“Sebbene lo voglia essere, non è una legge inclusiva“. Lucia Palermo, la ragazza esclusa dal concorso per l’ingresso della Guardia di Finanza nonostante abbia superato il tumore alla mammella, non è completamente soddisfatta dopo l’approvazione dell’attesa legge sull’oblio oncologico. Il testo sancisce il diritto all’oblio per coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche con l’obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti.
Legge oblio oncologico, l’approvazione
Il via libera definitivo e all’unanimità al disegno di legge è arrivato dall’Aula del Senato due giorni fa, dopo l’ok già ricevuto dalla Camera, con 139 voti favorevoli. Un lungo applauso con i senatori in piedi ha seguito il voto dell’assemblea. Plaudono oncologi e associazioni ed il ministro della Salute Orazio Schillaci ha parlato di una “una legge di civiltà”. Ma ci sarebbero dei limiti.
Oblio, Lucia Palermo: “La legge continua non essere inclusiva, è monca”
Come spiega Lucia, la cui battaglia, partita da una petizione, sostenuta da oltre 58mila persone, continua: “La legge continua non essere inclusiva, è monca. Esclude tante casistiche tra cui i concorsi per le forze dell’ordine. Manca la considerazione del fattore età: se ci si ammala, e si guarisce, aspettare ulteriormente dieci anni oppure cinque, preclude la possibilità di partecipare ai concorsi perché si supera il limite di etá“.
E cosi nulla di fatto per le istanze della 32enne. Lucia si era candidata come psicologa: “Ho partecipato – raccontava a True-News.it– perchè nel bando non c’erano indicazioni sulle patologie tumorali. Si parlava solo dell’invalidità, che io ora ho al 75%, e che mi dava punteggio favorevole”. Poi, durante gli accertamenti, le erano srati richiesti l’esame istologico e il certificato di invalidità. E da lì è scattata l’esclusione. A causa del decreto che non considera idonee le ex malate in follow-up. “Il mio avvocato – prosegue Lucia – ha escluso di fare ricorso perchè avremmo sicuramente perso. Il decreto è palese”.
L’ex malata: “La mia battaglia prosegue”
Lei, però, ha chiesto una revisione dell’esclusione. A nulla sono serviti i pareri favorevoli di due oncologici. Si sperava che la nuova legge potesse intervenire sulla vicenda. Che riguarda numerose donne in Italia. “La mia battaglia prosegue grazie al passaparola e ai media. Purtroppo, dal punto di vista politico, dopo un’iniziale interesse a lavorarci, c’è stato un sostanziale menefreghismo. Quando la legge è stata votata in Senato, non sono stata convocata sebbene, lo scorso ottobre, in Parlamento, mi era stato promesso di essere coinvolta nella fase di discussione del testo. ” Ho saputo solo che non c’erano i tempi per inserire la mia questione nell’iter legislativo “.
La sua storia non è isolata. “Dopo la petizione – continua il suo racconto – tanti giovani hanno manifestato le loro storie di esclusione dai concorsi. E di discriminazioni a più ampio raggio”.