Perché leggere questo articolo? Dai campi da basket, alle scarpiere della GenZ, fino alle passerelle. Passando per i quartieri dei maranza. Le Jordan, nate ormai 40 anni fa, sono oggi più che mai un vero e proprio status symbol. Oggetti di culto e desiderio, le sneakers trainano il settore sempre più ricco dello streetwear e sono capaci di generare nuovi mercati ed economie parallele.
“Le chiameremo Air Jordan, perché lui – Michael Jordan – vola”. E dopo quarant’anni le sneakers del più grande cestista di tutti i tempi hanno davvero spiccato il volo. Rivoluzionando la moda, il costume e il marketing. Quelle ali di plastica hanno infatti saltato oltre i confini del basket e del tempo, fino a diventare status symbol della cultura popolare di massa. Vero oggetto di desiderio e di culto per i giovani d’oggi, espertissimi conoscitori e appassionati collezionisti di ogni singolo modello. Capaci di spendere oltre 300 euro per gli ultimi drop dei marchi di maggiore tendenza, ancora meglio se personalizzati.
Quello delle sneakers è un vero e proprio impero in continua crescita, che potrebbe raggiungere un fatturato di 95 miliardi di dollari entro il 2025. Un universo a sé che corre parallelo e al contempo interseca il mondo del fashion. Con un business paragonabile a quello delle opere d’arte, in grado di raggiungere i 10mila dollari per un solo paio di Nike Air Jordan 1 serie originale. A tanto è arrivata l’asta di vendita delle iconiche scarpe da basket degli anni Ottanta. La Gen Z sembra dunque andare matta per le sneakers e in generale per tutto lo sportswear. Un mercato costola del successo dei brand di scarpe da ginnastica, tornato popolarissimo con tute, maglie e shorts da basket o da calcio venduti anche a prezzi molto elevati.
Air Jordan, il culto delle sneakers sempre al passo con i tempi
Si scrive sneakers ma si legge Nike Air Jordan. Queste scarpe hanno rivoluzionato il mondo delle calzature sportive – e non solo. Il primo modello Jordan 1 è stato lanciato sul mercato nel 1985 da Nike, intravedendo nel giovane atleta emergente Michael Jordan un grande potenziale di marketing. Esteticamente belle, confortevoli e performanti grazie alle tecnologie di ammortizzazione dell’aria inserite nella suola, le Jordan furono subito apprezzate e indossate dalle star della pallacanestro. Diventando in poco tempo un must have dei playground di tutta America e parte integrante della cultura metropolitana afroamericana, che vedeva proprio in queste scarpe il simbolo di un lusso per la prima volta accessibile e rappresentativo.
Il segreto del più ambito brand di sportswear al mondo è l’aver saputo sfruttare il volto del famoso giocatore di basket, associandolo a un prodotto sempre innovativo e sempre attuale. Capace di entrare nell’immaginario collettivo modello dopo modello, facendo abilmente leva sulla cultura pop. Così le Jordan, ormai adottate per ogni occasione, sono oggi diventate un’icona che accomuna generazioni diverse. Dalla gente comune ai vip. Tanto da diventare fenomeno di culto dallo straordinario successo commerciale. E Michael ringrazia, continuando a guadagnare in virtù dei diritti per ogni singolo esemplare venduto.
I maranza, i nuovi guru della moda
Full look Nike, sneakers, tuta acetata e tracolla firmata. È questa l’uniforme preferita dei giovanissimi della Generazione Alpha, ovvero quella nata dal 2010 in poi, il cui stile di tutti i giorni ha un volto per eccellenza: i maranza. Sono loro i nuovi guru dell’attuale moda giovanile, talmente influenzata dall’estetica di questi zarri 2.0 che tutti i ragazzi d’oggi considerano normale indossarla in qualsiasi occasione. Anche a scuola, come dimostra il recente caso della studentessa di una scuola media di Mediglia, nel milanese, cacciata dall’aula per essersi presentata con dei pantaloni da basket ritenuti poco consoni all’ambiente scolastico. A favorire l’impatto e la diffusione di questo stile sempre più sportswear e streetwear ci ha pensato TikTok, il media più popolare tra le nuove generazioni, capace di creare e lanciare tendenze in pochissimo tempo. Come quella del Block Core, il cui look ruota tutto intorno alle maglie dei calciatori, decontestualizzate dall’ambiente sportivo. Una moda diventata virale a tal punto da spingere un marchio come Adidas a crearne una linea dedicata.
Tutti pazzi per le sneakers: i nuovi mercati di un impero miliardario
Con una produzione di circa 24 miliardi di paia di scarpe all’anno, le sneakers sono arrivate a definire e dominare lo streetwear più di ogni altro capo di abbigliamento. Anche grazie alle frequenti collaborazioni con brand di moda internazionali e celebri testimonial. Molti ritengono che quello delle scarpe da ginnastica sia un microcosmo che riflette e rivela lo stato attuale del capitalismo e del consumismo.
Non a caso, negozi di sneakers temporanei e di basso profilo stanno proliferando in tutto il mondo e fanno parte di un’enorme industria di rivendita che ha generato economie parallele e nuovi mercati. Tra questi ci sono i reselling, siti specializzati in rivendita di sneakers come StockX, Grailed e Flight Club, che consentono di acquistare modelli di scarpe da ginnastica o capi d’abbigliamento in tiratura limitata per poi rivenderli a prezzi maggiorati.
Ma non ci sono solo le rivendite. Alcune piattaforme organizzano anche aste e “raffles”, cioè lotterie di lancio che estraggono a sorte i vincitori di nuovi modelli. Il “campout” invece permette agli sneakerhead (i collezionisti di scarpe) e a tutti gli altri acquirenti di evitare interminabili file fuori dai negozi per accaparrarsi gli ultimi modelli, semplicemente registrandosi in anticipo. Inoltre, è possibile creare legalmente il proprio e-commerce e vendere con partita Iva gli acquisti fatti in precedenza. Insomma, oltre che una moda, il culto delle sneakers può diventare un vero e proprio lavoro.