Perchè leggere questo articolo? In arrivo nuove regole dettate da Agcom per il mondo degli influencer post “pandoro-gate”. L’intervista a Jacopo Ierussi, presidente di Assoinfluencer, il sindacato dei content creator digitali, rivela che la decisione di Agcom non è un semplice effetto del caso Ferragni. Si tratta di una mossa studiata a lungo per regolamentare il settore senza soffocarlo.
Altro che il risonante “fate i buoni” della nota pubblicità Balocco. Lo scandalo del “pandoro-gate” di Chiara Ferragni ha fatto rivoltare l’opinione pubblica, facendo tremare il mondo dorato dei social e dell’influencer marketing. La vicenda rischia di aver cambiato per sempre le carte in tavola dell’intero sistema. Infatti Agcom, l’Autorità garante delle comunicazioni, ha posto dei paletti che regolamentino anche i creatori di contenuti digitali, equiparandoli ai fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici. Un tavolo tecnico e nuove linee guida, basate sul Testo Unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi, stabiliscono che anche gli influencer con almeno un milione di follower e un engagement del 2% debbano rispettare regole di trasparenza e responsabilità. Indicando in modo evidente e chiaro la presenza di sponsorizzazioni e contenuti pubblicitari sui loro post. Sanzioni fino a 600mila euro o sino all’1% del fatturato sono previste nel caso in cui non si tutelino i minori.
Agcom dunque detta la linea verso una maggiore regolamentazione. Che gli stessi influencer, a quanto pare, auspicano. “Bene il tavolo tecnico, una base che deve essere affinata. Ma non tutti i content creator possono essere equiparati ad editori”. Così Mauri Valente, influencer e vicepresidente di AICDC, Associazione Italiana Content & Digital Creators, intervistato da True News. Per comprendere ancora meglio le reazioni del mondo social, abbiamo approfondito la questione ascoltando il parere di Jacopo Ierussi, avvocato e presidente di quello che si configura come il vero e proprio sindacato degli influencer, ovvero Assoinfluencer.
Avvocato Ierussi, Agcom ha dettato nuove regole e alcuni influencer si sono già espressi positivamente a riguardo. Voi di Assoinfluencer e i vostri associati cosa ne pensate?
Come Assoinfluencer – Associazione Italiana Influencer abbiamo partecipato alla consultazione pubblica a pochi mesi di distanza dal nostro intervento a Napoli durante la Conferenza ERGA presieduta dal Presidente Lasorella. Trattasi di una iniziativa costruttiva e condivido la linea di Massimiliano Capitanio che la sta portando avanti per regolamentare e non castrare il settore, tra l’altro con una fonte giuridica flessibile e non rigida a differenza di leggi, decreti legislativi, etc.
Temete ulteriori giri di vite? Quanto rischia di essere danneggiato l’intero settore dall’affaire Balocco-Ferragni?
I due episodi non sono collegati. La questione era già nell’aria sin da quando è stata emanata la Legge sugli Influencer in Francia. Gli unici ad aver pagato le conseguenze di detta vicenda sono Chiara Ferragni e la Balocco.
C’è chi sostiene che le regole di ingaggio tra Balocco e Ferragni siano in realtà la normalità per gli influencer: è così? Esistono contratti standard che regolano queste partnership?
Assolutamente falso. Trattasi tra l’altro di una collaborazione d’eccezione che vede il lancio di un prodotto in co-branding su larga scala tramite la grande distribuzione. Non esistono contratti standard, ma che ci siano delle norme che regolano questo tipo di rapporti ce lo insegna propria la suddetta vicenda, fermo il suo essere ancora in fase di accertamento e definizione.
Si va verso una “regolamentazione” del sistema influencer: voi stessi siete nati come sindacato di categoria. Provocazione: non è che si finirà a creare un albo o un ordine come per i giornalisti?
Noi ricadiamo nell’ambito della L.n. 4/2013 per le professioni non ordinistiche e non iscritte ad ordini e collegi. Trovo molto difficile che ci possa giungere alla creazione di un albo, ma soprattutto che una simile soluzione possa risultare efficiente per la nostra categoria.
Quanti e quali influencer si iscrivono alla vostra associazione? Che tipo di supporto fornite loro?
Luis Sal, Giorgio Calandrelli, Emanuela Spernazzati, Angelo Greco, Fabio Farati, Raffaello Corti… Abbiamo tra i nostri iscritti sia micro che macro influencer. Mettiamo a disposizione numerose convenzioni commerciali nonché una assistenza legale e commercialistica di base. Più nello specifico, operiamo con consulenti legali e fiscali di chiara fama che conoscono le complessità del settore e offrono un’assistenza di base a prezzi più che concorrenziali. Stiamo lavorando anche per ampliare l’offerta in questo senso, ma il criterio di selezione dei nostri partner è sempre il medesimo: aver già collaborato con dei content creator. Non è un’industria che ammette improvvisazione e c’è chi ha già fatto danni in passato; da qui la nostra rigidità. Vogliamo che i nostri iscritti possano avvalersi di un vero e proprio kit di sopravvivenza.