Perché leggere questo articolo? Si chiama Tusi, la nuova “droga dei ricchi” di colore rosa e al profumo di fragola, che sta conquistando le élite – e non solo – di tutto il mondo. Dalla Colombia fino all’Italia. E dire che era nata per le terapie di coppia…
Uno tsunami rosa sta travolgendo il mondo. Dall’America, all’Europa. Si chiama Tusi, sa di fragola ed è di colorazione rosacea. Proprio per questo è più comunemente conosciuta come cocaina rosa. Una droga di lusso, dato che un solo grammo può costare oltre 100 dollari. Ma, in realtà, l’ultima frontiera dello sballo dei ricchi non è poi così nuova. E non è neppure cocaina. La Tusi infatti non deriva dalla pianta della coca, ma è stata prodotta in laboratorio nel 1974 dal chimico californiano Alexander Shulgin. Si tratta di una miscela di ketamina, MDMA, caffeina, colorante alimentare rosa e aroma di fragola, inizialmente creata per trattare la disfunzione erettile e aumentare la libido. Di fatto, prima di essere proibita, la cocaina rosa veniva impiegata dagli psicologi nelle terapie di coppia.
Oggi, la 2C-B (così è registrata nella classificazione dei narcotici) è diventata la sostanza del desiderio dei festini più esclusivi per il suo costo elevato e per i suoi effetti allucinogeni esaltanti e afrodisiaci. Uno spettacolo comune in Colombia, dove la Tusi è stata rilanciata negli anni Duemila ed etichettata come droga d’élite, “delle regine e delle modelle”. Così, dai club di Bogotà ai festival europei, la cipria rosa è ormai uno status symbol del narcotraffico. Altro che Fentanyl. E adesso anche in Italia sembra esserci chi non può più farne a meno, visti i recenti maxi sequestri a Roma, a Genova e a Torino.
Ma la droga dei ricchi è davvero un lusso di qualità?
Come ogni moda, anche la miscela sintetica “dei ricchi” ha trasceso le sue radici elitarie ed è ora facilmente accessibile. Tusi, Tuci, Nexus, Venus, cocaina o cipria rosa, la 2C-B ha tanti nomi tra i salotti “buoni” e le strade del mondo. Questa droga viene socialmente percepita e venduta come qualcosa di molto esclusivo, ma in realtà è un normale trifasico, facile ed economico da produrre. Il 2C-B infatti può essere cotto in bagnomaria a casa, su un normale fornello o al microonde. Basta macinare le pillole di MDMA e mescolarle con i liquidi della ketamina bruciata e altre polveri. Dopodiché si raschia il composto, si massaggia e si mette in freezer per qualche secondo. Et voilà, il “dolce” è pronto.
Una ricetta semplice ma molto richiesta, per questo in molti hanno deciso di prepararsi la Tusi da soli, modificandone la composizione originale con sostanze dall’alto potenziale di dipendenza. Di conseguenza, i costi del 2C-B sono declassati, estendendo così la platea di acquirenti, ma anche incrementando i potenziali rischi psico-fisici. Di cui i nuovi consumatori non sono però abbastanza consapevoli, avendo un falso senso di sicurezza riguardo a tale droga, originariamente e comunemente associata alla “brava e ricca gente”.
Boom di Tusi in Europa, anche in Italia piove polvere rosa
Ormai ampiamente diffusa, più economica ed accessibile a diversi gruppi socioeconomici, Tusi ha perso il suo status di droga elitaria. Eppure la cocaina rosa continua ad attrarre. Vuoi per la sua immagine esotica e la particolarità della sua colorazione. Vuoi per la curiosità dell’esperienza sensoriale psichedelica che ne consegue. Dopo la pandemia infatti i consumi sono schizzati alle stelle: mai così tante vendite di pink drug come nel biennio 2022-2023. Anche in Europa la proliferazione, non ancora paragonabile a quella del Sud America, è in progressivo aumento. Dal primo sequestro avvenuto in Spagna nel 2016, fino ai più recenti ritrovamenti in Gran Bretagna e Italia, in cui Tusi viene ancora considerata una novità afrodisiaca ed esclusiva, e per questo venduta a prezzi elevati.