Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Dietro alle app di dating c’è un vero e proprio business e una narrazione che costruisce l’idea di poter trovare l’anima gemella. E quando tutto questo si basa sulla religione cattolica? Perché chi è cattolico dovrebbe rivolgersi a Tinder basato sulla fede? Mi sono iscritta a Catholic Match per capirlo.
Catholic Match è un sito e poi app di incontri per persone cattoliche fondato nel 1999 da Jason LaFosse e Brian Barcaro. “Trova il tuo per sempre” è lo slogan che ci si ritrova davanti una volta fatto il download. L’app ha l’obiettivo di centrare il match perfetto in relazione alla fede. Ebbene sì, è possibile scorrere i profili e scegliere l’individuo con cui chattare, uscire e poi sposarsi, sulla base di come ciascuno vive la propria spiritualità. Per capire meglio come funzionasse la piattaforma, mi sono iscritta.
Il nostro percorso su Catholic Match
Per avere una visione completa non ho fatto un profilo, ma addirittura due, uno per genere. Le domande iniziali, per costruire la bio, sono uguali. Viene chiesto qual è la diocesi di appartenenza e come si è entrati a contatto con Catholic Match. Tra le opzioni ci sono le radio religiose e il giornalino della parrocchia. Si indagano le abitudini degli utenti: bevi alcool e fumi?
È poi la volta delle idee politiche (criterio presente però anche su altre app di incontri) e finalmente della fede. Il tono delle domande è questo:
- Quanto pratichi la tua fede?
- Quante volte vai a messa?
- Qual è il tuo stile liturgico preferito?
- Accetti gli insegnamenti della Chiesa sull’Eucarestia?
- Accetti gli insegnamenti della Chiesa sulla contraccezione?
- Accetti gli insegnamenti della Chiesa sulla santità della vita? (leggasi aborto ed eutanasia)
- Accetti gli insegnamenti della Chiesa sul sesso prematrimoniale?
Per concludere – come per qualsiasi profilo social – c’è una lista di attività per il tempo libero tra cui indicare i propri interessi. Il fatto curioso è che tra queste attività ci siano: sorridere, fare le coccole, pregare, visitare chiese storiche e un più preciso pregare il santo rosario.
I match
Bene, profilo alla mano, guardiamo i match. Innanzitutto – e la cosa non ci sorprende – la proposta dei profili con cui far nascere la scintilla è molto eteronormata. Usando il profilo femminile, avevo a disposizione solo uomini più adulti di me da selezionare. Usando il profilo maschile, potevo scorrere tra donne più giovani e, occasionalmente, qualche uomo.
In generale tutti i profili indicano le informazioni di base (età, diocesi, stato matrimoniale, titolo di studio e lavoro) e poi i dati relativi alla fede. In questo modo è possibile contattare solo ed esclusivamente chi è in linea con il proprio credo. Voglio uscire con un uomo che sia d’accordo con il divieto di fare sesso prima del matrimonio? Desidero sentire una donna che non voglia abortire? Basta guardare se le spunte sono al posto giusto.
Se si è in dubbio, ci si può far guidare da delle brevi presentazioni scritte che raccontano come la fede abbia cambiato la vita di chi si è iscritto all’app. Oppure dalle attività segnalate come preferite, che creano dei mix sorprendenti tali per cui leggiamo “Christmas Mass” accanto a “lasagna” o “The Passion of the Christ” vicino a “Rock & Roll”.
Un trend non così recente
La ricerca dell’anima gemella sulla base della fede anche in questa chiave pop non è un fenomeno del tutto nuovo. Sempre più spesso, infatti, anche sui social nascono profili che incoraggiano specificatamente le ragazze a selezionare con cura l’uomo dei loro sogni o a dare priorità alla fede rispetto all’amore. Ma perché le persone cattoliche hanno bisogno di queste strategie per formare la coppia dei sogni? L’ho chiesto a Paola Lazzarini, presidente di Donne per la Chiesa.
Le è mai capitato di imbatterti in siti o app di incontri per persone cattoliche?
Sì, nel 2010 ho pubblicato il libro “Single di Dio”. Nel fare delle ricerche ho visto che un gruppo chiamato Cantico dei cantici aveva replicato la chat di incontri Meetic in veste cattolica. L’accesso era a pagamento e si organizzavano anche incontri in presenza. Io sono stata invitata in una parrocchia di Milano per presentare il mio libro e all’aperitivo in cui ci si poteva conoscere. C’erano un 80ina di persone e la maggior parte erano ragazze. L’idea era dare occasioni di incontro a giovani single in modo che si potessero conoscere e potessero incontrare un/una partner.
Quindi i tradizionali momenti di socialità non bastano più?
Oggi nelle parrocchie i giovani over 30 spesso spariscono perché se non sei in una coppia, non c’è un’offerta. Quindi se hai più di 30 anni e non hai trovato l’uomo della tua vita, in oratorio e nelle attività della comunità non lo trovi più. Non essendoci attività pensate per persone credenti ma non in coppia, hai poche occasioni di incontrare altri nella tua condizione.
Ma quindi le app di dating per cattolici funzionano?
In sé nascono da un’esigenza. Il punto è che non sono convinta che siano efficaci nel raggiungere lo scopo di creare delle coppie.