Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Dopo l’assoluzione del bidello accusato di violenza per aver toccato il gluteo di una studentessa minorenne, i social si infiammano di indignazione. Il Tribunale di Roma sostiene che il palpeggiamento sia durato troppo poco: meno di 10 secondi. Si diffonde allora un trend sui social per mostrare quanto sono lunghi quegli istanti. Subito la “polizia” del femminismo interviene e si scatena la polemica.
A questa domanda numerosi creator rispondono sui propri profili social. Il trend nasce dopo l’assoluzione del bidello dell’Istituto Cine-TV Roberto Rossellini che nell’aprile 2022 è stato accusato da una studentessa allora minorenne di averle toccato i glutei senza il suo consenso. Secondo le ricostruzioni lei stava salendo le scale e lui, 66enne, le infila le mani nei pantaloni, sotto le mutande, con tanta energia da sollevarla. Stando alle dichiarazioni della vittima e di una testimone, all’allontanarsi in silenzio della studentessa, il bidello ha risposto con un “Amo’, lo sai che scherzavo“. Durante il processo lui ha ammesso il toccamento, ma i giudici hanno definito l’atto accidentale, tanto che “appare convincente la tesi difensiva dell’atto scherzoso”.
Quanti sono 10 secondi di palpeggiamenti
I social si riempiono di indignazione per l’esito del processo, che pone così tanta enfasi sulla breve durata del gesto, che dovrebbe quindi dimostrarsi non violento. Ci si chiede se sia il tempo entro cui si svolge una molestia a renderla tale e non la violazione del consenso della vittima. L’attore Paolo Camilli, decide quindi di girare un video in cui si tocca il petto per circa 10 secondi, mostrando come quell’istante può sembrare estremamente lungo se è la durata di una violenza. Il format viene ripreso da numerosi creator su Instagram e TikTok diventando virale in poche ore. Il trend si diffonde presto sui profili di utenti comuni, coinvolgendo anche un ampio numero di uomini.
Le critiche della “polizia” del femminismo
La bolla dell’attivismo femminista si accende nuovamente e inizia uno scontro interno. Emergono critiche in merito al turbamento che quello che ormai viene definito “il trend dei 10 secondi” può suscitare. Soprattutto per chi ha subito molestie o violenza nel corso della propria vita. Questo perché chi partecipa al trend simula un palpeggiamento davanti alla telecamera.
Le critiche, però, non si fermano a questo. Si accusa, infatti, chi posta questi video ma anche chi li ricondivide contribuendo a renderli virali di farlo solo per interesse personale, per aumentare l’engagement del proprio profilo e cavalcare l’onda del trend topic del giorno. Lo scontro diventa polarizzato in poche ore e chi fa divulgazione o attivismo sui social si ritrova sottoposto al giudizio di chi sostiene di avere la soluzione migliore per discutere del bidello che tocca la studentessa.
I palpeggiamenti virali
Si accusa chi partecipa o alimenta il trend dei 10 secondi di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da una critica più approfondita della vicenda, che tocca il consenso negato e la minore età della studentessa molestata dal bidello 66enne. Questa polemica, però, non fa altro che distogliere essa stessa l’attenzione e generare un nuovo trend, che dissemina l’informazione in merito alla violenza di genere, frammentandola in correnti diverse che si fanno la lotta a vicenda. E naturalmente genera engagement e aumenta le visualizzazioni anche di chi critica i video di 10 secondi.