Home Politics Geopolitics L’austerità della Germania colpisce l’Ucraina: dimezzati gli aiuti militari

L’austerità della Germania colpisce l’Ucraina: dimezzati gli aiuti militari

Via libera La diminuzione degli aiuti all’Ucraina riflette l’orientamento del governo tedesco verso una maggiore austerità fiscale, necessaria per mantenere l’equilibrio politico all’interno della coalizione di governo. Questa scelta potrebbe avere ripercussioni significative sulla capacità dell’Ucraina di sostenere le proprie difese e, più in generale, sull’equilibrio geopolitico europeo. La Germania, che fino ad ora ha rappresentato uno dei principali sostenitori dell’Ucraina, potrebbe ora ridurre il proprio impegno, influenzando anche le dinamiche di supporto da parte di altri Paesi europei. GERMANIA all'Ucraina per colpire in Russia? Non vuol dire una svolta nella guerra...

Nella giornata del 17 luglio, il governo della Germania ha presentato il primo documento programmatico sul bilancio del Paese per il 2025, orientato all’austerità. Il governo di Berlino si è mosso dopo un lungo negoziato per tagliare spese e costi ritenuti eccedenti le capacità d’azione del Paese in tempi incerti. I piani mostrano sviluppi particolari rivelando soprattutto che gli aiuti militari all’Ucraina saranno ridotti del 50%.

Da 8 a 4 miliardi, si dimezza il fondo tedesco per Kiev

Da 8 miliardi di euro i fondi per Kiev nel 2025 si dimezzeranno scendendo a soli 4 miliardi di euro. Questa decisione di ridurre gli aiuti, riportata per prima da Reuters, risolve sostanzialmente rebus dell’inaspettato accordo di bilancio della coalizione tedesca. Tale accordo era stato raggiunto dopo una lunga sessione notturna di trattative due settimane fa, in cui i Liberali del Fdp avevano esercitato forti pressioni sui socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz e sui Verdi per accelerare i tagli alla spesa pubblica.

La diminuzione degli aiuti all’Ucraina riflette l’orientamento del governo tedesco verso una maggiore austerità fiscale, necessaria per mantenere l’equilibrio politico all’interno della coalizione di governo. Questa scelta potrebbe avere ripercussioni significative sulla capacità dell’Ucraina di sostenere le proprie difese e, più in generale, sull’equilibrio geopolitico europeo. La Germania, che fino ad ora ha rappresentato uno dei principali sostenitori dell’Ucraina, potrebbe ora ridurre il proprio impegno, inflenzando anche le dinamiche di supporto da parte di altri Paesi europei.

La nuova austerità della Germania

Come ricorda Politico.eu, Berlino chiede che ora l’assistenza a Kiev avvenga maggiormente sul fronte comune dell’Unione Europea. Infatti, “Berlino ha fatto di più per l’Ucraina in generale rispetto a qualsiasi altro paese europeo. Oltre a migliaia di colpi di artiglieria e veicoli blindati, il governo ha fornito un aiuto sostanziale per la difesa aerea e altri sistemi. Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha spinto altri Paesi a fare lo stesso, soprattutto per quanto riguarda la difesa aerea”. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dell’Fdp, tiene il punto: “La flessibilità fiscale della Germania è significativamente limitata dal suo  freno costituzionale al debito , che limita il deficit federale allo 0,35 percento del PIL, tranne in periodi di emergenza. Lindner ha resistito a dichiarare guerra all’Ucraina in una tale emergenza”.

Questo cambiamento nella politica di bilancio tedesca avviene in un contesto di crescente pressione economica e politica all’interno del Paese, con l’obiettivo di contenere la spesa pubblica e rispondere alle esigenze di una coalizione eterogenea. L’attenzione della Germania si sposta così verso una gestione più rigorosa delle risorse, che potrebbe limitare la sua capacità di intervenire in situazioni di crisi internazionale come quella ucraina.

Insomma, l’Ucraina appare, in quest’ottica, un sacrificio necessario. La solidarietà europea, insomma, dura finché altre esigenze non emergono davanti a quelle dell’Ucraina aiutata da oltre due anni da Paesi come la Germania. Che si preparano, complice il rigore contabile, a tirare i remi in barca. Senza per questo necessariamente giovare alle loro economie.