Perchè leggere questo articolo? L’attrice Scarlett Johansson si rifiuta di prestare la sua voce al nuovo ChatGPT. Che poi ne usa una praticamente identica alla sua. Le minacce legali ed il goffo dietrofront di OpenAI. Cara Intelligenza Artificiale, prendi nota: è così che noi umani comunichiamo…
“Sembra Scarlett Johansson in ‘Her’“. Chiunque si sia imbattuto nel video della presentazione della nuova versione di ChatGPT e conosca il film di Spike Jonze del 2013 ha fatto facilmente uno più uno. Sam Altman e gli sviluppatori di OpenAI hanno deliberatamente scelto di “omaggiare” l’opera che undici anni fa di fatto anticipava ciò che ora sembra divenuto realtà. ChatGPT4-o infatti appare ormai più di un’assistente virtuale. Con il calore delle emozioni che trasmette e lo spontaneo entusiasmo con cui interagisce con i propri interlocutori, ricorda davvero da vicino l’Intelligenza Artificiale della quale nella finzione il personaggio interpretato da Joaquin Phoenix finiva per innamorarsi.
“Her” e ChatGPT 4o: se la realtà (virtuale) imita l’arte
La realtà (virtuale) che imita l’arte. Se, come pare, è proprio ad “Her” che i creatori di OpenAI si sono ispirati, andando nella direzione dell’implementazione dell’empatia e della connessione emotiva tra l’AI ed i suoi utilizzatori, il futuro prossimo che ci viene prospettato sembra dunque contemplare interazioni tra uomo e macchina in grado di surrogare le interazioni tra persone. Con la differenza sostanziale di dialogare con una AI programmata per compiacere di fatto il proprio interlocutore umano. Nessuna tensione, nessuna divergenza di opinione, nessuna incomprensione della quale ChatGPT non si prenda docilmente la responsabilità, come visto proprio nel video di presentazione.
E’ quindi decisamente ironico che proprio il lancio di ChatGPT4o abbia dato l’occasione di ribadire come le reali interazioni tra umani funzionino in modo decisamente diverso. Imperfette, ambigue, faticose, frustranti. Un casino. A dimostrarlo, proprio Sam Altman. Scarlett Johansson si è infatti rivolta agli avvocati per chiedere e ottenere la rimozione della voce di ChatGPT4-o così simile alla sua. L’attrice ha infatti rivelato che per due volte OpenAI l’ha contattata per chiederle l’autorizzazione ad utilizzare la sua voce per Sky, uno dei cinque profili sviluppati. E per due volte lei ha risposto di no. Salvo poi con sua grande sorpresa scoprire che l’AI alla fine è stata lanciata con una voce praticamente identica alla sua.
OpenAI: “La voce di Sky non è un’imitazione di Scarlett Johansson”
“Le voci dell’intelligenza artificiale non dovrebbero deliberatamente imitare la voce distintiva di una celebrità: la voce di Sky non è un’imitazione di Scarlett Johansson ma appartiene a un’attrice professionista diversa che usa la sua voce naturale”, ha abbozzato OpenAI domenica. Ma allora perchè proprio Altman, il giorno della presentazione, aveva condiviso il video su X commentando con una sola, semplice ed inequivocabile parola, ovvero “Her”?
Già ieri OpenAI ha scelto di chiudere la questione congelando il profilo finito nella bufera: “La voce di Sky non è quella di Scarlett Johansson e non è mai stata concepita per somigliarle. Abbiamo scelto la doppiatrice prima di contattare la signora Johansson. In segno di rispetto per la signora Johansson, abbiamo sospeso l’uso della voce di Sky nei nostri prodotti. Ci dispiace per la signora Johansson di non aver comunicato meglio“. Ma se, come è emerso, le voci sono state registrate in estate a San Francisco, perchè Altman ha inviato la sua richiesta all’attrice una prima volta a settembre ed una seconda volta appena 48 ore prima del lancio di ChatGPT 4o? Questo secondo quanto dichiarato da Scarlett Johansson. Francamente, non si capisce nulla. Ed è così che comunichiamo noi umani. Ce lo ha ricordato proprio ChatGPT.
La dichiarazione integrale di Scarlett Johansson
“Lo scorso settembre ho ricevuto un’offerta da Sam Altman, che voleva assumermi per dare voce all’attuale sistema ChatGPT 4.0. Mi ha detto che sentiva che, prestando la mia voce al sistema, avrei potuto colmare il divario tra le aziende tecnologiche e i creativi e aiutare i consumatori a sentirsi a proprio agio con il cambiamento epocale che riguarda gli esseri umani e l’intelligenza artificiale. Ha detto che sentiva che la mia voce sarebbe stata di conforto per le persone. Dopo averci riflettuto e per motivi personali, ho rifiutato l’offerta. Nove mesi dopo, i miei amici, la mia famiglia e il pubblico hanno notato quanto il nuovo sistema chiamato “Sky” parlasse come me”.
“Quando ho ascoltato la demo pubblicata, sono rimasta scioccata, arrabbiata e incredula che il signor Altman avesse utilizzato una voce che suonava così stranamente simile alla mia al punto che i miei amici più cari e i giornalisti non riuscivano a notare la differenza. Il signor Altman ha addirittura insinuato che la somiglianza fosse intenzionale, twittando una sola parola, “Her”, un riferimento al film in cui ho doppiato un sistema di chat, Samantha, che instaura una relazione intima con un essere umano”.
“Due giorni prima del rilascio della demo di ChatGPT 4.0, il signor Altman ha contattato il mio agente, chiedendomi di riconsiderare la situazione. Prima che potessimo metterci in contatto, il sistema era già disponibile. Come risultato delle loro azioni, sono stata costretta ad assumere un consulente legale, che ha scritto due lettere al signor Altman e ad OpenAI, esponendo ciò che avevano fatto e chiedendo loro di dettagliare l’esatto processo attraverso il quale avevano creato la voce “Sky”. Di conseguenza, OpenAI ha accettato con riluttanza di eliminare la voce “Sky””.
“In un’epoca in cui siamo tutti alle prese con i deepfake e con la tutela della nostra immagine, del nostro lavoro, della nostra identità, credo che queste siano questioni che meritano assoluta chiarezza. Attendo con impazienza risoluzioni che vadano verso la massima trasparenza e l’approvazione di una legislazione adeguata per contribuire a garantire la tutela dei diritti individuali”.