Mara Venier è la strega del Nord. Dopo l’infausta puntata festivaliera di Domenica In, la cosa più gradevole che si legge di lei sui social suona più o meno così: “È la zia di tutti, fuorché dei bambini palestinesi”. Per chi avesse vissuto gli ultimi giorni su Urano, i fatti: Ghali ha ribadito il suo “stop al genocidio” in diretta nel pomeriggio del dì di festa su Rai 1. E, pur passato più in sordina, lo ha fatto anche Dargen D’Amico. La conduttrice è andata in iperventilazione, non si vedeva così in imbarazzo dai tempacci della lite tra Zequila e Pappalardo (che, all’epoca, le costò il posto presso il Servizio Pubblico). “Non fate così, mi mettete in difficoltà” si è lasciata sfuggire a microfono drammaticamente aperto, rivolgendosi a tutti i presenti, stampa e artisti.
A fine trasmissione, eccola leggere una nota. Da parte dell’Ad Rai Roberto Sergio che si dissociava da quanto di politico affermato fin lì. Un appello alla pace è, dunque, sovversivo? Sia lode e gloria a tutte le eroine in concorso a Miss Italia dagli inizi del concorso a oggi, militesse ignote fino a oggidì. Mentre Twitter (pardon, X!) minaccia di “cancellare” zia Mara, lei chiude i commenti su Instagram, posta per intero l’intervento di Ghali a Domenica In, chiede scusa, viene sbeffeggiata perfino da Crozza, non sa più quale bottone strucare. Ma la vera domanda è: ehi, che vi aspettavate da Mara Venier? Che fosse Lilli Gruber?
Mara Venier non fa politica, lei fotografa il lato B di Mahmood
Mara Venier e la geopolitica internazionale. Chi mai si sarebbe immaginato che la polemica principale sul menù del giorno avrebbe coinvolto queste due galassie che difficilmente si sono mai date del tu. O potrebbero farlo. Il sospetto, quasi una certezza almeno per chi scrive, è che zia Mara non abbia ancora compreso cosa sia successo realmente, domenica scorsa. È un po’ come spiegare a nonna i meme su Diodato che sequestra Aldo Moro.
Mettiamoci nei suoi panni: la massima preoccupazione che tiene, di media, nel salottino tv di cui è padrona, è che Massimo Boldi non si pisci addosso in diretta causa senilità. Sì, una volta è quasi successo. E lei ha gestito benissimo l’affaire. Nel caso di questa puntata festivaliera, era tutta presa, come era giusto che fosse, a far mossette dietro ad Annalisa che cantava “Sinceramente”, a favor di meme. Appena prima dell’intervento di Ghali, stava fotografando il lato B di Mahmood per mostrare poi ai propri follower Instagram cosa ci fosse davvero sotto quella “Tuta Gold”. D’improvviso, Israele, la Palestina, i bambini che muoiono, deflagra la parola genocidio. Ma che ne sa, Mara Venier? Ci aspettavamo davvero che, così d’emblée, si digi-evolvesse in Lilli Gruber? Ha abbozzato, malissimo, dicendo che “Qui si parla di musica” e interrompendo Dargen D’Amico. Poi, la famigerata nota censoria di Roberto Sergio che la conduttrice ha letto (poteva davvero fare altrimenti?) al pubblico, chiosando con quel terribile “e siamo tutti d’accordo”. Terribile, è vero, ma è successo tutto in rapidissima successione. E se il vostro capo, il vostro capo supremo, vi imponesse, sul lavoro, di dire quella che per voi è una boiata, quanti Braveheart chioserebbero dicendo: “‘Sto c0glione?”.
Zia Mara capra espiatoria per il coraggio che manco noi abbiamo
Mara Venier, una capra espiatoria. Capra sicuro, non c’è ombra di dubbio. Pur ricordando che non siamo qui a parlare di Lilli Gruber ma di una che fa spettacolo, intrattenimento, paillettes nella domenica pomeriggio della Rai. E che il suo lavoro, ascolti alla mano, lo sa pure fare. Parlandoci poi schiettamente, del casino tra Israele e Palestina si parlava poco e niente tra noi comuni mortali, oggi indignitassimi. Ci hanno pensato Dargen e Ghali, tramite il palco dell’Ariston, a farlo diventare dibattito nazional-popolare. E pure qui tutto ciò su cui il popolino, ossia noialtri, ha da discutere è quanto e come sia str0nza Mara Venier, professionista sì ma della censura. Facciamo ridere assai. Facciamo ridere soprattutto perché per impegnare la mente su quanto stia accadendo a Gaza e dintorni, abbiamo bisogno di una sagra di canzonette.
Come, nei mesi scorsi, abbiamo avuto bisogno dello “scandalo” dell’influencer Giulia De Lellis a smarchettar bikini sul Mar Rosso, proprio là dove la gente stava crepando male. Se ne è parlato per una settimana, di Giulia De Lellis e del suo fidanzato armaiolo Beretta, più che altro. E poi basta, siamo passati al granchio blu o a sa Mefisto cosa, nell’ordine. Però Mara Venier è una codarda schiava del potere. Noi? Noi siamo i buoni. Peccato che a surfare un “trend” (terribile che una guerra, qualunque guerra, possa ridursi a un hashtag) siano capaci tutti, perfino i TikToker 13enni. L’onda alta dell’indignazione, ancora una volta, travolge chi capita. Con il tronfio risultato di far chiudere i commenti Instagram a una conduttrice 73enne. Il nostro glorioso “Cessate il fuoco”.