Perché questo articolo potrebbe interessarti? Contro la maternità surrogata, Fratelli d’Italia, con le firme della senatrice e sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti e del capogruppo al Senato Lucio Malan, ha ripresentato a palazzo Madama un disegno di legge contrario alla pratica. Si parla di reato universale, ma stando ai fatti c’è qualcosa che non quadra.
Maternità surrogata, utero in affitto (termine denigrante al quale si preferisce “gestazione per altri”), gravidanza per altri (GPA). Varie definizioni per indicare un percorso di fecondazione assistita nel quale una donna porta avanti una gravidanza per un’altra persona o per una coppia. Ci sono Paesi, come Stati Uniti, Canada, Ucraina e India, dove la GPA è una pratica consentita legalmente. In Italia, invece, la gravidanza per altri commerciale è vietata dalla legge 40/2004.
Maternità surrogata: la storia di Emma
Dal momento che la legge vieta la gestazione per altri, “non ci sono centri o associazioni che aiutano le coppie nell’intraprendere tale percorso», spiega Emma (ndr. nome di fantasia). Emma ha intrapreso e vissuto il percorso della GPA e dice che “in Italia circa il 15% delle coppie in età fertile sono infertili. Queste coppie possono affrontare vari percorsi terapeutici per provare a diventare genitori. Non hanno accesso alla possibilità della gestazione per altri neache quelle coppie a cui il percorso dell’eterologa (che presuppone l’utilizzo di gameti donati femminili o maschili) non è andato a buon fine, nè tantomeno per le coppie dello stesso sesso». Altra strada possibile è quella dell’adozione, ma «è una possibilità riservata solo alle coppie etero in salute. Infatti anche se non dichiarato espressamente, se uno o entrambi i componenti della coppia hanno una disabilità o una patologia grave, non gli è permesso l’accesso al percorso di adozione, nonostante la patologia non abbia nulla a che vedere con la capacità di essere buoni genitori”, precisa Emma che ha provato a percorrere anche questa strada.
Maternità surrogata: per FdI bisogna vietare la GPA anche all’estero
«La legge 40 del 2004 proibisce l’utero in affitto. Questa cosa ha funzionato in Italia, ma quando la maternità surrogata è praticata all’estero invece non funziona», spiega a True News il capogruppo al Senato Lucio Malan. Il senatore Malan insieme a Isabella Rauti, senatrice e sottosegretaria alla Difesa, sono i firmatari del disegno di legge contro la maternità surrogata. “Questo disegno di legge è identico, dunque lo stesso testo, di quello che è stato presentato la scorsa legislatura alla Camera da tutto il gruppo Fratelli d’Italia, prima firma Giorgia Meloni”, dice Malan. Poi legge il testo dell’articolo 12, comma 6 della legge 40 del 2004:
“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”.
Secondo la proposta di legge presentata le medesime sanzioni previste dall’articolo 12 si applicheranno anche quando il fatto avviene all’estero.
Alla domanda su come sia possibile applicare questa ipotetica legge in un altro Paese, Malan risponde: “È possibilissimo perché quando uno commette un atto di questo genere all’estero poi viene in Italia e la cosa, ovviamente, se è dimostrata come per qualunque tipo di reato, può essere colpita”.
Impossibile rendere la maternità surrogata reato universale
“Lo scopo di questa proposta di legge è quello di impedire alle coppie italiane di recarsi all’estero. In quei paesi in cui i percorsi di maternità surrogata sono invece regolamentati e quindi legali. Queste persone, attraverso una minaccia penale, vedrebbero la loro punibilità anche se si recano all’estero e poi tornano in Italia con il bambino nato all’estero», afferma Francesca Re avvocata e membro di giunta dell’associazione Luca Coscioni. «Fino a oggi questo non è accaduto perché sostanzialmente la legge penale segue un principio ben preciso: il principio base della territorialità», aggiunge Francesca Re. Questa legge, qualora passasse, introdurrebbe un reato cosiddetto universale.
L’avvocata: “Questa proposta di legge è inapplicabile da un punto di vista tecnico-giuridico”
Secondo l’avvocata, «questa proposta di legge è inapplicabile da un punto di vista tecnico-giuridico perché vorrebbe rendere universale un fatto che in realtà non ha i caratteri dell’universalità, ovvero applicare la legge penale dello stato italiano anche all’estero».
Questa legge vuole impedire non solo l’accesso alla maternità surrogata, ma minaccia una sanzione penale che vuole disincentivare il fenomeno. “Le conseguenze di un tale provvedimento prevedono una migrazione in Paesi con meno tutele, dove si fa tutto in clandestinità. Il desiderio di maternità e genitorialità è più forte della paura di una minaccia penale; questo vuol dire esporre i bambini e le famiglie a maggiori rischi». L’avvocata Re si fa portavoce della visione dell’associazione Coscioni. E racconta che “la risposta dell’associazione Coscioni rispetto al divieto universale è sempre stata quello della regolamentazione».
