Perché leggere questo articolo? Il Tour de France entra nel vivo con le prime tappe sul territorio francese. E’ possibile organizzare un grande evento sportivo in un paese in rivolta? Secondo gli organizzatori della corsa regina del ciclismo, sì.
Fino a qui tutto bene. “L’odio“, film del 1995, spiega meglio di ogni altra cosa il momento del Tour de France. La pellicola di Mathieu Kassovitz, oltre ovviamente all’ambientazione nelle banlieue parigine e al tema del razzismo, sembra addirsi alla perfezione al senso di tensione e di attesa che aleggia sopra la corsa. Sono iniziate le tre settimane più importanti del calendario del ciclismo. In un paese che da una settimana è sconvolto dalle rivolte nelle strade.
Toure de force
La fase della calma apparente è finita. Dopo le prime tappe nei Paesi Baschi spagnoli, il Tour è ufficialmente entrato in territorio francese. Gli organizzatori della corsa si dicono pronti alla gestione della manifestazione. Il direttore di gara, Christian Prudhomme, ha detto che i promotori, ASO – Amaury Sport Organisation, sono in “costante collegamento” con il governo francese.
Da qui alla sua conclusione – il prossimo 23 luglio sugli Champs Elysees – si prevede un autentico tour de force per la corsa in giallo. Che farà tappa in alcune delle principali città epicentro degli scontri tra manifestanti e polizia: Bordeaux, Clermont-Ferrand, Bourg-en-Bresse e infine Parigi. Prudhomme ha affermato che “a seconda di ciò che accade, ci adatteremo se necessario”. Alla vigilia del Grand Départ del Tour a Bilbao, Prudhomme ha aggiunto: “Siamo in costante collegamento con i servizi statali e stiamo seguendo la situazione e come si è evoluta”.
La doppia sfida al Tour
La corsa quest’anno è alle prese con una “doppia sfida“. Alle problematiche per le rivolte dopo la morte di Nahel, potrebbe aggiungersi le interruzioni degli attivisti per il cambiamento climatico. Il Tour 2022 è stato ripetutamente interrotto dagli attivisti contro il climate change. Per scongiurare ulteriori incidenti, due motociclette della brigata di intervento della gendarmeria francese guideranno davanti al gruppo dei corridori per difenderli dai manifestanti.
Sebbene gran parte del percorso del Tour sia rurale, il convoglio passa spesso per aree urbane durante la notte. Con ulteriori disordini segnalati venerdì, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha già chiesto l’introduzione a livello nazionale di misure di fermo per autobus e tram nella regione dell’Île-de-France a partire dalla ore 21.
Pronti a tutto
“Due moto funzioneranno come una coppia”, ha detto ai team manager il capitano della gendarmeria, Jean Francois Prunet. Matt White, direttore sportivo del team Jayco AlUla ha dichiarato al Guardian: “Sarebbe ingenuo pensare di superare il Tour di quest’anno senza alcuna protesta. È fuori dal nostro controllo”. All’inizio di quest’anno, il gruppo ambientalista Derniere Renovation ha dichiarato che avrebbe nuovamente protestato al Tour di quest’anno. “Troveremo sempre modi per interrompere fintanto che il governo non metterà in atto azioni efficaci. Ci saranno sempre persone disposte ad agire in occasione di eventi sportivi o culturali, in modo non violento. Non ci fermeremo“.