Provate oggi a chiedere a Marotta, Maldini, Agnelli quale sarebbe il loro calendario preferito per riavere gli stadi aperti in serie A e ricevereste una risposta a sorpresa: “Voglio giocare in trasferta tutto il girone d’andata, o almeno tutti i big match. Ed in casa l’intero girone di ritorno”. Sissignori, avete capito bene.
Stadi aperti serie A, con quale percentuale?
Alla base di questo ragionamento non c’è nulla di sportivo ma solo il vil denaro o meglio il botteghino. L’inizio della prossima stagione di serie A infatti sarà sì con gli stadi aperti ma ad oggi nessuno sa dire con che percentuale. Il 25% poi per le casse delle società è un’aspirina contro il Covid, insomma roba da poco. Pensate ad esempio all’incasso di un derby di campionato: 6 milioni di euro. Adesso capite che incassare solo 1,5mln (il 25%) è un danno enorme per le casse stravuote delle big.
Così nei corridoi del calcio ecco che le due questioni stanno tenendo banco e fanno discutere le big come le piccole (che hanno lo stesso problema). Per questo il pallone nel suo complesso spinge compatto verso il ritorno alla normalità (stadi pieni al 100%, magari sfruttando il certificato vaccinale che sarà applicato ai viaggi) il prima possibile.
Stadi aperti, gli scontri diretti tra le big di serie A
Per quanto riguarda i calendari si userà il vecchio metodo di Salomone. Prendiamo ad esempio Milan-Inter-Juventus, ognuna con 4 scontri diretti da disputare. Bene: nel girone d’andata uno sarà casalingo, uno fuori. Al ritorno il contrario. Insomma metà e metà.
Ma mai come quest’anno il calendario, anzi il botteghino, sarà importante.