C’era una volta la Serie B. Una categoria fucina di talenti e dirigenti, in cui sono stati svezzati gli allenatori top del nostro calcio come Conte, Gasperini e Allegri. Per non parlare di pilastri della nazionali come Immobile, Belotti, Mancini, Spinazzola, Barella e Berardi. Tutti cresciuti al piano di sotto prima di spiccare il volo. Uno snodo cruciale per la carriera di tanti big del nostro calcio, ma attualmente un torneo sprofondato nel dimenticatoio. Almeno mediaticamente parlando.
I giornali ormai riservano mezze pagine ai protagonisti della B e televisivamente il campionato cadetto è rimasto al buio. Dazn fa vedere solo le partite, ma non ci sono trasmissioni di approfondimento. In pratica oggi non c’è più traccia a livello nazionale, salvo parentesi legate a fatti clamorosi di cronaca, della Serie B. Con minor visibilità per giocatori, calciatori e dirigenti che faranno più fatica ad emergere è essere notati.
Ecco perché anche molti presidenti di A stanno votando contro Dazn: senza la copertura mediatica di Sky anche la prossima Serie A rischia di sparire dagli occhi dei telespettatori. Con conseguenze dirette sul mercato interno e sul sistema italiano del pallone.