Perchè leggere questo articolo? Il massmediologo Klaus Davi: “Da Francesco caduta di stile, ma era un messaggio politico interno alla Chiesa. Che non è più omofoba”. L’intervista
(di Sallustio Santori)
Le parole del Papa su “frociaggine” nella Chiesa e “checche” da non ammettere in seminario circolate sulla stampa? Tutto sommato, per il massmediologo Klaus Davi, non contano. E lo dice chiaramente a true-news.it: “Non l’ho visto come un messaggio a noi gay, ma come un messaggio politico interno alla Chiesa. Cioè a quella consolidata lobby vaticana di omosessuali che esiste da sempre”. “Anche perché – continua Davi – il Papa dice: ‘Evitiamo la frociaggine’, cioè: ‘State esagerando nella selezione dei seminaristi’. È chiaramente una cosa interna. La frociaggine di cui parla il Papa si riferisce all’esibizione palese dell’omosessualità, da checche, che secondo lui è eccessiva”. Per cui: “Non credo più che la Chiesa sia omofoba. Semplicemente ci sono varie anime, vari gruppi di sensibilità e da questo punto di vista il Papa forse gli è sfuggita di mano una battuta, una considerazione dal punto di vista prettamente di linguaggio”. E su un futuro Papa dichiaratamente gay? “Non m’interessa che ci sia un Papa omosessuale, ti dico la verità. M’interessa che la Chiesa prosegua nel tracciato di Papa Bergoglio”. L’intervista.
Il Papa che parla di “frociaggine” e “checche” come un Generale Vannacci qualunque, poi un altro audio in cui il Papa dice che il chiacchiericcio è da donne e loro portano i pantaloni. E infine Lucetta Scaraffia, la storica cattolica che oggi attacca Francesco sui silenzi sugli abusi sulle monache nei monasteri. Ma che sta succedendo nella Chiesa?
Intanto il Papa ha chiesto scusa per il linguaggio: evidentemente è una caduta di stile, è indubbio. Ha sbagliato però ho apprezzato, da giornalista, osservatore ed omosessuale, il suo chiedere scusa. Perché purtroppo capita a tutti, soprattutto nell’era dei social, di dire delle cavolate e fare delle gaffe. Sicuramente posso capire il Papa che è sotto pressione per tante cose ma devo dirti la verità: non l’ho visto come un messaggio a noi gay, ma come un messaggio politico interno alla Chiesa. Cioè a quella consolidata lobby vaticana di omosessuali che esiste da sempre: si è parlato di vari prelati ed anche molto più in alto… la lobby gay, intesa come lobby all’interno del Vaticano è sempre esistita ed è accettata, consolidata ed ha una sua filiera che va dai seminari agli arcivescovi. Mi è sembrato più un messaggio a questa lobby che ad un universo gay o alla persona gay. Perché come omosessuale o come osservatore devo dire che questo Papa ha fatto grandi passi avanti, quindi devo dirti che non credo ce l’avesse con noi, devo essere sincero: do più una lettura politica che di categoria sessuale.
Ma il messaggio alla lobby gay vaticana qual è?
Datevi una regolata, state esagerando. Traduco: noi siamo stati inclusivi, siamo stati tolleranti, chiudiamo un occhio o mezzo, ma qui si sta esagerando. Quindi il messaggio è più politico, interno al Vaticano. Ma più, ti ripeto, interna al mondo gay del Vaticano e alla lobby gay del Vaticano che non rivolta alla frociaggine nostra (ma la mia è una lettura e poi può anche essere sbagliata). Anche perché lui dice: “Evitiamo la frociaggine”, cioè: “State esagerando nella selezione dei seminaristi”. È chiaramente una cosa interna. La frociaggine di cui parla il Papa si riferisce all’esibizione palese dell’omosessualità, da checche, che secondo lui è eccessiva. È chiaro che se mi domandi se sia elegante no, non lo è. È un Papa che dimostra un doppio standard nelle valutazioni: però, siccome è un Papa che alla fine apprezzo per quello che ha fatto, per i messaggi che ha dato, si è trattato di una caduta di stile ma dovuta da questioni interne. Poi per carità le motivazioni sono altre: l’ho visto più come un messaggio agli arcivescovi, ai vescovi, al gruppo gay. Perché c’è: ed è interna, non doveva uscire. Era un messaggio interno, non doveva uscire: era ai vescovi e quindi era a loro il messaggio.
Evidentemente a qualcuno non piaceva…
…e l’ha fatto uscire. Probabilmente qualcuno della lobby gay. Chi ha interesse a farlo uscire? La lobby conservatrice diciamo che vuole un successore di Jorge Mario Bergoglio conservatore, in linea anche con i flussi politici mondiali. La lobby gay ha interesse perché viene fuori questa caduta di stile pesante: quindi queste due lobby potrebbero essere state quelle che hanno fatto uscire il messaggio.
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la Vita e altra voce molto ascoltata in Vaticano, dice: vabbè, però per me se un gay rispetta il celibato può fare tranquillamente il sacerdote. Però è altrettanto vero che le istruzioni della Congregazione per il Clero del 2016 dicono chiaramente che un candidato gay, che supporta la cultura gay o gli atti omosessuali non possa essere ammesso al sacerdozio. La domanda è allora: la Chiesa ha il diritto di dire questi no? Soprattutto, è ipocrita verso gli omosessuali? Con una mano il Papa dice: “Chi sono io per giudicare?”, autorizza le benedizioni alle coppie homosex ma poi chiude i seminari ai gay? È schizofrenia, ipocrisia od omofobia?
No, al Papa è sfuggita di mano la situazione.
E per quanto riguarda la Chiesa: è omofoba o sostanzialmente schizofrenica, visto quello che dice il Papa?
No, non credo più che la Chiesa sia omofoba. Semplicemente ci sono varie anime, vari gruppi di sensibilità e da questo punto di vista il Papa forse gli è sfuggita di mano una battuta, una considerazione dal punto di vista prettamente di linguaggio. Ma non penso che pensi queste cose così. Poi, la Chiesa ha tante anime, tante considerazioni… non mi sentirei di giudicarlo per questo.
Ma allora, secondo lei ci sarà domani uno spazio anche per un pontefice dichiaratamente omosessuale?
Non credo, non credo.
Quest’argomento sarà sempre avvolto da ipocrisia?
No, non so se ci sono stati. Si dice ci siano stati Papi gay, ma la Chiesa, nei prossimi 100 anni, aprirà sempre di più. Accoglierà, non incrementerà l’omofobia ma non credo che si arriverà – penso – a quei livelli lì.
Allora diciamo che ci vorranno 100 anni ancora?
Ma non m’interessa che ci sia un Papa omosessuale, ti dico la verità. M’interessa che la Chiesa prosegua nel tracciato di Papa Bergoglio.