11 medaglie, 5 d’oro e 6 di bronzo. Il bottino delle Olimpiadi invernali italiane di Torino 2006 fu da record con giornate di assoluto entusiasmo nazional-popolare. Vent’anni dopo, nel 2026, l’Italia ospiterà di nuovo i giochi Invernali, a Milano-Cortina, ma le prospettive per quanto riguarda il medagliere sono nere, nerissime. Oggi la situazione degli azzurri negli sport invernali non è negativa, anzi. I campioni non mancano: Brignone, Bassino e Goggia dominano nello sci donne. Dorothea Whierer è un vero fenomeno del biathlon. Tra gli uomini c’è Paris che in discesa libera parte sempre per vincere, e anche nello slittino non siamo messi male. Ma questi campioni tra 6 anni difficilmente ci saranno e, nel caso, non saranno così competitivi. E qui cominciano le nubi. Perché il resto del panorama, il futuro, non è per nulla roseo. Lo sci di fondo, una volta terreno di caccia azzurro, vive un decennio di vuoto totale. Anche nel pattinaggio sarà difficile ritrovare un Fabris ed una Fontana nello short track. Serve programmazione, servono soldi, ma servono anche i talenti. Fattori che purtroppo sembrano mancare. Molti degli allenatori italiani alla base dei successi del passato sono migrati verso altri paesi (che pagano meglio). Noi giochiamo sulla difensiva. Sembra un paradosso ma ad oggi lo stato di preparazione ed organizzazione dei giochi vede la politica essere più avanti rispetto allo sport. I progetti ed i lavori per gli impianti sono a buon punto. Alla fine anche questa è una bella medaglia da mettersi al collo. |