Tanta invidia ed un pizzico di rammarico. Nel vedere Carlos Alcaraz, il nuovo fenomeno del tennis non solo spagnolo, alzare la coppa del vincitore del Master 1000 di Miami queste sono le due sensazioni provate. Perché, diciamo la verità, Berrettini o Sinner avrebbero potuto essere tranquillamente al suo posto; a Miami come ad Indian Wells, due settimane prima. Invece nulla.
La verità è che il primo quarto della stagione del tennis 2022 se n’è andata e quella che doveva essere la stagione dell’esplosione del tricolore si è chiusa con pochi, pochissimi successi e tanti, troppo infortuni. Andiamo con ordine.
Berrettini in un tunnel di infortuni
Berrettini ha giocato un Australian Open da campione ma dopo la semifinale persa con Nadal si è perso in un tunnel di infortuni. Oltre infatti all’ormai cronico problema agli addominali, che lo aveva già bloccato alle ATP Finals di Torino lo scorso novembre, si è aggiunto anche un problema alla mano che ha richiesto addirittura un intervento chirurgico, con tutti i rischi del caso. Per lui quindi niente Miami e maluccio anche in California dove è uscito agli ottavi contro Kecmanovic, giocatore che in condizioni normali avrebbe fatto il solletico al nostro numero 1. E così, visto che il tennis dà poche soddisfazioni, Berrettini ha conquistato pagine di siti e giornali per la presunta fine della storia con Ajla Tomljanovic, tennista, che avrebbe sostituito con la nota modella americana Meredith Mickelson (oltre ad una foto in discoteca con la Buochard, tennista più nota per il suo aspetto fisico che per i successi). Nelle ultime ore, ha ha annunciato la rinuncia a Montecarlo, Madrid e Roma, per l’operazione alla mano. Di fatto se gioca sulla terrà farà solo Parigi. Ma ci sono forti dubbi.
Poco da ridere anche per Sinner
Anche Sinner ha poco da stare allegro. L’altoatesino ha vissuto un inizio stagione complesso; problemi evidenziati dal cambio di coach: addio a Riccardo Piatti, non senza polemiche, e via al nuovo corso con Simone Vagnozzi. Scelta che ha sorpreso tutti per il nostro talento dato che i nomi che circolavano nell’ambiente erano di spessore internazionale ben più elevato (da Magnus Norman a John McEnroe). Sinner sta cercando di cambiare un po’ il suo gioco aggiungendo discese a rete e smorzate. Meno «spara-spara» quindi e più fantasia. Cambi di schemi non semplici che necessitano di mesi di partite. Se poi si aggiunge un’influenza e le vesciche ecco spiegato il bottino di successo piuttosto amaro.
Il resto del Team Azzurro fatica ancora di più
Fognini è il solito giocatore in altalena; Sonego non riesce a ritrovare le sensazioni dello scorso anno e soprattutto Musetti sembra in crisi, tecnica e mentale. Peccato. Peccato soprattutto perché tra Covid ed infortuni i principali tornei partono zoppi di campioni. Djokovic di fatto non ha ancora giocato, Nadal ormai ha un’età per cui le presenze vanno centellinate con molta attenzione. Thiem è fermo ai box da inizio stagione. Ci sarebbe quindi spazio anche per i nostri. Spazio che ora sembra essere stato preso da Alcaraz: giovane, forte, sicuro, amato dal pubblico per i suoi 18 anni, il suo gioco aggressivo e soprattutto che non si infortuna mai… Beato lui.