Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Persino Joaquin Phoenix, dall’altra parte dell’oceano, ha condannato quanto accaduto nel rifugio Cuori liberi di Sairano, nel Pavese, dove sono stati abbattuti tutti i maiali per eradicare un focolaio di peste suina. Gli animalisti italiani contestano la decisione e denunciano l’uso della forza durante il blitz delle forze dell’ordine: “Botte e manganellate contro attivisti pacifici, un esercito per abbattere nove maiali che erano sani”, spiega a true-news.it Valentina Verri di Vitadacani. All’orizzonte azioni legali e una mobilitazione ampia.
Il movimento italiano degli animalisti ribolle dopo quanto accaduto a Sairano all’alba di mercoledì 20 settembre. Da due settimane un numero crescente di attivisti si stava radunando attorno al rifugio Cuori liberi per impedire l’abbattimento degli esemplari sopravvissuti al focolaio di peste suina divampato nella struttura. Creature salvate dal macello e condotte al “santuario” nel Pavese gestito Ivan e Federica, per condurre una vita serena e libera. Veri e propri animali d’affezione. Una mobilitazione contro l’ordinanza dell’Ats locale, che aveva imposto l’abbattimento di tutti gli animali presenti per contrastare alla radice la possibile diffusione del virus. Erano stati giorni di trattative, alle quali avevano preso parte anche altre associazioni abituate a gestire questo tipo di situazioni, come la milanese Vitadacani di Sara D’Angelo. La speranza era scongiurare l’uccisione dei nove maiali superstiti, l’obiettivo minimo concedere loro una eutanasia più indolore e compassionevole possibile.
Peste suina: cosa è successo al rifugio Cuori liberi nel Pavese
Il blitz delle forze dell’ordine ha spazzato via tutto. Gli esemplari sono stati abbattuti senza che gestori del rifugio ed attivisti potessero assistere. E – come testimoniato dai numerosi video che circolano sui social – il trattamento da parte degli agenti di Polizia in assetto antisommossa è stato decisamente rude anche nei confronti dei partecipanti alla protesta, alcuni dei quali hanno poi necessitato di assistenza medica. Già si profilano all’orizzonte azioni legali, mentre la vicenda ha avuto una risonanza tale da essere stata ripresa da Amnisty International e persino dall’attore premio Oscar Joaquin Phoenix, noto attivista per i diritti degli animali.
Peste suina a Sairano, la testimonianza dell’attivista: “Un esercito per uccidere nove maiali sani”
Valentina Verri, tra i volontari di Vitadacani presenti al rifugio Cuori liberi, punta l’indice: “Hanno dispiegato un esercito per uccidere nove maiali che erano sani. Non sappiamo come la peste suina sia arrivata a Sairano, ma sappiamo che i focolai partono dai grandi allevamenti del Pavese. Dove ci sono già state denunce perchè i gestori avrebbero tenuto nascosto l’insorgere del virus”. Diversi esemplari del “santuario” avevano già effettivamente perso la vita: “Ma per gli altri abbiamo cercato di trovare un’altra soluzione come una quarantena, mediando con Ats e Regione Lombardia. Non esistono studi approfonditi sulla peste suina, non c’era certezza che sarebbero morti tutti. Ci hanno fatti passare per dei pazzi che volevano negare loro l’eutanasia. Ma la mattina del 20 settembre quei maiali stavano bene”.
Il virus, una volta contratto, è altamente letale. Ma secondo Verri non se ne sa ancora abbastanza. E questo per motivi ben chiari: “Non vengono fatti studi approfonditi perchè viene ritenuto più comodo circoscrivere il contagio uccidendo tutti gli esemplari e ricominciando da capo l’allevamento. Un accanimento che serve a difendere gli interessi dei giganti dell’industria della carne”.
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La denuncia: “Botte e manganellate contro degli attivisti pacifici”
Nella mattinata di mercoledì “sono arrivati con nove camionette e venti pattuglie, un dispiegamento imponente. Sono entrati con la forza, hanno cacciato tutti fuori dal rifugio. Neanche il nostro veterinario è stato fatto entrare. Sono state usate botte e manganellate contro degli attivisti pacifici. E si sono registrati danni alla struttura. Richiederemo donazioni, confidando su fratellanza e amore, per aiutare i proprietari a ricostruirla”.
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La mobilitazione sul web: “Denunceremo e porteremo il tema in Parlamento”
Nel frattempo sul web continua la mobilitazione. C’è un messaggio che circola e che recita: “Non finisce qui. Ci stiamo coordinando insieme ad associazioni e rifugi non solo per sporgere denunce e intentare azioni legali, ma anche per portare il tema in Parlamento, nei consigli comunali e regionali e arrivare infine anche sui tavoli del Ministero”. “Vogliamo risposte, quello che è accaduto costituisce un precedente che ci terrorizza”, commenta Valentina Verri.
La solidarietà di Joaquin Phoenix: “Atto inumano”
L’eco di quanto accaduto, come detto, è giunto anche al premio Oscar per Joker Joaquin Phoenix. L’attore ha pubblicato una sua foto mentre versa lacrime di sangue condividendo un breve video del rifugio di Sairano e commentando: “Tutti i suini nel santuario italiano sono stati uccisi dallo Stato e dalle autorità, i veterinari che dovrebbero salvare vite gliele hanno invece strappate senza pietà. E’ un giorno di cordoglio e tristezza, questo atto inumano non può restare sottaciuto, per favore condividete. Dozzine di camionette della polizia per animali innocenti che avevano una casa e una famiglia, qualcuno che si prendeva cura di loro e li amava. Il mio pieno supporto a coloro che per due settimane hanno difeso la vita e la libertà. Siamo tutti con voi”.
La nota di Ats Pavia: “Tutti gli animali erano destinati a morire”
Con una nota diffusa il giorno della soppressione degli animali, l’Ats Pavia ha parlato dell’utilizzo di “metodi eutanasici. “La Peste Suina Africana – prosegue il comunicato – ha colpito quaranta suini presenti presso l’associazione, di cui gran parte già deceduti nei giorni scorsi. La Peste Suina Africana è una malattia infettiva di natura virale molto temibile per la quale non sono disponibili al momento terapie specifiche o vaccini. È caratterizzata da una alta morbilità, ovvero possibilità che un animale ammalato contagi altri animali ma soprattutto da una elevatissima mortalità, ovvero tutti i suini che si infettano muoiono, in tempo variabile in funzione di diversi fattori, ma mediamente nell’arco di pochi giorni. Quando la malattia entra in un allevamento suino, quindi, tutti gli animali sono destinati a morire”.