Joker 2 è l’auto-sabotaggio più masochistico e pirotecnico della storia del cinema. Dimenticate ogni critica sociale, il sublime ritratto della malattia mentale, dimenticate tutto ciò che di bello c’è pur stato. Perché Joker 2 è il pagliaccio Baraldi perso in La La Land.
Questo sequel non s’aveva da fare, questo Joker 2 è vilipendio. Mentre scorrono i titoli di coda, viene da fissarli brutto, come si fa con chi ti sorpassa sulla destra in autostrada. Lo vuoi vedere in faccia, quel cogli0ne, vorresti avere nome e cognome per segnalarlo alla scuola guida di Topo Gigio in cui ha, senza dubbio, rubato la patente. Scritto e girato dallo stesso regista del primo film, Todd Phillips, qui non funziona niente. Verrebbe da prendere il telefono e chiamarlo, Todd. Dirgli: “Ma davvero ti sei presentato alla Mostra del Cinema di Venezia con ‘sta pagliacciata? Todd, hai considerato la terapia? Perché guarda che non ti vuoi bene, questo è l’auto-sabotaggio più masochistico e pirotecnico della storia del cinema, dell’umanità, della flora, della fauna, di sempre. Non riagganciare, Todd, siamo preoccupati. Non soltanto incazzati come dei puma. Dobbiamo almeno sapere che ti sei reso conto, che ti vergogni, Todd”.
Duecento milioni di budget spesi per ferire, una trama inesistente almeno quanto l’approfondimento psicologico dei personaggi, va a finire che ci si ritrova a fare il tifo per le guardie. Joker 2 è ciò che un cinquenne avrebbe potuto disegnare coi pastelli a cera dopo aver visto Joker al cinema. Abbozzato da morire, ridicolo, fastidiosissimo pure a livello acustico. Visto che il “film” sta ricevendo soltanto pernacchie, avrete letto quanto l’idea di farlo diventare un musical tout court si sia rivelata fallimentare. Ecco, dimenticate ogni critica sociale, il sublime ritratto della malattia mentale, dimenticate tutto ciò che di bello c’è pur stato. Perché Joker 2 è il pagliaccio Baraldi perso in La La Land.
“Tanto la gente andrà a vederlo lo stesso”, così è nato Joker 2
Leono d’Oro a Venezia, due Oscar, Joker è stato il film vietato ai minori più visto nella storia del cinema. Un successo innegabile e straordinario, una favola meravigliosa che aveva già trovato il proprio finale. Poi, una brutta mattina, la Warner Bros ha chiamato Todd Phillips e gli ha detto: “Adesso ce ne tiri fuori un altro”. Vogliamo immaginare il regista oltremodo titubante: “Ragazzi, ma io non ho più niente da dire…”. “Non ce ne frega un cazz0, Todd, ti riempiamo di milioni, ti diamo pure Lady Gaga, fai ‘sto sequel e non rompere i maroni. Che tanto la gente andrà a vederlo lo stesso”. E così adesso Joker 2 è nelle sale, brutto quanto un frontale tra il pagliaccio Baraldi e La La Land, appunto.
Ritroviamo Arthur Fleck carcerato e vessato dai secondi infami. Pluriomicida psicopatico, così lo considera la società e in effetti cinque/sei persone le ha pur ammazzate, va in giro sereno senza manette per la maggior parte del tempo. Tutti gli chiedono ossessivamente di raccontare una barzelletta. Perché è una sagoma, Arthur, si sa. Ricordate la condizione di cui soffriva, quella che lo portava a ridere ossessivamente quando provava emozioni negative (ossia, sempre)? Bene, gli sceneggiatori no. Glielo lasciano fare in tre scene in croce. Finché l’internata piromane Harleen “Lee” Quinzel (Lady Gaga), come lo vede, si mette a cantare, lui pensa di aver trovato l’amore e digi-involve in un dodicenne alle prese con le primissime erezioni. Direte: “Vabbè, ma almeno ci sarà una colonna sonora della madonna da streammare su Spotify!”. No.
“Facciamoli cantà, così, de botto, senza senso”
Le canzoni sono più o meno sempre le stesse e vengono bisbigliate da questa coppia di pazzi furiosi. Bisbigliate sì, perché stanno in carcere, in un’aula di tribunale, in posti dove non si può fare troppa caciara, insomma. E, a quanto pare, ci tengono al bon ton. Il musical, dunque, non è un problema in sé. Il problema è che assume i contorni della litania, di un eterno salmo responsoriale. À Deux, per carità. Anche il primo film, a ben pensarci, era un musical. Togliendo le scene in cui Phoenix ‘danza’, se ne andrebbero tre quarti d’ora. E sarebbe un peccato. In Joker 2 il musical è stato brutalizzato nel montaggio con la cazzuola, soltanto perché chi ha ‘scritto’ ‘sta roba non sapeva dove andare a parare. Soltanto perché, appunto, la gente andrà a vederlo lo stesso.
Alcuni coraggiosi promuovono la maestria di Joaquin Phoenix per salvare qualche cosa, almeno una, di ‘sta pagliacciata. Che Joaquin Phoenix, però, sia un gigante della recitazione lo sappiamo dagli anni Novanta, bimbi. Lady Gaga, pure lei, non è un’improvvisata davanti alla telecamera. Solo, qui deve aver avuto poco tempo (o interesse). Le scene di coppia, cioè quelle in cui i due attori stanno fisicamente nella stessa stanza, sono pochissime. Lady Gaga più che Harley Quinn è una quindicenne che per Halloween ha deciso di pittarsi il muso da Harley Quinn. O da Joker femminista. Infatti, lo fa ogni 5 minuti, quasi sempre in una location che pare tantissimo il camerino del backstage di un suo concerto. E che, probabilmente, lo è. L’estetica e la fotografia, comunque pregevoli, non bastano a salvare un film che nemmeno dovrebbe avere il barbaro coraggio di definirsi tale. Joker 2 è soltanto una sequenza di pressoché belle immagini da guardare, se proprio, senz’audio. State a casa, per carità.