Perché leggere questo articolo? Con l’arrivo dell’estate, torna anche il Summer learning loss per gli studenti italiani. Niente di nuovo sotto il sole. Ma un report di Save the Children evidenzia come la perdita di apprendimento estiva contribuisca ad amplificare il divario educativo tra i minori. Il fenomeno affligge soprattutto gli studenti in contesti svantaggiati, per i quali il progresso nell’apprendimento si interrompe più bruscamente rispetto ai coetanei abbienti. Le soluzioni per contrastare il fenomeno sembrerebbero esserci già. Devono solamente essere implementate, da Nord a Sud.
L’estate è ormai arrivata e con essa la chiusura delle scuole. Tuttavia, il vento estivo non soffia ugualmente per tutti. Per molti bambini e adolescenti in condizioni di svantaggio socioeconomico, la bella stagione rappresenta un periodo critico che acuisce il divario educativo coi coetanei. È quanto emerge dal Policy Brief “L’estate è arrivata… e i bambini?” di Save The Children, secondo cui la mancanza di opportunità socio-educative per gli studenti durante i mesi di vacanza può influire negativamente sia nel presente, che a lungo termine. Rendendo meno stimolante la pausa estiva e aumentando il rischio del cosiddetto summer learning loss, ovvero la perdita di apprendimento estiva. Che non riguarda solo le competenze, ma influisce anche sullo sviluppo fisico e socio-emozionale dei minori. Contrastare questo fenomeno discriminatorio è possibile, ma richiede un necessario approccio integrato che coinvolga le istituzioni, le scuole e tutta la comunità educante. Garantendo a bambini e adolescenti in condizioni di svantaggio un’estate ricca di opportunità educative e di sviluppo.
I centri estivi, un lusso non per tutti
Con un calendario scolastico concentrato tra metà settembre e inizio giugno, l’Italia è tra i Paesi europei dove la pausa estiva per gli studenti si protrae più a lungo. Le vacanze scolastiche nel nostro Paese durano 13 settimane, contro le circa 6 in Germania e in Danimarca. Ma per molti bambini e ragazzi italiani in condizioni di svantaggio socioeconomico, l’estate non è sinonimo di vero svago, a causa della mancanza di risorse economiche per fare vacanze o accedere ad attività ricreative.
I centri estivi potrebbero rappresentare una valida soluzione per offrire opportunità educative durante i mesi di pausa scolastica, ma spesso i costi sono proibitivi. Nei centri privati, una settimana può costare dai 160 ai 300 euro, con notevoli differenze tra Nord e Sud. I centri estivi comunali, pur offrendo tariffe più accessibili, spesso non riescono a soddisfare l’alta domanda. Inoltre, la qualità dei programmi proposti varia ampiamente. Alcune strutture offrono esperienze educative stimolanti, mentre altre si limitano ad accudire e intrattenere i bambini.
Il Piano Estate 2024 per le scuole aperte
Già dal 2021, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto il Piano Estate per mantenere le scuole aperte durante l’estate e organizzare attività educative. “Con l’obiettivo di rinforzare e potenziare le competenze disciplinari e relazionali di studentesse e studenti per recuperare la socialità ed accompagnarli al nuovo anno scolastico”. Nel 2024, il Piano prevede uno stanziamento di 400milioni di euro per ampliare l’offerta formativa durante la sospensione estiva. I criteri di assegnazione delle risorse includono il tasso di abbandono scolastico e lo status socio-economico delle famiglie, con l’obiettivo di supportare principalmente le scuole situate in aree svantaggiate.
Nella scarsa offerta educativa estiva pesano le disparità territoriali
In Italia, la perdita di apprendimento viene rafforzata dalle disuguaglianze nell’offerta educativa presenti tra le aree del nostro Paese. Di conseguenza, queste impattanti differenze territoriali rendono alcuni studenti più vulnerabili al calo di competenze. La ricerca evidenzia che la percentuale dei minori che hanno svolto viaggi o attività integrative al percorso educativo si spacca nettamente tra Nord e Sud. Con la Calabria che ha registrato la percentuale più bassa di adolescenti che nel 2022 hanno svolto una vacanza di almeno 4 giorni fuori dalla propria città (6,7%). Le differenze territoriali si riflettono anche nell’offerta di centri estivi, sia per numero che per qualità, e nella disomogenea presenza di scuole aperte con il Piano Estate. Forti discrepanze che sottolineano l’urgenza di intervenire affinché in tutto il Paese ciascun bambino possa accedere ad opportunità estive socio-educative di qualità.
Il progetto Arcipelago Educativo: un esempio di successo
Nonostante le significative differenze territoriali e socioeconomiche tra gli studenti italiani, è possibile contrastare efficacemente il summer learning loss. Un esempio di successo è il progetto Arcipelago Educativo, nato durante la crisi del COVID-19 grazie alla collaborazione tra Save the Children e Fondazione Agnelli. Si tratta di un programma che mira a contrastare la perdita di apprendimento estivo attraverso laboratori didattici, tutoraggi personalizzati e uscite sul territorio nelle scuole situate in aree svantaggiate. Giunto alla sua quinta edizione, Arcipelago Educativo ha ottenuto risultati positivi su 2.200 bambini e adolescenti. Migliorando sia le loro competenze linguistiche e matematiche, sia le capacità relazionali e di socializzazione.
Altre soluzioni contro il Summer Learning Loss
Il report di Save the Children non rende solo conto delle problematiche inerenti al summer learning loss, ma offre anche delle possibili soluzioni per contrastare l’aumento del divario educativo durante le vacanze. Alla luce dei benefici ottenuti dal progetto Arcipelago Educativo, per l’associazione è necessario replicare modelli simili, co-progettati e co-implementati insieme alla comunità educante e resi accessibili a scuole, associazioni ed enti locali. Dando così continuità con il percorso educativo intrapreso durante l’anno scolastico.
Inoltre, per rendere realmente efficace il Piano Estate del Ministero, la misura dovrebbe diventare strutturale ed essere pianificata per durare nel lungo periodo. Estendendola agli istituti scolastici di tutto lo Stivale, specialmente quelli situati nelle aree più svantaggiate. In questo modo le scuole diventerebbero dei veri e propri presidi territoriali aperti. In grado di offrire attività educative, ricreative, culturali e sportive anche durante l’estate. Con l’obiettivo di consolidare il benessere dei minori e le loro competenze di base e trasversali, contribuendo a contrastare il divario educativo.
Leggi il report di Save the Children su Summer learning loss