Se il 2021 per lo sport italiano è stato un anno di medaglie, successi e soddisfazioni capaci di stordirci in maniera unica ecco, il 2022 si preannuncia molto, ma molto più difficile. Il calcio italiano, ad esempio, da Campione d’Europa sta pensando di appoggiarsi a Mario Balotelli per una disperata qualificazione alla prossima Coppa del Mondo in Qatar.
Ma il primo schiaffo, morale, dovrebbe arrivare dalle Olimpiadi invernali di Pechino, al via sulle nevi più lontane e sconosciute del mondo. Una Kermesse dove l’Italia arriva con delle previsioni mediocri di medaglia.
Ricordiamo che 4 anni fa, nei giochi di Pyeongchang in Corea, gli azzurri tornarono a casa con 10 medaglie (3 ori, 5 argenti e 2 bronzi) che oggi sembrano un sogno, un miraggio vero e proprio. 10 medaglie 3 delle quali presero il nome di Arianna Fontana che nello short track conquistò 3 medaglie, un oro, un argento ed un bronzo.
Olimpiadi Pechino, per l’Italia il confronto con la Corea
Oggi, 4 anni dopo, le cose sono molto cambiate, e purtroppo in peggio.
Colpa anche della sfortuna, quella che di fatto ci ha tolto (a meno di miracoli) l’unica medaglia d’oro sicura, quella di Sofia Goggia in discesa libera. La bergamasca infatti stava vivendo una stagione quasi perfetta con 4 successi nella specialità regina sulle 5 discese disputate (e l’unica sconfitta con una caduta quando aveva un ampio vantaggio su tutte le altre).
Insomma, Goggia faceva un altro sport e a meno di suicidi l’oro era sicuro vista le netta superiorità. Poi però la sfortuna ci ha messo del suo, con la caduta nel Super G di Cortina e la lesione al legamento crociato. Goggia dice di voler essere al via comunque della discesa ma le sue condizioni non potranno di sicuro essere buone.
L’altro oro molto probabile è quello di Michela Moioli nello snowboard cross; l’azzurra infatti, dopo l’alloro in Corea di 4 anni fa, ha ottime possibilità per il bis. Tolto questo però l’Italia non sembra avere altre chance per il metallo più prezioso.
Una medaglia la vorrebbe nella discesa libera maschile Dominik Paris che però arriva da una stagione con più bassi che alti (come il successo a Bormio).
Tra gli uomini poi De Aliprandini punta al podio, ma la concorrenza (soprattutto svizzera) è molto agguerrita e servirà una vera impresa.
Un mezzo miracolo potrebbe essere quello dello slalom speciale maschile. Razzoli e Vinatzer stanno facendo bene, ma l’acuto, come dimostrato una settimana fa a Kitzbuhel, è ancora lontano.
Ci sono invece più certezze nello sci rosa: anche senza Goggia tra gigante e super gigante l’Italia parte con ottime possibilità. Brignone, Curtoni, Bassino puntano in alto in gare dove da anni ormai sono ad altissimi livelli.
Nebbia fitta per l’Italia alle Olimpiadi Pechino
Il resto purtroppo, è nebbia fitta. Nel biathlon Dorothea Wierer si gioherà le sue carte ed il successo nella mass start di settimana scorsa ad Anterselva fa ben sperare. La concorrenza norvegese, svedese e francese è però molto agguerrita. Il resto, anche al maschile non promette nulla di buono; ancor meno al femminile dove Lisa Vittozzi si è persa nel buco nero del tiro a terra.
Del resto meglio non parlare. Nel fondo non esistiamo ad eccezione di Pellegrino nello sprint anche se non è più l’atleta dominante di qualche stagione fa.
Ma, si sa, l’Olimpiade è una cosa a parte e spesso le previsioni vengono smentite. A rendere ancor più imprevedibili le gare ci pensa poi il covid che ha condizionato stagione e preparazione degli atleti.
Con poche certezze tecniche non resta che aggrapparci a questo.