Piegati in due dall’onda lunga del Covid, i club italiani ritrovano il proprio pubblico. Il finale della scorsa stagione, finalmente senza limitazioni, è stato solo l’antipasto e la Serie A spera ora di non doversi più fermare anche in caso di recrudescenza autunnale del virus anche perché, è lo sconsolato ragionamento dei vertici del pallone, lo Stato ha dimostrato di non aver alcuna intenzione di dare al settore ossigeno con i ristori previsti per tutti gli altri comparti economici colpiti dagli effetti dei lockdown interi o parziali.
Obiettivo riempire gli stadi il più possibile
Stadi aperti e obiettivo riempirli il più possibile, dunque, cominciando dalle campagne abbonamenti che erano diventate ormai un ricordo lontano. Era dall’estate 2019 che le società non potevano aprire il proprio botteghino per garantirsi in anticipo il denaro dello zoccolo duro delle rispettive tifoserie; una scelta prima imposta dal Governo e poi di prudenza, visto che sarebbe stato impossibile gestire poi la massa di rimborsi per i continui cambiamenti di capienza imposti da Palazzo Chigi.
Ora invece si può e tutti si sono affrettati nel pubblicare il proprio listino
C’è grande fame di calcio e i primi dati lo stanno confermando: Milan e Inter, ad esempio, sono vicinissime a chiudere con il sold out della fetta messa in vendita che si aggira intorno alle 40mila tessere visto che il resto viene tenuto a disposizione delle tifoserie avversarie e della vendita sul singolo evento, con prezzi modulati a seconda dell’impegno e del momento della stagione. Non è difficile prevedere che non saranno le uniche a fare il tutto esaurito: a Roma (sponda giallorossa) l’effetto Mourinho non si è ancora esaurito e la Juventus è solita non lasciare nulla di invenduto delle 27mila tessere messe sul mercato.
Il tratto comune a quasi tutti è che i prezzi saranno popolari
E’ vero che leggere il listino dei posti vip, delle lounge e delle tribune autorità fa spavento (si arriva anche oltre i 3.500 euro come nel caso di Lazio e Atalanta), ma si tratta di offerte destinate a chi può permetterselo. Più interessante analizzare l’andamento dei settori di curva o delle proposte promozionali per famiglie e bambini. L’approccio è stato soft. A San Siro, ad esempio, l’Inter ha messo in vendita dei terzi anelli a 190 euro e il Milan a 199, per 19 partite al prezzo di circa 10 per ogni gara e potendosi poi garantire la prelazione anche per le notti di Champions League. Curva a 185 euro nella forchetta inferiore anche per l’Atalanta e a 190 per la Fiorentina, altrimenti si sale dai 210 del Bologna ai 269 di Napoli, Lazio, Inter (la Curva Nord degli ultras) e Milan (230 per la Nord e 270 per la Sud). Sopra la soglia dei 300 euro Lecce (305) e Roma (319). C’è chi ha scelto di fare offerte distinte a seconda delle curve, pur in presenza di visibilità identica: qualcuno ha premiato la fedeltà degli ultras con uno sconto, altri hanno ragionato diversamente provando ad invogliare l’abbonamento in aree dello stadio altrimenti non sold out.
In ogni caso la tessera prestagionale è il vero modo di poter guardare calcio dal vivo a prezzi contenuti. Prendendo i 269 euro come parametro, significa pagare meno dei 15 euro che servono in pizzeria per una serata, grandi match compresi. Senza il rischio di restare fuori. Un segnale incoraggiante per i tifosi che nel post pandemia si erano lamentati per le politiche di pricing sulle singole sfide che erano stato anche il modo dei club di provare a recuperare dai danni precedenti. Si stima che dal marzo 2020 al maggio 2022 alla Serie A siano mancati 450 milioni di euro di incassi da stadio. La forma principale di autofinanziamento sparita o quasi, con ammanchi per decine di milioni nelle big.