetti “nuovi” o “sopravvenuti” perché tali, secondo i legali, non possono essere considerate intercettazioni o mail legate a trattative già discusse e passate in giudicato.
Il secondo punto
Secondo punto: la violazione del cosiddetto “thema decidendum” perché la Corte ha preso il materiale proveniente da Torino per istruire un processo su un’ipotesi di reato sportivo differente rispetto a quello della doppia assoluzione della scorsa primavera. In particolare, la Juventus è stata punita per violazione dell’articolo 4 sulla slealtà sportiva mentre nel deferimento era accusata di non aver rispettato quanto previsto dall’articolo 31, quello tecnico in tema di reati finanziari.
Il terzo punto
Terzo punto: l’assenza nelle motivazioni di aspetti presenti nelle carte dell’inchiesta Prisma di Torino e che potevano essere a favore della difesa. La Corte Figc avrebbe omesso di valutare anche la parte di spiegazioni fornite, direttamente o indirettamente, dai dirigenti juventini e che avrebbero secondo gli avvocati contestualizzato il comportamento del club.
Quarto punto
Alla Juventus è stato contestato un illecito, quello sulla scrittura delle plusvalenze, che non è previsto da alcuna norma federale non esistendo alcun articolo che prescrive come si debba trattare a livello bilancistico l’oggetto dell’inchiesta.
Quinto punto
La mancata valutazione di alcuni elementi considerati decisivi e che, secondo la Procura e la Corte Figc, hanno rappresentato capisaldi dell’accusa. Ad esempio, nell’interpretazione delle ‘X’ contenute in alcuni documenti come valutazione da inserire a posteriori nella trattativa di scambio di calciatori.
Sesto punto
L’inesistenza negli atti della nota della Procura federale con cui il 14 aprile 2021 si chiedevano chiarimenti alla Consob a proposito dell’interpretazione nell’iscrizione delle plusvalenze. E’ uno dei nodi centrali del conflitto tra parti perché, se testimoniato che la Procura era a conoscenza di un possibile reato sportivo già nell’aprile 2021 allora la maggior parte degli atti successivi sarebbero inutilizzabili perché coperti da prescrizione.
Settimo punto
Nelle motivazioni non c’è traccia di spiegazioni su come la Corte sia arrivata a determinare i 15 punti di penalizzazione, andando oltre ai 9 chiesti dalla Procura. Non basta aver scritto che le competizioni sono state alterate e per questo si deve intervenire a livello sportivo, secondo i legali manca il percorso che ha portato i giudici a quantificare in 15 la punizione necessaria.
Ottavo punti
Se la Juventus è stata condannata per “slealtà sportiva” applicando l’articolo 4 del Codice di Giustizia sportiva, si chiedono gli avvocati bianconeri, perché non è presente alcun riferimento all’articolo 6 che è quello che fa riferimento diretto alla “responsabilità delle società”?
Nono punto
La Corte non ha preso in considerazione che la Juventus si fosse dotata di un modello gestionale ex articolo 231/2001, quello che consente a qualsiasi azienda di essere sollevata da ricadute in caso di comportamenti illeciti da parte di un singolo dipendente. Non averlo assorbito nelle sue motivazioni significa che i giudici non hanno considerato in maniera completa eventuali attenuanti ed esimenti prima di arrivare a quantificare il verdetto.