Tensione e speranza; emozione e preoccupazione. Sono giorni un po’ così, divisi a metà, quelli che si stanno vivendo attorno alle due nazionali di Pallavolo, pronte a partire per le Olimpiadi di Tokyo. Da una parte c’è quella femminile dalla quale la Federazione, il Coni e tutti i tifosi si aspettano grandi cose.
La squadra infatti è una delle favoritissime; un gruppo solido, affiatato, con il giusto strato di esperienza e spregiudicatezza giovanile, ben allenato e soprattutto che ha con sé quella Paula Egonu, semplicemente la più forte giocatrice del mondo. Unica in grado di vincere gare ad altissimo livello da sola arrivando a realizzare in gara 1 dell’ultima finale scudetto ben 47 punti, cose da extraterrestri.
Con questo bagaglio tecnico e questa fuoriclasse ovvio che tutto quello che non sia l’approdo alla finalissima per la medaglia d’oro sarebbe un mezzo disastro; e non arrivare alle semifinali un disastro completo e totale.
Volley, Olimpiadi 2021: Ivan Zaitsev e Osmany Juantorena poi diranno addio all’azzurro?
Se la situazione al femminile è quindi molto chiara, ma altrettanto complessa come sempre capita per le favorite, la spedizione maschile ha altri motivi per essere agitata. Gli Azzurri infatti sono nel pieno di quella che per rubare il titolo della famosa serie Netflix è «The Last Dance».
Il gruppo guidato da Chicco Blengini infatti è davanti all’ultima sfida della sua storia. La carta d’identità comincia ad essere un fattore fondamentale soprattutto per due delle stelle più splendenti della squadra: Ivan Zaitsev e Osmany Juantorena. Le nostre due punte di diamante infatti non sono di certo più giovanissimi, 33 anni il primo, 36 il secondo ed il loro addio all’azzurro dopo le Olimpiadi è più che un’ipotesi.
Poi sarà la volta di Ferdinando De Giorgi
Che il ciclo poi sia alla fine lo mostra anche la scelta della Federazione annunciata prima di Tokyo della scelta del prossimo allenatore, Ferdinando De Giorgi cui toccherà la guida di una squadra con molto meno talento di quella attuale.
Insomma, gli azzurri sono davanti al famoso «adesso o mai più» e non è detto che sia una cosa negativa. Spesso con le spalle al muro si trovano motivazioni e risorse inattese che possono spostare le sorti di un torneo dove siamo si forti ma non i grandi favoriti.