Qualcuno nel mondo del calcio ha preso alla lettera il mantra di uno dei giochi più amati del Gratta & Vinci, il Turista per Sempre. Ci sono infatti calciatori che quest’anno probabilmente riusciranno nell’impresa di chiudere la stagione facendosela pagare per intero senza aver mai toccato il terreno di gioco (o giù di lì).
Certo, per alcuni come Matias Vecino dell’Inter o Javier Pastore della Roma bisogna considerare gli infortuni che di fatto li hanno resi inutilizzabili. Ma stiamo pur sempre parlando di atleti che alla fine dell’anno i loro stipendi milionari se li portano a casa, sani o malati che sia.
C’è poi chi ha scelto questa condizione in maniera ponderata; giocatori a cui a quanto pare per mille motivi di giocare interessa poco e così, malgrado abbiano ricevuto sia l’estate scorsa che nella sessione di mercato di gennaio diverse offerte preferiscono rimanere in panchina, se non in tribuna.
I due nomi che vanno per la maggiore da questo punto di vista sono Davide Santon e Juan Jesus della Roma che sono finiti fuori dai radar di Fonseca e di fatto stanno vivendo una condizione di semi vacanza, pagata al 100%.
Sia chiaro: è tutto lecito, corretto e forse in fondo anche ognuno di noi si adeguerebbe volentieri a questa situazione di vita dove si ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo. Ci sarebbe però una vocina dentro un atleta, professionista, che lo dovrebbe spingere alla sfida, alla voglia di giocare. Quella che avevamo da piccoli quando vedevamo un pallone in cortile, quella che dovrebbe avere comunque un ragazzo (perché di ragazzi stiamo parlando) pagato per vivere la sua passione. Come dice il proverbio: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.