Home Politics Messaggero-gate: perchè Caltagirone silura Barbano dopo 28 giorni?

Messaggero-gate: perchè Caltagirone silura Barbano dopo 28 giorni?

Messaggero-gate: perchè Caltagirone silura Barbano dopo 28 giorni?

Perché leggere questo articolo? Alessandro Barbano non è più il direttore del Messaggero. Dopo 28 giorni Caltagirone l’avrebbe licenziato, forse per un’intervista a Meloni. I diretti interessati smentiscono, intanto al quotidiano potrebbe arrivare l’ex direttore del Sole 24 Ore.

Ventotto giorni. Tanto è durata la direzione di Alessandro Barbano al Messaggero. Il più importante quotidiano romano cambia direttore dopo neanche un mese dalla nomina. Il giornale è di proprietà del Gruppo Caltagirone, che detiene anche altri quotidiani – come Il Mattino di Napoli, Leggo, Il Corriere Adriatico e il Nuovo Quotidiano di Puglia. Prima del Messaggero, Barbano era stato direttore proprio del Mattino. Cosa ha spinto il patriarca Francesco Caltagirone a licenziare nuovamente il direttore, per giunta dopo nemmeno un mese?

Un’intervista a Meloni è costata cara al direttore del Messaggero?

Nella ricostruzione che Dagospia ha fornito per primo sulla vicenda, dietro il licenziamento del direttore del Messaggero potrebbe esserci un’intervista a Meloni. Barbano – scrive il giornale online diretto da D’Agostino – “che è un liberale super-garantista, a pochi giorni dal voto per le elezioni europee, aveva portato a casa, per fare bella figura agli occhi del suo editore, che gode di un ottimo rapporto col governo nella persona di Fazzolari (vedi il Decreto Capitali), un’intervista di due pagine a Giorgia Meloni“.

L’intervista, stando ai rumors, sarebbe però saltata a causa di alcune condizioni poste dallo staff di Palazzo Chigi. Al direttore del Messaggero non sarebbe andata giù la richiesta di domande scritte. Una caveat del tutto sgradito a Barbano, che ha così cassato l’intervista e rilanciato con un editoriale critico contro Meloni e Salvini. A quel punto, sarebbe stato l’editore Caltagirone ad andare su tutte le furie, silurando Barbano dopo neanche un mese dall’avvento alla guida del Messaggero.

Le smentite di Caltagirone e Barbano

I diretti interessati della vicenda corrono subito a smentire. “Tra i diritti di un editore non c’è quello di indicare chi intervistare e come farlo. C’è invece quello di pretendere il reciproco rispetto degli impegni contrattuali. Le ricostruzioni diverse da questa sono fantasiose e prive di qualunque fondamento. La vicenda relativa all’ex direttore del Messaggero è tutta qui“. Così, in una nota, il Gruppo Caltagirone Editore a proposito dei retroscena sul cambio al vertice del quotidiano romano.

Lo stesso Barbano ci ha tenuto a sgomberare dal campo della vicenda del suo licenziamento l’intervista saltata con la premier Meloni. “Non è vera la notizia, pubblicata da alcuni organi di informazione, secondo cui la mia revoca da direttore del Messaggero dipenderebbe dal mio rifiuto a fare un’intervista a domande scritte con Giorgia Meloni. Sono altre le motivazioni del recesso“.

Boffo al Messaggero, in attesa di Napoletano?

Il Gruppo Caltagirone in giornata ha fatto sapere che la direzione è stata affidata a Guido Boffo, che era vicedirettore. Il gruppo ha detto in una nota che Barbara Jerkov, attuale caporedattrice, diventerà vicedirettrice e che l’ex direttore Massimo Martinelli ritornerà come direttore editoriale. Chi aspetta intanto con fiducia è Roberto Napoletano, che l’anno prossimo dovrebbe arrivare a guidare Il Messaggero, provenendo dal Mattino. L’ex direttore del Sole 24 Ore – finito al centro di una vicenda giudiziaria per la presunta manipolazione dei dati di mercato del quotidiano – è considerato molto vicino a Caltagirone.