Di Sallustio Santori
Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Le differenze tra l’orgasmo maschile e femminile, le esigenze sessuali delle donne, l’esperienza mistica di Dio come piacere. Siamo su OnlyFans? No, tra le sconcertanti pagine di un manuale scritto da Victor Manuel Fernandez, oggi cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinale di Santa Romana Chiesa. L’autore ha ripudiato il volume pubblicato ormai 25 anni fa. Che però continua a circolare. E a imbarazzare
Fratelli, dopo l’orgasmo: “Non dimentichiamo che la donna ha un ampio complesso venoso attorno alla vagina, il quale mantiene un buon flusso sanguigno dopo l’orgasmo. Per questo motivo è insaziabile. Deve scaricare la congestione pelvica, e poiché non sempre succede, dopo l’orgasmo può aver voglia di altro sesso. La donna chiede più tempo, più attenzione; manca il fatto che il marito le si dedichi un po’ di più dopo aver raggiunto la propria soddisfazione”.
Un po’ di maneggio, suvvia: non potete pensare sempre a voi stessi, perché: “Di solito l’uomo si scarica bene nell’eiaculazione e resta soddisfatto e placato. Termina, poi passa ad altre cose, come se fosse vuoto all’interno. Dopo l’eiaculazione vuole riposare o cerca riposo da qualche altra parte, mentre lei si sente bloccata, in un mix di riposo ed eccitazione che richiede la compagnia dell’amato”. Quindi, tanto per chiarirci, cari maschietti: dopo un sano amplesso carnale non andate a vedervi la Champions League in salotto, sennò la vostra donna ci resta male.
Il volume dello scandalo: eccolo qua!
Ma chi sarà mai questo sessuologo così esperto di sensazioni ed emozioni intime, questo maestro d’alcova che racconta il sesso ricordando che: “Prima dell’eiaculazione l’uomo fa un grande sforzo e nel procedere verso l’orgasmo ancora una volta è il padrone della situazione, finché arriva ad un punto in cui la donna cede completamente, smette di essere padona di se stessa e perde la coscienza della sua libertà”? Uno che sesso non ne fa o non dovrebbe farne o comunque non dovrebbe occuparsi della materia: signore e signori ecco a voi nientepopodimeno che La Passione Mistica – spiritualità e sensualità a cura dell’attuale cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinale di Santa Romana Chiesa Victor Manuel Fernandez.
È questo volumetto d’un centinaio scarso di pagine, pubblicato nel dicembre 1998 in Messico dalle Edizioni Dabar, il testo della discordia che ha sollevato nuove polemiche attorno al tutore dell’ortodossia cattolica, il quale a sua volta ha disconosciuto questa sua prodezza teologico-letteraria scritta quando aveva 36 anni. No no, ha detto Sua eminenza, l’ho scritto ma me ne vergogno e comunque non è libro che dovrebbe andare in giro per il mondo. Eh già: peccato che l’ISBN, la “targa” internazionale del volume, sia 970-652-052-X, e che con questo codice lo si possa rintracciare su tutto l’orbe terracqueo.
L’orgasmo che avvicina a Dio
Eppure le premesse, prima di parlare in un modo così dettagliato e al limite del morboso di sesso, sarebbero anche buone: “Quest’opera è un invito ad un mondo d’amore appassionato che si nasconde nel più profondo del nostro essere”. Vabbè, pare Julio Iglesias però tutto sommato ci siamo: “Qui veniamo invitati a camminare con gli uomini e le donne più passionali della Storia per i sublimi sentieri dell’unione mistica, fino ad arrivare al punto in cui ci sembra di rasentare l’impossibile. Oseremo di vivere quest’avventura”.
E per chiarire che l’autore non è Hugh Hefner o Tinto Brass, l’introduzione si conclude così: “L’autore è sacerdote, dottore in Teologia, ha compiuto studi di Sacra Scrittura e psicologia religiosa a Roma, è perito della Commissione Fede e Cultura dell’episcopato argentino nonché autore di vari libri e articoli di auto-aiuto e spiritualità”. Non c’è dubbio: è proprio il cardinal Fernandez, peraltro come da nome in copertina. E quindi, pagina 67: “Chiediamoci se queste particolarità del maschio e della femmina nell’orgasmo si possano in qualche modo avvicinare alla relazione mistica con Dio”. Olè.
Per il Signore siamo tutti ragazze, dice Fernandez…
Il cardinale cita quindi Carlo Carretto, che fu religioso italiano appartenente ai Piccoli Fratelli del Vangelo, morto nel 1988. “A 23 anni, quando Dio fece irruzione dentro di me col suo Spirito, la relazione con Lui ha cambiato completamente la mia vita… Dio è entrato in me come un amante. all’inizio mi è apparso così bello e caldo, che l’ho visto come una presunzione sentimentale… temevo di essere preda di un romanticismo da due soldi… ma non era così. L’intimità che mi donava era così veritiera, così forte, che lascia tracce, e le lasciava dove i dubbi non erano possibili… non dimenticherò mai l’irruzione del suo Spirito in me. Era realmente l’irruzione di un innamorato pazzo, che mi chiedeva di corrisponderGli con tutta la mia follia. Poi ho capito con l’esperienza che ognuno di noi, sebbene sia maschio, Dio lo chiama al femminile. Quando a casa con Lui, mi rannicchio come una ragazzaina che aspetta tutto da Lui e senza la pretesa di sapere tutto… tutta la spiritualità dell’uomo biblico è femminilità: recettività, disponibilità, attesa, desiderio di piccolezza, servizio, adorazione… peraltro le donne sono le più disponibili al richiamo religioso”.
