Il Mondiale in terra di Qatar mette al bando gli hater dei social network e prova a proteggersi e a proteggere i calciatori dall’ondata di insulti e commenti, spesso anche di carattere razzista, che circonda il circo del pallone. Un’emergenza sentita da molti giocatori e sulla quale la FIFA e la stessa UEFA stanno provando ad intervenire, pur nella difficoltà di moderare il rapporto tra star e massa dei tifosi.
Ultimo episodio: vittima Eduard Camavinga
L’ultimo episodio è avvenuto pochi giorni prima del via del Mondiale e ha avuto come vittima il centrocampista francese Eduard Camavinga, colpevole di essere l’autore dell’entrata in allenamento che ha chiuso in anticipo l’avventura in Qatar dell’attaccante Nkunku, compagno di squadra in ritiro. Camavinga ha ricevuto via social minacce e offese che hanno coinvolto anche la famiglia e la FFF (Federation Français de Football) ha dovuto correre ai ripari per cercare di proteggere il proprio calciatore.
Nel mese di Qatar 2022, invece, ci sarà un servizio a disposizione di tutti gli oltre 800 protagonisti del Mondiale
Nel mese di Qatar 2022, invece, ci sarà un servizio a disposizione di tutti gli oltre 800 protagonisti del Mondiale. L’ha pensato e finanziato la FIFA insieme a FIFPRO, il sindacato mondiale dei giocatori. Si tratta di un servizio di monitoraggio a ciclo continuo con segnalazione immediata degli abusi nel tentativo di limitarne diffusione e impatto, magari evitando che si trasformino in topic virali generando altro odio. La FIFA da tempo ha avviato un monitoraggio degli account social di federazioni, nazionali e calciatori facendosi carico della segnalazione diretta ai network e alle autorità giudiziarie degli abusi più gravi. L’idea è che ci siano conseguenze quando si supera la linea della normale critica, facendo in modo che qualcuno intervenga concretamente per correggere e punire i comportamenti illeciti.
In Qatar il livello di protezione sarà aumentato
In Qatar il livello di protezione sarà aumentato. I partecipanti potranno aderire (in forma volontaria) a un servizio di moderazione che nasconderà in tempo reale i commenti ritenuti offensivi e ingiuriosi provenienti dalle piattaforme Facebook, Instagram e YouTube: non saranno visibili al diretto interessato, preservandolo dalla raffica di attacchi, e nemmeno ai follower così da non generare altri messaggi sull’onda dell’emulazione.
Oltre il 50% dei giocatori è stato oggetto di una qualche forma di abuso discriminatorio
Nel giugno scorso FIFPRO ha pubblicato i risultati di un monitoraggio condotto su oltre 400.000 post sulle piattaforme social nel corso delle fasi finali dell’Europeo 2021 e della Coppa d’Africa giocata in gennaio. Il risultato è stato allarmante: l’intelligenza artificiale utilizzata per filtrare il contenuto dei messaggi ha rilevato che oltre il 50% dei giocatori è stato oggetto di una qualche forma di abuso discriminatorio, nella grande maggioranza dei casi legato all’origine dello stesso calciatore. Omofobia (40% dei post illegali) e razzismo (38%) si sono confermate le due emergenze maggiori, ma c’è anche chi è stato costretto a cambiare piani di carriera a causa dell’odio degli haters: è il caso del brasiliano Willian, tornato in Inghilterra con la maglia del Fuhlam dopo che la sua famiglia era stata minacciata online in Brasile dove aveva scelto di trascorrere l’ultima parte della sua parabola di calciatore.