Quale futuro per la scuola italiana in una fase in cui la ricerca dei talenti e del merito è centrale per il futuro del Paese? Quali prospettive per un’istruzione che deve saper coniugare la sua vocazione unitaria e universalistica con la necessità di premiare e valorizzare l’eccellenza? Questi i temi al centro de La scuola dei talenti, il più recente saggio del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, edito per i tipi di Piemme, che sarà presentato il prossimo 25 marzo a Milano, nella cornice dell’Auditorium Galdus di Via Pompeo Leoni.
Valditara discuterà del tema in una tavola rotonda moderata dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti in cui la questione dell’educazione e quella della meritocrazia saranno al centro.
A discutere dei temi che Valditara mette al centro del saggio, come quello del sapere, dell’autorevolezza dell’istruzione, della responsabilità e della promozione dei valori della Costituzione e delle libertà attraverso un’istruzione attiva e la valorizzazione della pedagogia un parterre di peso.
Chi ci sarà alla presentazione di Valditara
Interverrà Mario Rusconi, preside del Liceo Scientifico Pio IX Aventino di Roma, da sempre in prima linea per promuovere una visione dell’istruzione che coniughi rispetto dei ruoli e valore dell’educazione, culturale e non, data dalla scuola. Al suo fianco Loredana Perla, Direttrice del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Università degli Studi di Bari Aldo Moro. E tra i relatori ci saranno anche Emanuele Boffi, direttore della rivista Tempi, e Massimo Tonarini, presidente di Cdo Opere Educative.
Si discuterà della funzione che la scuola deve saper svolgere nella società moderna, partendo da quella visione di un’azione maieutica che dal libro di Valditara si delinea. L’obiettivo? Una scuola e un’istruzione che partano dall’individuo come destinatario principale, dalla centralità dello studente destinato a diventare figura del corpo sociale. E sappiano dunque ribadire il valore della lotta alla povertà educativa e all’abbandono scolastico, così come rafforzare qualità e efficienza del corpo docenti. Dando merito al talento per permettere di alzare le prospettive dell’educazione, senza lasciare indietro nessuno.