Commento del cardinale: “Carlo Carretto, un uomo di caratteristiche marcatamente mascoline, ci racconta che nel suo incontro più bello con Dio, si è sentito come una ragazzina innamorata, cosa che non lo ha infastidito né si è rivelato contrario alle sue inclinazioni più profonde, semmai dolce e meraviglioso. (…) Però diciamo, più precisamente, che nell’esperienza mistica Dio tocca il centro più intimo dell’amore o del piacere, un centro nel quale non interessa affatto se siamo maschi o femmine. E in questo centro, siamo tutti sensibili e viviamo un’esperienza nella quale non siamo pienamente padroni di noi stessi”. Come la donna nell’orgasmo. Siamo tutti femmine, insomma, e tanti saluti a Renato Zero che in Sesso o Esse, brano del 1976, cantava: “L’amore non è godere, l’amore non è un affare, non è un modo di dire l’amore”. A questo punto chissà se gli angeli abbiano e facciano sesso, ma non lasciamoci trasportare.
I gay godono, ma…
E i gay? Le lesbiche? Pure loro godono di Dio? Se parliamo di unioni mistiche la risposta è sì, se parliamo di inclinazioni sessuali no: “Tutti, facendo un cammino adeguato, possiamo avere un’esperienza più completa dell’amore di Dio, esperienza che sani la nostra affettività malata, la nostra emotività sofferente, che ci renda più allegri nel nostro impegno quotidiano, che ci renda più liberi e felici. Ma questo non significa necessariamente che tale esperienza goduriosa dell’amore divino, se la raggiungo, mi libererà di tutte le mie debolezze psicologiche. Non significa, per esempio, che un omosessuale necessariamente smetterà di esserlo. Ricordiamo che la Grazia di Dio può coesistere con debolezze e anche con peccati, quando vi è un condizionamento molto forte. In questi casi, la persona può compiere cose che oggettivamente sono peccato, ma non essere colpevole e non perdere la Grazia di Dio né l’esperienza del suo amore”
Ed ancora: “Può esserci una religiosa che faccia grandi sacrifici per essere fedele alla propria verginità, perché la sua psiche ha un forte condizionamento in questo senso e, tuttavia, avere al tempo stesso una splendida esperienza dell’amore di Dio più autentica, che la faccia felice”. Insomma, non è questione di sesso anche se uomini e donne si accoppiano. Più o meno misticamente: “Diciamo che per raggiungere un’esperienza goduriosa e appassionata dell’amore divino c’è una cooperazione più importante di tutte: gli atti d’amore verso il fratello. Tutti gli atti generosi, tutti i servizi affettuosi che prestiamo agli altri, ci permettono che la nostra esperienza di Dio sia bene incamminata”.
Sesso matrimoniale benaccetto a Dio
Ma allora, il sesso è santo o no? “Perché il sesso non sia solo una forma di sfruttamento e consumazione reciproca, è indispensabile che nella coppia ci siano altre preoccupazioni e, soprattutto, che l’amore reciproco si apra per cercare uniti la felicità degli altri. Lottare uniti per qualcosa, uscire dal recinto asfissiante della coppia, impedisce che il piacere si azzoppi o muoia, perché così si mantiene il cuore aperto”.
E quindi: “Di fatto, nell’immagine cristiana di Dio, l’amore tra Dio Padre e suo Figlio si apre necessariamente ad una terza Persona, lo Spirito Santo. Per questo motivo, tutto l’autentico amore di coppia, fonte dei migliori piaceri, è aperto anche agli altri. Il piacere che non produce solo uno svuotamento momentaneo, ma che pianifica e dà felicità, è ciò che è unito all’amore e l’amore è la vera santità”. Insomma, sesso senza amore no, sesso a malincuore no. Dev’essere sempre sesso con amore, sennò il gioco non vale, dice Fernandez.
“E tanto unito è il piacere alla santità che, secondo San Tommaso, se l’uomo fosse libero dal peccato proverebbe ancora più piacere nelle relazioni sessuali”. Tanto che: “Nella mentalità di San Tommaso, la relazione sessuale nel matrimonio (…) può essere un atto meritorio, che fa crescere la perfezione di un essere umano agli occhi di Dio”. Cosa che, a quanto pare, è comune anche ad altre religioni se un teologo egiziano del ‘400 afferma “Lodato sia Allah, che rende i peni duri ed eretti come lance per far la guerra alle vagine”. Amen, non abbiamo altro da aggiungere.