Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? In collaborazione con Irpi Media è stata pubblicata un’inchiesta sulle molestie nel giornalismo italiano, con particolare attenzione ai percorsi di formazione. A seguito dei dati rilevati, l’Ordine dei Giornalisti ha introdotto un nuovo Codice etico e di comportamento per le scuole di giornalismo.
È di Francesca Candioli, Roberta Cavaglià e Stefania Prandi l’inchiesta sulle molestie nel mondo del giornalismo, realizzata in collaborazione con il collettivo Espulse e IrpiMedia. Le ricerche si concentrano soprattutto sui percorsi di formazione e mostrano che la metà del campione ha assistito o saputo di molestie sessuali e verbali, tentate violenze sessuali, atti persecutori, stalking, ricatti e discriminazioni di genere. Inoltre circa un terzo (33%) ha descritto nel dettaglio, con nomi e cognomi, gli abusi subiti.
Proprio a seguito di questa segnalazione, accompagnata da un vademecum su come riconoscere la violenza nei luoghi di formazione redatto dall’avvocata penalista Virginia Dascanio, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato un nuovo Codice etico e di comportamento delle scuole di giornalismo, che diventerà parte integrante delle convenzioni con i master delle scuole di giornalismo convenzionate con l’Ordine.
Sul sito ufficiale dell’Ordine dei Giornalisti si legge infatti: “Dopo la presentazione ai presidenti regionali e la successiva approvazione da parte del comitato esecutivo, il codice è stato sottoscritto da tutti i direttori delle scuole di Giornalismo convenzionate con l’Ordine. L’esigenza era nata in seguito all’inchiesta di IrpiMedia sulle molestie subite da alcune studentesse delle scuole di giornalismo. Nonostante non ci siano state denunce l’esecutivo ha ritenuto opportuno individuare misure preventive che impediscano il verificarsi di tali eventi in futuro”.
Per aumentare la sicurezza negli ambienti di formazione per la professione giornalistica è stato istituito un canale di segnalazione anonimo. Ogni scuola di giornalismo, una volta raccolta la comunicazione, ha il compito di comunicarla tempestivamente all’Ordine, pena la revoca della convenzione biennale. Inoltre in ogni ambiente formativo sarà organizzato un corso di formazione di due ore sulle molestie rivolto a studentesse e studenti.
Per rimarcare l’importanza di un ambiente didattico sicuro, all’art. 1 si ricorda che “la gravità della molestia è maggiore qualora sia compiuta dal personale docente, tutor compresi, ed amministrativo nei confronti degli studenti iscritti alle Scuole di formazione di giornalismo. La molestia perpetrata nei confronti dello studente iscritto è considerata tale anche se attuata al di fuori del luogo fisico ove si svolgono le lezioni e riveste particolare gravità se attuata nelle redazioni dove si svolgono gli stage”, proprio per via della disparità di potere tra chi studia per diventare giornalista e chi ha già il titolo e anni di esperienza.