Quando i clienti del Ribot, uno degli storici, conosciuti e lussosi ristoranti di Milano se lo sono trovato davanti lo scorso weekend hanno creduto (quei pochi che lo avevano riconosciuto) di essersi trovati davanti ad un fantasma. Lo stesso dicasi per quelli che la sera dopo, domenica, l’hanno intravisto in un altro locale, non solo ristorante ma anche dopo cena, tra belle ragazze e musica moderna a due passi dal Duomo. Signore e signori mister Yonghong Li è tornato a Milano.
Li, il congelamento di oltre 300 milioni ottenuto e poi revocato
Capire cosa ci facesse l’ex proprietario del Milan, oggetto del mistero se ce n’è uno al mondo, non è dato saperlo. Dalla sede rossonera negano incontri negli uffici per dipanare la famosa diatriba legale sul passaggio di proprietà dalla sua società (quale?) ad Elliott avvenuta, lo ricordiamo, per inadempienza dello stesso Li che non aveva restituito nei tempi previsti il prestito da 313 milioni fatto dal fondo Usa per il quale l’enigmatico imprenditore aveva dato in pegno proprio la maggioranza delle azioni. Li ha chiesto e ottenuto il congelamento di oltre 300 milioni che rappresenterebbero la differenza fra il valore del Milan al momento dell’escussione del pegno da parte di Elliott e il debito dell’imprenditore cinese. Il congelamento è stato poi revocato. Ma la cosa ancor più divertente, anzi, anomala è che nelle carte dell’altra vicenda legale che sta coinvolgendo il Milan, cioè la causa intentata dalla società Blue Skye di Cerchione e D’Avanzo e da poco ritirata, l’ex proprietario dei rossoneri appare con un altro nome; non YongHong Li ma bensì Lee Sui Har.
Li si è fatto prestanome del governo di Pechino
Parlando poi con persone che nel 2017 erano direttamente coinvolte nella cessione da Berlusconi a Li emergono fatti che rasenterebbero la leggenda; una di queste racconta come Li sia di fatto un prestanome del governo di Pechino, secondo alcuni addirittura un ex Generale dell’esercito cinese, utilizzato per manovre finanziarie. Insomma, quella che è stata la cessione più misteriosa e discussa forse della storia del calcio italiano non smette mai di regalare aneddoti e stranezze. Che però, stando ad un’altra voce, certa, riguardo un’altra squadra della Serie A non sorprende più di tanto.
Nel silenzio e nel segreto assoluto infatti una proprietà ha dato mandato ad un noto studio legale di cercare quello che oggi sarebbe un partner, un socio di minoranza, pronto però in tempi brevi a subentrare come proprietario totale del club. La cosa divertente è che tra i nomi a cui è stato chiesto una eventuale disponibilità figurano due uomini della finanza estera che già in passato, senza fortuna e non senza polemiche, avevano cercato la scalata ad un’altra squadra di Serie A; trattative però finite male. Ed è per questo che alla prima, banale, telefonata di circostanza per sondare eventuali interessi fatta da un intermediario la risposta è stata secca: “Con l’Italia e con questa persona non ci voglio aver più niente a che fare. No, grazie”.