Torna su Real Time Casa a Prima Vista. Un programma che crea dipendenza. Perchè è fatto bene? Sì, ma soprattutto perchè ci consente di diventare persone orribili. Perché siamo tutti Flavio Briatore con le case degli altri.
Poche storie, Casa a Prima Vista (Real Time) crea dipendenza. Finalmente di ritorno sul canale, sempre alle 20.30, dopo la pausa estiva in cui i suoi seguaci hanno masticato repliche per rattoppare il vuoto affettivo, riecco la sfida tra i tre agenti immobiliari, oramai star tv, impegnati a cercare l’appartamento, la villa, la mansion dei sogni di acquirenti dal budget non sempre all’altezza. La trasmissione viaggia su due filoni: in quello milanese troviamo a darsi battaglia Gianluca ‘Biscottino’ Torre, Ida Di Filippo e Mariana D’Amico. Quando vanno in onda le puntate ambientate a Roma, invece, la palla passa a Nadia Mayer, Corrado Sassu e Blasco Pulieri.
Intanto, l’Italia sogna, giudica le soluzioni abitative proposte sin nei minimi dettagli, si appassiona al grès porcellanato, alle docce walk in, si galvanizza in presenza di mobilia e sanitari in corian. In corian? In corian. Il grande successo dello show è un mix tra tra l’alchimia dei suoi protagonisti, specialmente quelli della versione meneghina, le loro schermaglie per arrivare alla vittoria finale, alle richieste esose di chi pretende la casa dei propri sogni con in mano due fichi secchi. Se è bello e raro vedere un programma realizzato con tanta cura che ottiene il meritato successo, c’è un fatto che ogni fedele telespettatore si trova costretto ad ammettere: di fronte a Casa a Prima Vista diventiamo, nessuno escluso, persone orribili.
Il non detto fil rouge di Casa a Prima Vista è la morte
Ogni puntata inizia con la presentazione degli acquirenti e dei loro desiderata. Da casa, non importa a nessuno se abbiano un gatto, due figli o quanto amino viaggiare. Siamo tutti lì per il momento in cui sveleranno il budget a disposizione per l’acquisto immobiliare. E quando questo, il budget, è sotto al milione di euro, un’unica esclamazione si fa strada dentro di noi: “Pezzenti!”. “Cioè questo qui adesso vorrebbe un trilocale a Milano, magari pure con bagno finestrato e spazio esterno vivibile, a 600mila euro?!”. Impossibile, irreale, ma dove vive? Restasse a Carugate. La percezione che una cifra del genere sia insufficiente ma piuttosto alta, comunque, per il momento rimane. E infatti il secondo pensiero è che gli acquirenti abbiano appena potuto godere di una cospicua eredità. E, di conseguenza, che abbiano subito un lutto. Altrimenti, specie se non sono anziani, è nei fatti impossibile che un qualunque mestiere, a Milano, paghi abbastanza per far accumulare, nel tempo, una fortuna simile. Casa a Prima Vista, così, diventa per forza un programma che ha come non detto fil rouge la morte.
Ecco come si diventa persone orribili davanti a ogni puntata
Sotto ai 600mila euro, non vale la pena di guardare la puntata. Ma la si segue lo stesso, al solo scopo di sbeffeggiare i malcapitati. Verranno proposte, infatti, soluzioni abitative ai confini tra Milano e Mordor, piano terra o sesto senza ascensore, con treni che passano letteralmente in salotto ogni cinque minuti. Se lo meritano, pensiamo. Potevano pensarci prima di nascere poveri. Bagni con ‘finestra’ che dà sul corridoio interno del palazzo, soppalchi da lillipuziani, l’abitabilità come utopia, luogo del cuore. Tutte quelle cose che, nella vita di ogni giorno, fanno indignare e imprecare contro il folle mercato immobiliare meneghino, durante Casa a Prima Vista diventano improvvisamente ‘giuste’, ‘meritate’, verità insindacabili e soprattutto condivisibili. Per un’oretta al dì, diventiamo persone orribili.
Siamo tutti Flavio Briatore con le case degli altri
Una bellissima illusione. Casa a Prima Vista, a Milano come a Roma, realizza il ‘dream’ di farci essere persone orribili senza sensi di colpa. Ci anestetizza. Sappiamo tutti che anche solo affittare un loculo ha prezzi proibitivi, da strozzini. Anzi, da Salvini. Il Ministro ha appena abbassato la metratura legale dei tuguri da mettere in locazione. Meno di mille euro, a prescindere dalla zona, non saranno mai un canone mensile, poco importa se andrai ad abitare da solo o con sei coinquilini. Lo farai comunque in 30 mq, se sei fortunato. Aggiungendo caparra, percentuale d’agenzia e tre mensilità anticipate, ecco che ancor prima di mettere piede in casa, hai già tirato fuori 6mila euro. Così, perché è giusto. Altrimenti, c’è sempre Carugate. Casa a Prima Vista sparaflasha, fa dimenticare per un’oretta le brutture e assurdità del mercato immobiliare – dai canini sempre più aguzzi in tutta Italia, non solo a Milano. Lo show trova il modo di zuccherare all’estremo situazioni fatiscenti e improponibili, a colpi di “dream”. Quando il “dream” vero è poter abitare a Milano, a Roma o in una grande città senza dissanguarsi. Ma per 50 minuti al giorno, ce ne possiamo dimenticare. Perché siamo tutti Flavio Briatore con le case degli altri.