Infatti, già nella scorsa legislatura, l’associazione ha depositato una proposta di legge per la gravidanza per altri solidale, non commerciale. Che «tiene conto prima di tutto delle legislazioni internazionali e poi ovviamente cerca di prestare tutte le tutele possibili alle persone coinvolte in questo percorso». “Una legge tutela più di un divieto» sostiene l’associazione Luca Coscioni. L’introduzione in Italia di una normativa riguardo alla gestazione per altri permetterebbe di ridurre i fenomeni di possibile sfruttamento da parte di agenzie intermediarie in altri Paesi.
Gli ostacoli per accedere alla GPA
Mancano i dati su quante siano le persone che ogni anno ricorrono alla GPA e sul numero di coppie che intraprendono viaggi all’estero per iniziare questo percorso. Emerge chiaro però che si è di fronte a un’esigenza sociale. A sottolinearlo è sempre l’avvocata Re che afferma che “tutte queste migrazioni all’estero fanno emergere che quando c’è tanta limitazione dei diritti, c’è un’esigenza sociale di base, quindi pensare di contrastare quest’esigenza con un divieto penale non fa altro che incidere sul figlio”.
Chi, per i più disparati motivi, decide di intraprendere questa strada sa che dovrà rivolgersi all’estero. Elisa (ndr. nome di fantasia) lamenta un’Informazione frammentaria. Il primo punto di accesso alle notizie è internet, ci si forma autonomamente, ma ci sono anche dei gruppi in cui si condividono esperienze, ci si mette in contatto con altre persone e si fa rete. Lo racconta Elisa che sta ancora sondando il terreno prima di prendere una decisione. «Le informazioni le ho trovate online, tra gruppi e ricerche. Ci sono varie strade e per ognuna ci sono diverse variabili da considerare tra cui leggi dello stato e delle regioni, le cliniche, le agenzie, gli avvocati. La ricerca da fare è molta”. Ma nonostante le difficoltà è decisa e non si fa intimorire nemmeno dalla proposta di legge di FdI alla quale risponde dicendo: «l’importante è informarsi bene e capire se nel paese dove stai andando tutelano figli, genitori e gestante”.
La GPA sia legale in paesi come Ucraina, Russia, Messico, Grecia
Diversi sono gli ostacoli per accedere alla GPA: servono i mezzi per informarsi e soprattutto i soldi. La gravidanza per altri è un percorso che si possono permettere in pochi. Molto spesso dopo enormi sacrifici: indebitandosi; rinunciando all’acquisto della casa, ai viaggi e tutto ciò che si può evitare o mettere in pausa per risparmiare. Perché diventare genitori è un desiderio che viene prima di altri.
Sono proprio gli alti costi di alcuni paesi come Stati Uniti e Canada, che però offrono più garanzie, che portano a valutare strade meno sicure. Nonostante la GPA sia legale in paesi come Ucraina, Russia, Messico, Grecia, ad esempio, ci sono meno tutele legali per le parti coinvolte e ci sono agenzie intermediarie che non sempre hanno pratiche chiare, di cui i genitori intenzionali non sono a conoscenza. Infatti i genitori non possono sapere se le gestanti sono spinte a intraprendere quel percorso perché si trovano in una situazione di indigenza economica. Dal 2015 la gestazione per altri per le coppie internazionali è illegale in India e Thailandia, ma legale per i cittadini dei rispettivi paesi.
Maternità, Emma: “Le variabili sono molte e trovare la gestante e i genitori intenzionali giusti non è facile”
Emma aggiunge che “oltre alle barriere economiche e geografiche, c’è anche una barriera linguistica. Inoltre, una coppia sa che non potrà essere presente per tutte le fasi della gravidanza. Sia per partecipare agli appuntamenti, ma anche per offrire supporto alla gestante”. Per Emma l’ostacolo più difficile è stato trovare la persona giusta per portare la gravidanza. Ci spiega che ci sono vari percorsi: “c’è chi sceglie la via indipendente e chi sceglie di usare un’agenzia. Con l’agenzia sia i genitori intenzionali che la gestante fanno un colloquio e si crea un profilo. In base a ciò che uno cerca, l’agenzia propone dei “match”, ossia mettono in contatto aspiranti genitori e aspirante gestante che potrebbero essere compatibili». Infine Emma conclude dicendo che “le variabili sono molte e trovare la gestante e i genitori intenzionali giusti non è facile. Perché si devono allineare personalità, valori e desideri”.