20 aprile. L’Inter rilascia il seguente comunicato stampa: “Milan Skriniar è stato sottoposto oggi ad un intervento chirurgico endoscopico al rachide lombare. Saranno almeno 30/40 i giorni che serviranno per il totale recupero…”. Ecco, 30-40 giorni. Calendario alla mano siamo in una fascia dal 20 maggio, cioè domani, alla fine del mese nella peggiore delle ipotesi.
Skriniar potrebbe essere sano, disponibile, persino utilizzabile per la finale di Champions League
Questo significa che il giocatore, ricordiamolo, fuori per infortunio dallo scorso febbraio ma soprattutto lontano dall’Inter dopo l’annuncio del suo matrimonio con il Paris Saint Germain, potrebbe essere sano, disponibile, persino utilizzabile per la finale di Champions League in programma il 10 giugno prossimo…
Eppure nessuno lo dice, nessuno ne parla. Soprattutto all’Inter.
La linea di Viale della Liberazione infatti è molto netta: “Skriniar chi?”. Serve un piccolo riassunto delle puntate precedenti di questa vicenda. Il difensore slovacco è in scadenza di contratto; ad inizio stagione avrebbe dato la sua parola a Marotta (“Resto ma voglio la fascia da capitano”), e fascia fu. Poi però le cose sono cambiate; porte chiuse al futuro in nerazzurro, porte aperte a Parigi, ai milioni del Qatar.
In quel preciso momento (eravamo ad inizio febbraio), la carriera di Skriniar all’Inter è finita
In quel preciso momento (eravamo ad inizio febbraio), la carriera di Skriniar all’Inter è finita. Certo, l’infortunio ha aiutato Inzaghi all’abitudine della sua assenza, e ha agevolato quella che sarebbe stata la decisione dell’azienda: fuori squadra. Ora però che l’infortunio e l’operazione sono alle spalle ecco che il problema si pone: cosa fare di Skriniar? Schierarlo o no? La società su questo ha una sola linea, certa: il giocatore non deve nemmeno rientrare in gruppo per gli allenamenti. La finale la gioca chi ha portato in questi mesi la squadra in finale (anche se lo slovacco nella fase a gironi il suo contributo l’ha dato, eccome…). La squadra ha una linea simile, di certo meno dura.
Nessuno nel gruppo infatti ha rotto i ponti col giocatore che nello spogliatoio non vive isolato
Nessuno nel gruppo infatti ha rotto i ponti col giocatore che nello spogliatoio non vive isolato. Si tratta di professionisti che non vogliono giudicare più di tanto la scelta di un collega e compagno. Però è sicuro che Inzaghi non proverà nemmeno a forzare la mano, a chiedere una deroga alla linea societaria, a riaccogliere in squadra chi, un secondo dopo il fischio finale di Istanbul, sarà un giocatore di una squadra diversa.
Skriniar, la società sceglie la linea del silenzio
La linea quindi è, per prima cosa, di non fare il nome, nemmeno pronunciarlo; non ci saranno comunicati per dire che il giocatore è ristabilito dall’infortunio e dall’operazione. Si sceglie il silenzio, nella speranza che nessuno se ne accorga; e, nel caso, la linea che passerà è quella del giocatore non ancora pronto e a posto per giocare. Certo che chissà cosa sta passando oggi nella testa del giocatore; cosa ha pensato nel vedere i compagni conquistare la finale e se si è immaginato ancora all’Inter, in campo ad Istanbul, magari vincente, al centro della foto da rilasciare alla storia con il capitano dell’Inter che alza al cielo la Coppa dei Campioni… Chissà se ne è valsa la pena…