Ci saranno due persone tristi mercoledì prossimo a San Siro al fischio di inizio di Milan-Inter, attesissima sfida di andata delle semifinali di Champions League. Tristi per ragioni e motivi diversi, magari uno più arrabbiato e l’altro più pensieroso e dubbioso. Zlatan Ibrahimovic e Milan Skriniar sarebbero stati protagonisti in campo per tutti i 180 minuti. Protagonisti, non comprimari. Il primo di sicuro il giocatore più carismatico dello spogliatoio rossonero capace, con il suo arrivo, di portare una mentalità diversa in campo e soprattutto nella testa dei suoi compagni.
Skriniar sarebbe stato il perno della difesa nerazzurra
L’altro invece sarebbe stato il perno della difesa nerazzurra, con la sua straripante fisicità (e forse anche con la fascia di capitano alle spalle). Invece saranno in tribuna, lo svedese per colpa della sua carta d’identità, lo slovacco della sua voglia di successo e di un imprevisto infortunio alla schiena.
Ibra, i suoi 40 e passa anni si sono fatti sentire per tutto l’anno
Partiamo da Ibra; i suoi 40 e passa anni si sono fatti sentire per tutto l’anno. Aveva cominciato con qualche sogno e la convinzione (che non è mai mancata) di poter essere ancora protagonista, anche fosse solo per scampoli di partita. Invece nel giorno della chiusura delle liste Uefa a Pioli non è restato altro da fare che escluderlo; in quei giorni Zlatan non sapeva nemmeno se sarebbe mai potuto tornare in campo, se avrebbe potuto essere ancora un calciatore professionista.
Ibra ad oggi ha giocato solo 144 minuti in tutto, e solo in Serie A. L’ultimo guaio al polpaccio rischia di escluderlo dalle gare fino al termine della stagione. Con mille dubbi sul suo futuro agonistico.
Skriniar stato protagonista di una stagione strana
Skriniar invece è stato protagonista di una stagione strana, divisa tra presente e futuro, tra Inter e Paris Saint Germain. Che le sirene francesi lo avessero colpito era cosa nota già la scorsa estate. Il resta o va dello scorso mercato estivo sembrava chiarito con una sorta di patto che, si dice in viale della Liberazione, avrebbe stretto con Marotta: “Non vendetemi, rinnovo il contratto. A patto di avere la fascia di capitano”(oltre a 7 mln netti, che erano comunque meno dei 9 + bonus promessi dal Psg). E fascia di capitano fu. Poi però la retromarcia (dicono favorita anche da un premio-rilancio offerto dai francesi ai suoi procuratori). Skriniar ha scelto il Paris, ma l’Inter ha deciso non venderlo nemmeno a gennaio: “Ci sarà utilissimo in questo finale di stagione”.
E invece due settimane dopo la chiusura del mercato invernale ecco l’infortunio alla schiena che gli ha chiuso la stagione. Lo slovacco non tocca campo dal 13 febbraio. Ha anche pensato bene di affidarsi ai medici francesi per capire come risolvere un problema di cui non si trovava soluzione e cura; fino all’operazione alla vertebra di due settimane fa che ha messo la parola fine alla sua esperienza con i nerazzurri.
Storie diverse, scelte diverse ma con il medesimo finale
Si dice che Skriniar, quando ha scelto i milioni del Qatar, non si immaginava un’Inter in semifinale di Champions. Si dice anche che avrebbe qualche rimpianto sulla sua scelta. Si dice anche che i dubbi li hanno anche a Parigi dove temono di dover strapagare un giocatore «rotto». Due cose sono certe: Ibra chissà cosa avrebbe pagato per poter entrare e fare forse la giocata decisiva per la qualificazione rossonera. Skriniar chissà cosa avrebbe pagato per stare in campo a fermare Leao, pericolo pubblico numero 1, e portare l’Inter in finale. Gli unici tristi in tutta San Siro.