Da tre settimane vi stiamo raccontando le difficoltà (per troppo tempo taciute) dietro, anzi «dentro» la strada che dovrebbe portare alle Olimpiadi italiane di Milano-Cortina 2026.
Da settimane vi stiamo raccontando i problemi attorno alla figura dell’amministratore delegato, Vincenzo Novari, che sarebbe sempre più vicino a lasciare (un po’ per spinte esterne, un po’ per idea personale viste le difficoltà diciamo così ambientali), vi abbiamo anche raccontato certe difficoltà nella gestione della raccolta pubblicitaria ma niente di tutto questo vale quanto le bordate che il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha messo sull’intera questione. Dei veri e propri siluri diretti al mondo della politica ma anche a chi da due anni sta lavorando alla preparazione ed organizzazione dell’evento.
Malagò: “Due anni e mezzo buttati al vento”
«L’Agenzia per le infrastrutture per i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026 – ha detto Malagò, intervenendo ad un convegno – è un soggetto pubblico in cui ci sono dentro soltanto soggetti espressione del Governo e si deve occupare di fare una cosa: realizzare il 10 per cento delle opere mancanti e sistemare le altre infrastrutture necessarie. Il problema è che non parte. Abbiamo preso le Olimpiadi, sono passati due anni e mezzo buttati al vento. Quello che succede in Italia è assurdo, lo dico dopo aver parlato con i miei colleghi internazionali, e la cosa disarmante è che i primi a rendersene conto sono proprio i nostri politici». Avete letto bene: due anni e mezzo buttati al vento.
Ma non basta: «La riforma – ha proseguito il numero 1 dello Sport italiano – è un caos, lo sanno anche i politici. Era partita in un modo, per ridefinire la governance dello sport, ma dopo due anni e mezzo siamo finiti su altri temi che hanno spezzettato la riforma in sei decreti e molte risposte sono osteggiate all’interno del nostro mondo. Ci aspettiamo delle risposte dalla sottosegretaria Vezzali dopo l’incontro avvenuto con la Giunta del Coni, perché c’è una confusione e un raddoppio dei ruoli che fa paura».
Olimpiadi Milano-Cortina, Morelli replica a Malagò
Alle perplessità di Malagò ha provato a rispondere il vice ministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Alessandro Morelli, «Il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha espresso preoccupazioni sulla mancata partenza della società incaricata di realizzare le opere infrastrutturali per i Giochi Olimpici invernali, può tirare un sospiro di sollievo. Entro questa settimana sarà sottoscritto l’atto costitutivo, superando un passaggio burocratico decisivo, l’ultimo dei tanti affrontati sin qui per dare avvio a tutti gli investimenti previsti, e mi piacerebbe che Malagò fosse presente».
Parole che però non sembrano aver rasserenato il clima al Foro Italico, nei palazzi della Politica, nella sede di Fondazione Milano-Cortina 2026. Insomma, la situazione è quasi esplosiva ed è ormai evidente come qualcosa, di grosso, dovrà succedere a breve.
Lo dimostra anche la strana richiesta di aiuto di Torino, che si è detta pronta a fornire i propri impianti già esistenti per alcune competizioni (con un risparmio dal punto di vista economico si dice attorno ai 300 milioni di euro). Segno che le cose vanno piano, che i lavori non partono, che si rischia di trovarsi all’ultimo a chiedere aiuto agli altri. «Torino è fuori tempo massimo..» ha comunque affermato Malagò. Ma, mai dire mai.