Riapre la chiesa dove è stata uccisa, a Potenza, Elisa Claps. E, assieme alle porte della Santissima Trinità, si spalancano le polemiche per la messa tenuta da Salvatore Ligorio, che ha celebrato la prima funzione domenicale dopo la riapertura al culto della chiesa. All’esterno fischi e urla da parte di centinaia di persone che hanno gridato alla “vergogna” contro una Chiesa ritenuta “omertosa”.
Elisa Claps, Sgarbi: “”La religione cristiana non ha niente a che fare con i comportamenti dei singoli”
A True-News.it Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, si oppone fermamente alle polemiche: “La religione cristiana non ha niente a che fare con i comportamenti dei singoli, chiedere la chiusura della Chiesa è una roba da musulmani che distruggono il patrimonio”.
Per Sgarbi “è giusto riaprire la chiesa perchè, al di là dei responsabili dell’omicidio e delle inchieste, non deve essere un luogo di terrore. Anzi, l’unico modo per tenere viva la memoria della ragazza è celebrare le funzioni. I sacerdoti colpevoli devono essere puniti ma sia i sacerdoti sia i fedeli di oggi non devono pagare per episodi avvenuti nel passato”.
Elisa Claps, il caso riaperto da una docu-serie
Nel sottotetto della struttura, il 17 marzo 2010, venne ritrovato il cadavere della studentessa potentina Elisa Claps, scomparsa il 12 settembre 1993. Lunghe indagini, macchiate anche da numerosi depistaggi, hanno portato alla condanna con sentenza irrevocabile a 30 anni di carcere per Danilo Restivo, uno spasimante della ragazza. Tornato al centro dell’attenzione mediatica dopo un podcast curato da Pablo Trincia per Sky Tg 24 a cui ha fatto seguito una serie tv.
Sgarbi: “Il passato non deve prevalere sul presente”
Ancora una volta un lavoro di indagine di genere true-crime, settore che traina il mondo del racconto sonoro e attira l’interesse di sempre più utenti, riporta in vita storie sopite ma mai dimenticate. E risolleva polveroni. Sgarbi illustra un esempio per spiegare la “damnatio memoriae” che colpisce persone ma anche luoghi: “L’altro giorno ero in un luogo bizzarro a Torino, che era stata casa della liberazione dei Partigiani e prima luogo della Gestapo. Ma non ha nulla a che fare con la destinazione d’uso attuale. Allora non dobbiamo visitarlo perchè c’era la Gestapo?”. Il messaggio del sottosegretario è chiaro: “Il passato non deve prevalere sul presente”.