Il fallimento dell’operazione Superlega almeno un merito l’ha avuto. I mali storici del calcio sono infatti emersi chiari e limpidi con tutti gli enti del caso: Fifa, Uefa, leghe nazionali, presidenti ed opinionisti pronti a ricordarci cosa non va e a promettere che le cose ora devono cambiare (anche se ci crediamo poco…).
Tra questi il problema degli stadi e, quando in Italia si parla di stadio si guarda sempre al “nuovo” San Siro. E ci sono novità. Malgrado veline e smentite, infatti, il Presidente dell’Inter Steven Zhang a breve dovrà tornare in Italia, non fosse altro per festeggiare lo Scudetto in arrivo (a meno di suicidi di gruppo). Ma la sua agenda è già fitta di impegni ufficiali e problemi seri da risolvere.
Il primo è quello economico. Il tramonto della Superlega con il suo immediato assegno da 300 milioni per chi vi aderiva, di fatto riapre la ricerca del partner o comunque di quei 200 e passa milioni che servono come l’aria per tenere viva la struttura nerazzurra. Il secondo punto è chiarirsi con l’allenatore. Conte ieri ha infatti dichiarato che per restare vuole conoscere il progetto. Che ad oggi, manca (comprese le sue coperture economiche). Il terzo è il nome dello sponsor misterioso che dovrebbe comparire sulle maglie nerazzurre la settimana prossima; sponsor cinese da 30 milioni (circa) ad oggi ancora senza nome.
E c’è poi da risedersi al tavolo con il Comune di Milano per sbrogliare la matassa dello stadio. Un asset sempre più centrale per qualsiasi progetto sportivo-finanziario e che vede anche Elliott spingere per una forte accelerata. Bisognerà fare i conti con Sala, e con la sua svolta “green” a pochi mesi dalle elezioni comunali. Il tempo dei bluff però è finito. Chi davvero non vuole lo stadio a Milano?