Il liquore più popolare al mondo? Il baijiu, tradizionale bevanda alcolica cinese. La cui diffusione è preminente su scala mondiale perché centrale nel mercato degli spirits in Cina. La nazione di bevitori di alcool più popolosa al mondo, visto che il Paese con la popolazione più grande, l’India, ha una importante quota di oltre 200 milioni di cittadini di fede musulmana che per scelta etico-religiosa non consumano bevande alcoliche.
Il baijiu spopola in Cina
Il baijiu è l’ultima, e più curiosa, delle produzioni cinesi che sta conquistando il mercato globale. Le esportazioni di questo liquore sono previste in crescita mediamente del 4,8% annuo da qui al 20e2, aprendo a un contesto che porterà in un decennio il mercato mondiale del baijiu salire da 321,5 a 513,8 milioni di euro nel periodo 2022-2032. In Cina se ne consumano oltre 7 miliardi di litri l’anno. Come se ogni cinese bevesse mediamente 5 litri di baijiu all’anno. Reuters stima in 163 miliardi di dollari il valore del mercato interno nel Paese per questo prodotto. Si beve più baijiu in Cina di quanto rhum, vodka e whisky si consumino in tutto il mondo.
Col baijiu brindarono Richard Nixon e Mao Zedong nello storico, primo incontro tra gli Usa e la Cina comunista a Pechino nel 1972. Nessuno allora ipotizzava l’ascesa globale di Pechino. Oggi divenuta realtà. E che ha trascinato in alto nelle statistiche il suo liquore simbolo.
Una bevanda tradizionale
Ma che cos’è il baijiu? Il portale dell’International Wines and Spirits Record (Iwsr) ricorda che il baijiu è innanzitutto un distillato. E per la precisione “può essere distillato da riso, miglio e vari altri cereali a seconda della regione, ma l’offerta di altissima qualità è solitamente composta da sorgo rosso. Esiste fin dalla dinastia Ming, rendendolo uno dei liquori più antichi del mondo. Al di là del consumo domestico, i marchi invecchiati più costosi sono un regalo di status popolare tra le classi superiori cinesi. In passato, i marchi di lusso e di fascia alta sono stati ampiamente utilizzati come tangenti dalle comunità imprenditoriali e politiche, sebbene l’attuale governo abbia fermamente represso questa pratica”.
“La produzione di questo alcolico, la cui gradazione può variare tra il 35% e il 60%, è localizzata nella parte centrale del paese, nelle province di Sichuan e Guizhou, dove hanno sede i produttori più importanti e rinomati”, aggiunge sul tema Italia Oggi. L’azienda simbolo, Kweichow Moutai, è la maggiore produttrice di baijiu al mondo e anche il sagace Henry Kissinger, ha ricordato Il Post, diceva che i dirigenti del Partito Comunista Cinese avrebbero potuto risolvere ogni problema “se avessero bevuto abbastanza Moutai”, indicando il baijiu con il nome della sua marca più celebre. Sul cui sito italiano si possono comprare edizioni deluxe, comprese bottiglie invecchiate mezzo secolo dal prezzo a quattro cifre.
Prospettive future
Il baijiu all’estero resta un prodotto di nicchia per intenditori. In Italia c’è una cultura di apprezzatori del baijiu che rimane tutto sommato ristretta, per quanto recettiva a far sorgere, oltre alla Moutai, una serie di filiale locali di produttori cinesi per l’import-export. Ma, come visto, ci sono margini di crescita importanti. E Whisky Club ricorda che il prezzo del baijiu è calato nel mercato interno cinese negli ultimi anni. Aprendo prospettive di mercato che, in futuro, potrebbero commercializzare il “Made in China” anche nel vivace mercato degli alcolici.