Parlare di ritardi davanti ad una manifestazione che si svolgerà tra 5 anni, nel 2026, sembra assurdo. Ma quando c’è di mezzo l’Italia anche le cose assurde rischiano di diventare reali. C’è qualcosa infatti che NON si muove all’interno del mondo delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.
Mentre infatti tutte le attenzioni sono rivolte a Dado e Futura, i due luoghi ora sottoposti al voto dei tifosi e degli esperti (a proposito, i gusti sono gusti e non si discutono ma vedendoli è chiaro come l’Italia patria del design e della creatività avrebbe dovuto fare meglio), c’è qualcosa che è ancora fermo al palo. Ad inizio anno la Gazzetta Ufficiale pubblicava il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti legato agli investimenti per le opere strutturali da realizzare in vista dei giochi. E recitava: “l’art. 3, che autorizza la costituzione della società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 s.p.a. Il cui scopo statutario è la realizzazione quale centrale di committenza e stazione appaltante…delle opere individuate con il presente decreto…”.
Ecco, ad oggi questa società non è stata ancora costituita e, inevitabilmente, tutto il lavoro delle infrastrutture bloccato al libro dei sogni, all’elenco delle cose da fare.
Che non sono poche e nemmeno rapide. Ad esempio c’è da costruire la nuova stazione della metropolitana nel quartiere Santa Giulia a Milano, oppure creare il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia per non parlare delle migliorie e varianti stradali un po’ in tutte le zone interessate (avete mai provato ad andare in macchina da Milano a Bormio? Ancora oggi si passa per molti km da una strada unica, in mezzo ai paesi che se trovi un camion davanti devi solo pazientare a 40 km/h).
I soldi non mancano, come si legge nel decreto che mette sul piatto quasi un miliardo di euro (offerti da Regione Lombardia, dal Veneto e dalle provincie di Bolzano e Trento). I progetti e le idee nemmeno. Manca solo la società. Attendiamo notizie dall’ad di Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari, uomo dal contratto blindato per 7 anni a 550 mila euro l’anno. Con queste cifre arrivare in ritardo non sarebbe accettabile.