Perchè leggere questo articolo? Fedez denunciato per essersi messo a capo di un blitz punitivo nel cuore della notte a Milano. Baby Gang dal carcere rivendica il suo status di artista “rinnegando” le pistole. Ma lo scambio di personalità non si attaglia a nessuno dei due…
Tu quoque, Fedez? Il rapper si trova denunciato per rissa, lesioni e percosse in concorso. Protagonista di una vicenda dai contorni ancora decisamente oscuri: un violento litigio esploso alla discoteca The Club di Milano tra lui e Cristiano Iovino, il 37enne personal trainer già al centro delle cronache per il divorzio tra Francesco Totti e Ilary Blasi. Alla lite ha fatto seguito un “blitz punitivo” che avrebbe visto Fedez assieme ad altre 8-9 persone, prevalentemente ultra del Milan, attendere a bordo di un mini-van Iovino davanti a casa sua. Dove l’uomo sarebbe stato pestato. Manca una denuncia della vittima, ma ci sono telecamere e testimonianze che collocherebbero Fedez sulla scena del reato. Anche se lui nega, con veemenza. Ed ora, riferisce Ansa, si apprende che ci sarebbe stato un altro episodio in cui Fedez avrebbe rotto il naso a una persona. Vicenda archiviata per mancanza di denunce.
Fedez: un blitz incoerente con la sua immagine pubblica
Ci muoviamo su terreni decisamente inusuali per Federico Lucia, la cui immagine pubblica costruita nel tempo con meticolosa cura è quella di un artista, personaggio tv e imprenditore impegnato, padre amorevole dei figli, naturale testimonial di campagne per la salute – anche mentale – soprattutto dopo l’inizio della sua battaglia con il tumore al pancreas. Di litigi, controversie, scazzi Fedez ne affronta di continuo, su base quotidiana. Ma si tratta di dissing in favore di social e per questo del tutto innocui. Sempre coerenti con il suo story-telling ed il consolidamento (o la tutela) della sua immagine mediatica. Altro è mettersi nel cuore della notte a capo di un commando di picchiatori. Sporcarsi le mani come un Baby Gang o un Simba La Rue.
I trapper “condannati” a delinquere
Pare quasi naturale cogliere i segni di una persona che sta attraversando una fase di incertezza dopo la traumatica separazione da Chiara Ferragni. Altri potrebbero pensare che, al contrario, ora che si è aperta la gabbia dorata in cui Fedez ha vissuto negli ultimi anni, stiano affiorando in superficie aspetti della sua personalità che non erano noti. Speculazioni. Quello che appare certo è che le cronache della presunta rissa ci mettono di fronte ad un Fedez inedito. Che confonde e probabilmente disturba i suoi fan. Perchè Fedez, per l’appunto, non è Baby Gang o Simba La Rue o Baby Touchè. Trapper la cui immagine deve essere quanto più rispondente a quella dei bad guy. Con una necessaria consequenzialità di azione fatta di aggressioni, rapine, risse, detenzioni di armi. Il codice della trap richiede questa identità tra personaggio pubblico, testi dei canzoni e vita reale. Il valore più importante, nel loro universo disvaloriale, è l’autenticità.
Baby Gang rinnega le pistole: “E’ un artista”
Salvo poi dover fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. Dal carcere, dove si trova condannato per rapina ed altri reati, Zaccaria Mouhib, alias Baby Gang, ha chiesto negli scorsi giorni di poter tornare ai domiciliari. Peccato che ai giudici non sia piaciuto affatto che sui suoi profili Instagram abbia nel frattempo continuato a postare foto nelle quali impugna una pistola. Immagini che andrebbero “lette alla luce del loro significato simbolico e artistico” e che “hanno come unico scopo quello di enfatizzare il carisma del trapper Baby Gang” in vista dell’uscita dell’album, ha provato a spiegare il suo avvocato Niccolò Vecchioni. Insomma: Baby Gang non fa sul serio, è un artista. Un tentativo di legittimazione che porta il trapper a compiere il percorso inverso di quello che vede in questi giorni protagonista Fedez. Abiti che per motivi opposti però non sembrano vestire bene nessuno dei due.