L’appoggio a Israele, dopo l’attacco di Hamas, non è unanime. Nel mondo come in Italia. Dove agisce, storicamente, una galassia di sigle, partiti, correnti e associazioni radicali di sinistra, lontane dal Pd e dalle forze parlamentari, he, pur ripudiando la guerra, si schierano sulla linea filo-palestinese. Un’ampia cerchia di movimenti e partiti che da decenni sostengono “l’autodeterminazione del popolo palestinese“. Critici contro la presunta invadenza dello stato Isrealiano.
Potere al Popolo: “La ribellione è di tutto il popolo palestinese, di tutte le sue organizzazioni, contro l’occupazione israeliana”
Scritte pro-Palestina, del resto, si possono facilmente notare sulle porte di centri sociali, le bandiere verdi svettano nelle manifestazioni di area radicale. Non manca, quindi, un movimento come “Potere al Popolo”. Giorgio Cremaschi, responsabile nazionale, spiega a True-News.it: “Tutti i giornali parlano oggi di Hamas, un’organizzazione sicuramente integralista, ma è bene ricordare che la ribellione è di tutto il popolo palestinese, di tutte le sue organizzazioni, contro l’occupazione israeliana“.
Già poche ore dopo l’attacco, la pagina social del movimento aveva dichiarato, nero su bianco, la sua appartenenza: ” Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono. Parafrasiamo Brecht perché di fronte alle dichiarazioni di sostegno dei politici nostrani (da Fratelli d’Italia al PD, nessuna differenza) al governo israeliano per l’operazione lanciata oggi dalla resistenza palestinese, nessuno ha il coraggio di dire quello che tutti sanno e che viene costantemente riportato nei bollettini delle Nazioni Unite, nell’ultimo report di 280 pagine di Amnesty International sui crimini di guerra del governo e dell’apparato militare israeliano, nelle quotidiane testimonianze di centinaia di ONG internazionali presenti nel paese”.
Cremaschi (Potere al Popolo): “Israele ha imposto una sorta di apartheid”
Il responsabile nazionale, Giorgio Cremaschi, spiega il punto di vista del movimento: “Tutti noi proviamo orrore e dolore per i ragazzi morti in Israele, le cui foto riempiono le tv e le pagine dei giornali. Ma anche per tutti i bambini palestinesi uccisi dall’occupazione israeliana. Di cui non si parla sulla stampa. Contestiamo il doppio standard dell’Occidente che ha vittime di Serie A, di B finanche di Z. Quella israeliana è un’occupazione che dura da settant’anni ma che, in questi ultimi anni, si è fatta più feroce perchè, anche nei territori che non dovrebbe occupare, ha imposto una sorta di feroce apartheid.
La posizione secca di PaP: “Noi siamo con i palestinesi, senza se e senza ma”
Cremaschi parla di una precisa scelta di campo: “Noi stiamo con i palestinesi, senza se e senza ma. Finchè non si risolve il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato, una propria patria indipendenti, non ci sarà nessuna vera giustizia per tutti i popoli del mondo. L’Occidente alimenta il neo-colonialismo di Isreaele e si contrappone a gran parte dell’umanità”.
Unione Popolare: “Giustizia per i popoli oppressi, contro la narrazione vergognosa del potere”
Dello stesso parere Unione Popolare. In un post su Facebook, vengono riprese, dopo l’attacco, le parole del portavoce, nonchè ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, pronunciate all’assemblea per la pace, la terra e la dignità.
Il post è eloquente: “Oggi più che mai dobbiamo chiedere giustizia per i popoli oppressi, contro la narrazione vergognosa del potere. Solo con la creazione di un libero Stato di Palestina potrà finalmente esserci una coabitazione pacifica tra popolo israeliano e palestinese.
La manifestazioni e le sigle pro Palestina da Roma a Milano
Potere al Popolo e Unione Popolare solo solo la punta dell’iceberg di una vasta pletora di associazioni filo-palestinesi. Che, nell’aprile 2021, in occasione del riacuirsi del conflitto, hanno sfilato a Milano, capeggiati dall’associazione Gaza FreeStyle. Il Manifesto raccontava di “seconde e terze generazioni, italiani accanto ad altri italiani, giovani, meno giovani, movimenti del territorio, centri sociali” e riportava della presenza del “rapper Ghali e di anziani e giovani palestinesi che raccontano la loro storia, la loro duplice identità, la loro diaspora”. Nel maggio dello stesso anno, le giovani generazioni palestinesi hanno manifestato anche a Roma. Presenti anche alcuni partiti di sinistra: oltre a Potere al Popolo, anche il Partito comunista dei Lavoratori), Stefano Fassina e Nicola Fratoianni, attuale segretario di Sinistra Italiana, le Madri di Roma città aperta, la Fiom, l’Usb e l’Anpi.
L’estrema destra, Primato Nazionale: “Appoggiare – quanto meno, in modo così acritico – non è negli interessi italiani”
Ma dalla parte della Palestina non ci sono solo movimenti rossi. Sul versante delle destre radicali, Il Primato Nazionale, che si definisce “quotidiano sovranista” parla oggi, in un editoriale di Stelio Fergola, degli effetti negativi dell’appoggio, acritico, a Israele: ” Ecco perché, per essere estremamente sintetici, appoggiare Israele – quanto meno, in modo così acritico – non è negli interessi italiani. Come non lo è degli europei. Una situazione su cui avevano riflettuto a ragion veduta perfino i realisti statunitensi, quali John Mearsheimer e Stephen M. Walt nel loro celebre The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy, pubblicato nell’ormai lontano 2008. La sintesi era la medesima: con il Medio Oriente conviene dialogare. Questo ben oltre la condanna morale della “operazione israeliana”, già di per sé difficilmente difendibile“.
Insomma, mentre le forze politiche più rappresentative seguono la linea comune pro Israele, negli ambienti più radicali, rossi e neri, si sostiene una tesi opposta. Favorevole alla Palestina in un annoso conflitto che, fuori da ogni opinabile posizione strategica e ideologica, di certo ha soltanto la scomparsa di vite di poveri civili.