C’è una cosa che ormai nel mondo sportivo italiano non si può più fare e lo si è visto chiaramente negli ultimi giorni.
Inzaghi: “So benissimo da chi arrivano certe voci”
Prendete per esempio la conferenza stampa di Simone Inzaghi prima della sfida con il Porto. Alla domanda sulle critiche nei suoi confronti dopo la sconfitta dell’Inter con lo Spezia l’allenatore nerazzurro ha così risposto: “So benissimo chi mette in giro queste voci, ed il perché lo fa”. Della serie: è normale che una delle squadre favorite per lo scudetto abbia perso 8 partite di campionato su 26 e si trovi ad una ventina di punti dal Napoli. È normale la sconfitta con l’Empoli, quella ad Udine ed i pareggi vari con Monza, Sampdoria ed altre squadre di bassa classifica.
Musetti abbandona i social dopo le critiche
Andiamo avanti…Dopo l’ennesima sconfitta, la quarta consecutiva al primo turno e sempre con giocatori con una classifica Atp peggiore della sua, il tennista Lorenzo Musetti si è lasciato andare ad uno sfogo sui social contro le critiche (certo, in alcuni casi offensive e contro la sua famiglia che non c’entra nulla): “Basta, d’ora in avanti limiterò i commenti e la presenza sui social…”.
Mourinho e i tifosi della Roma
Possiamo poi aggiungere le dichiarazioni ad esempio di Mourinho che aveva bacchettato i tifosi della Roma che avevano fischiato un suo giocatore, e stessa cosa per gli spettatori nerazzurri di San Siro che non risparmiano fischi a Dumfries.
Mai criticare la Ferrari…
Per non parlare poi della Ferrari di Formula 1; criticarla è come parlar male della mamma… non si può, non si fa. Ed i giornalisti ci vanno con il guanto di velluto anche quando le cose meriterebbero toni ben più severi. Oppure di Paola Egonu, per cui una critica diventa immediatamente un attacco razzista o sessista.
Insomma, criticare, fischiare, è vietato, è sbagliato.
Potremmo facilmente dirvi che uno spettatore, soprattutto quando paga il biglietto, ha il diritto di fare quello che vuole, anche fischiare un giocatore della propria squdra, ma non è questo il punto della discussione.
Se infatti in Italia abbiamo una tifoseria di certo non educata (in generale) fatta più di azioni “contro” che di gesti “pro” e che da questo punto di vista la strada da fare nel confronto con altri paesi è molto lunga, va detto che altrove la stampa sportiva usa toni e modi molto ma molto più duri e severi.
La ferocia dei commentatori negli Usa
Settimana scorsa ad esempio negli Usa per lavoro abbiamo seguito parecchi programmi sportivi in tv. A parte la qualità del prodotto televisivo su cui il paragone ad esempio con le partite streaming su Dazn è impietoso, dobbiamo raccontare la ferocia dei commentatori, esperti e critici che non risparmiano niente a nessuno.
“Le critiche? Fanno parte del gioco, del sistema”
Questo o quel campione dopo una cattiva prestazione, diventa oggetto di interventi di comici, satira sui giornali, ore ed ore di programmi in diretta con interventi live dei tifosi che ne dicono di tutti i colori. E sapete qual è la reazione dell’atleta in questione? Il nulla, il silenzio, anzi, piuttosto una fragorosa risata. Come ci ha confermato un giocatore Nfl dei New York Giants trovato per caso in albergo: “Le critiche? Fanno parte del gioco, del sistema. Lo stesso sistema che ci garantisce milioni di euro di stipendio ad ognuno di noi, ogni anno. Anzi. La lega, la Nfl come tutte le altre leghe professionistiche Usa, si nutrono anche di questo. Più se ne parla e meglio è….”.
Quanto è largo l’Oceano.