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Perchè la Generazione Z non guarda i tg (e perché forse dovrebbe farlo)

Gli ascolti in calo dei telegiornali sono il simbolo del declino della tv generalista. Quei (pochi) giovani che vogliono informarsi sulla politica, lo fanno attraverso i social

Perché leggere questo articolo? Gli ascolti in calo dei telegiornali sono il simbolo del declino della tv generalista. Quei (pochi) giovani che vogliono informarsi sulla politica, lo fanno attraverso i social. True-news.it ha raccolto le opinioni di alcuni esponenti della Generazione Z

La tv generalista è ormai in caduta libera, le nuove generazioni non la vedono più come quello strumento innovativo e speciale come era invece vista dalle generazioni precedenti. Al contrario è ritenuta come uno strumento antico e quasi obsoleto, sia per quanto riguarda l’intrattenimento che riguardo all’informazione. Non si tratta di semplici impressioni, ma di fatti suffragati dai numeri.

Le notizie e i giovani: predominio dei social e di Internet

La crescita dei nuovi media ha portato il tradizionale modello televisivo, chiuso in un angolo. E sono in particolare i giovani a non trovare più attrattivo il mezzo. Una ricerca del luglio 2023, effettuata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, ha mostrato la situazione nella generazione Z. Lo studio ha infatti coinvolto 5670 studenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni e i dati hanno evidenziato come Google e i social network rappresentino le principali fonti di informazione. Il 73% dei nativi digitali usa il motore di ricerca per informarsi, seguono Instagram e Tik Tok (rispettivamente con il 59% e il 55%), mentre la televisione arriva dopo, vista dal 46% dei giovani. Questi numeri mostrano poi la grande crisi di giornali e quotidiani: solamente il 20% legge i quotidiani online, mentre quelli cartacei raggiungono il 3,5%.

C’è un nesso tra questa perdita di centralità del “rito del telegiornale” da guardare in famiglia ed il crescente disinteresse dei giovani nei confronti dei temi politici? Le notizie che si diffondono su Internet e sui social sono per lo più relative a fatti di gossip, sport, cultura, viaggi e spettacolo. Ma sarebbe ingeneroso affermare che non esistono progetti editoriali, pagine e profili incentrati sulla politica. Alcuni dei quali con target proprio la Generazione Z. E tuttavia secondo l’Osservatorio Censis, solamente il 17% dei giovani compresi tra i 14 e i 29 anni mette la politica nazionale come materia d’interesse.

Il forte calo dei telegiornali

Fino a circa un decennio fa, prima dell’avvento massiccio dei social e di internet, tra i programmi di punta delle tv c’erano sicuramente i telegiornali. Il loro ingresso nel settore rivoluzionò le modalità di fruizione delle notizie forse più di quanto fecero i giornali e la radio, e il loro predominio sul settore delle notizie rimase per decenni. Internet ha però cambiato tutto. Negli ultimi anni la discesa dei telegiornali è sempre stata continua, solamente durante la pandemia di Covid nel 2020 ci fu una ripresa. I numeri pubblicati dall’Agcom all’interno dell’”Osservatorio sulle comunicazioni” pubblicato nel dicembre 2023 sono chiari. Negli ultimi anni gli ascolti sono sempre in calo, soprattutto per la televisione pubblica, con la Rai che ottiene i dati peggiori. Variazioni in negativo sia per quanto riguarda le edizioni dell’ora di pranzo che quelle della sera. Un calo drastico che tocca anche picchi dell’11% in meno rispetto al 2022.

Cosa ne dice la Generazione Z

Oltre al parere dell’esperto, noi di True-news abbiamo chiesto ad alcuni giovani come si informano e tramite quali strumenti. La situazione che emerge è chiara: i telegiornali sono sempre meno visti. “Non per questo però non mi informo – dichiara Luca, ventiduenne –. Tramite Internet, con siti specialistici, e anche attraverso video podcast, mi informo quasi giornalmente sulle notizie che mi interessano, anche riguardo a temi di geopolitica e di economia”. Samuele, 18 anni, aggiunge che “Le uniche notizie che cerco sono quelle sullo sport, non sono particolarmente interessato alla politica o alla cronaca. Leggo a volte quello che mi esce sui social, senza però ricercare particolarmente le notizie”. Francesca, ventenne, spiega invece: “Guardo il telegiornale a cena con la mia famiglia, in più mi informo tramite i social, dove seguo diverse pagine attraverso le quali riesco a farmi un’idea su ciò che succede in Italia e nel mondo”. Emerge quindi, in un contesto comunque variegato, il predominio dei social nel ricercare le notizie, i telegiornali sono poco visti, mentre sono completamente abbandonati i giornali cartacei.

La bolla dei social, notizie parziali e limitate

Il punto di vista della generazione Z è quindi chiaro: i telegiornali hanno perso autorevolezza, si preferisce leggere le notizie sui giornali online o sui social, ma i problemi che derivano da questa modalità di fruizione sono parecchi. In primo luogo, le notizie che si leggono su Instagram, Facebook o Tik Tok sono solamente un riflesso della propria bolla di appartenenza. Sono infatti notizie parziali e limitate, che riportano solo una corrente di pensiero. Per la controparte e la completezza dell’informazione, servirebbe una più accurata ricerca, che difficilmente però si trova e viene fatta tramite i social.

Non si può dire che i giovani non si informano, o per lo meno la maggior parte, ma è pur vero che l’informazione presente sui social non sempre è, a dispetto delle apparenze, la migliore possibile. Tra fake news, meccanismi di viralità e titoli acchiappa click, è difficile destreggiarsi tra i diversi siti o le diverse pagine social. E’ anche un problema di eccesso di offerta e di input. In questo, strumenti come i giornali e i telegiornali – con tutti i loro limiti, e sono molti, sotto gli occhi di tutti – ambiscono a poggiare la propria autorevolezza sulla capacità di contestualizzare, selezione, filtrare, interpretare.