Perché leggere questo articolo? Ci sono nuovi sviluppi sul caso Unabomber, riportano i quotidiani. Un caso di cronaca nera che ormai ci accompagna da decenni, ma e non è l’unico. Un trend che spiega il boom dei podcast di genere crime
La “nera” ha sempre novità, anche a distanza di anni
“Ci potrebbero essere una novità sul caso di Unabomber”, l’attentatore che creò il panico nel Nordest fra il 1994 e il 2007. Potrebbe avere finalmente un volto dopo che sono stati acquisiti elementi utili grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici di ultima generazione. Dagli esami, scrive l’Agi, sarebbero emerse tracce di dna mitocondriale presente sui reperti trovati nelle zone degli attentati. A questo punto si dovrà procedere con la comparazione del profilo genetico dei sospettati. Trentuno, per la precisione. Undici sono gli indagati della precedente inchiesta, venti sono invece le persone coinvolte che non risultano indagate.
Gli attentati di Unabomber
I reperti ì, riferisce ancora l’Agi, si riferiscono agli attentati dal 1994 al 1996 e dal 2000 al 2006 nelle province di Pordenone, Udine, Treviso e Venezia. Analisi che si sono soffermate su formazioni pilifere trovate in una bomboletta di stelle filanti, un tubo, un uovo, e su nastri isolanti presenti in alcune confezioni di pomodoro e di maionese. I controlli sono poi proseguiti sui rilievi dattiloscopici, su un inginocchiatoio, una scatoletta di sgombro, un congegno nascosto sotto la sella di una bicicletta, e una bottiglia di Coca Cola. .
I dubbi dell’avvocato dell’indagato
L’unico indagato è stato un ingegnere di Azzano Decimo, Elvo Zornitta, ma Unabomber aveva continuato a colpire anche nei due anni in cui l’uomo era sotto il controllo delle forze dell’ordine, dopo che erano stati riscontrati ben 17 elementi a suo carico. Zornitta fu tra i principali indagati nella prima inchiesta archiviata nel 2009. Maurizio Paniz, legale di Zornitta, ha espresso tutta la sua contrarietà rispetto a quanto è stato riportato nei giornali.
“E’ inconcepibile che escano notizie che hanno determinato le pagine dei giornali di oggi e la difesa non ne sappia niente. Mi fa sorridere il fatto che i giornali scrivano ‘fitto riserbo degli investigatori’, mi chiedo allora come siano uscite queste notizie”. L’avvocato si è sempre detto “felicissimo di qualsiasi indagine, di qualsiasi approfondimento”, ma sulla conservazione dei reperti nutre “significativi dubbi perché in questi anni le manipolazioni possono essere state molteplici e quindi non credo sia stata garantita la conservazione”.
Diciassette anni di “scottanti novità” per Elisa, 24 per Denise
In Italia ci sono casi di cronaca nera che periodicamente riemergono grazie a “scottanti novità”, “testimoni” di cui si ignorava l’esistenza (a volte sono solo mitomani), e il cui ciclo può durare anche decenni.
Lo abbiamo visto col caso di Elisa Claps, la a studentessa di sedici anni scomparsa Potenza il 12 settembre 1993 e uccisa per mano di Danilo Restivo. In quel caso è stata la caparbietà con la quale la famiglia della ragazza non si è arresa e l’aver avuto dalla propria parte nella ricerca della verità Federica Sciarelli e la corazzata di Chi l’ha visto? a non far calare il sipario sulla vicenda, conclusasi con il ritrovamento dei resti di Elisa nel sottotetto della Santissima Trinità, in pieno centro a Potenza, diciassette anni dopo, il 17 marzo 2010.
Altro caso che periodicamente torna alla ribalta della cronaca è quello di Denise Pipitone, la bambina di quattro anni scomparsa a Mazara del Vallo il primo settembre 2004. La mamma di Denise, Piera Maggio, è tornata a parlare di un nuovo probabile avvistamento di una donna che potrebbe essere Denise giusto la scorsa settimana.
I casi di nera sezionati e rivisitati
Se nei due casi – Elisa e Denise – serviva (serve) tenere viva l’attenzione su fatti che rischierebbero di cadere nel dimenticatoio, ci sono fatti di cronaca nera, che, apparentemente risolti e archiviati, continuano a venire “sezionati” e rivisitati. Se Olindo Romano e Rosa Bazzi, la coppia della strage di Erba, è sui giornali perché è stata chiesta la revisione del processo che li ha condannati all’ergastolo, periodicamente qualcuno “resuscita” il Mostro di Firenze, con la sua catena di omicidi, o le gesta di Donato Bilancia, il serial killer di “diciassette omicidi per caso”. Contribuisce alla riproposizione di casi di nera certamente anche il boom dei podcast: tra i più ascoltati infatti ci cono quelli crime, come Indagini di Stefano Nazzi, Elisa True Crime di Elisa De Marco, Demoni urbani di Carlo Lucarelli, Delitti invisibili di Elisa De Marco.