Perché leggere questo articolo? In Israele non sta avendo luogo la solita guerra per procura. Perché a fare ombra ad Hamas si trovano interessi vasti e differenti. Dall’Iran, passando per la Russia di Putin e la Cina di Xi.
Il 7 ottobre verrà ricordato come il giorno dello scoppio della competizione tra grandi potenze in Terra santa. Uno scoppio travolgente, che in 48 ore ha lasciato a terra più di 1.500 morti e oltre 3.000 feriti. Sullo sfondo ci sono circa 130mila sfollati nelle Terre Palestinesi. Israele non sarà più lo stesso dopo aver subito questa Pearl Harbour in salsa mediorientale. E la questione palestinese rientrerà con forza nell’arena internazionale, con l’asse Mosca-Pechino nel ruolo di improbabile sponsor della battaglia di Hamas per l’autodeterminazione degli arabi di Terra santa.
Le manovre di Mosca e Pechino (e Teheran) con Hamas
Hacker russi. Armi cinesi. Addestratori iraniani. Questi sono i curiosi ingredienti della ricetta che ha permesso al non-stato Hamas di sferrare allo stato-caserma Israele un attacco a sorpresa destinato a rimanere negli annali di storia e nei manuali delle guerre irregolari e asimmetriche. Mosca è fortemente sospettata di aver accecato le difese cibernetiche di Tel Aviv lungo il confine israelo-palestinese negli istanti precedenti all’inizio dei combattimenti, mossa che ha permesso ai soldati di Hamas di trasporre il copione in realtà, mentre i suoi eserciti ibridi, come il gruppo hacker Killnet, hanno dichiarato (cyber)guerra al governo Netanyahu attraverso i loro canali, rendendosi protagonisti di cyber-attacchi a obiettivi mediatici e governativi israeliani.
Tehran ha assistito Hamas occupandosi di addestrarne i soldati alle ultime tattiche e tecniche della guerra non convenzionale, contrabbandando armi nella Striscia di Gaza e inviando materiale per la costruzione e il montaggio di razzi e droni casarecci. Quella che Hamas ha chiamato l’operazione Alluvione al-Aqṣā sarebbe stata più complicata da attuare in assenza del cyber-supporto di Mosca, ma forse non sarebbe mai esistita senza Tehran.
L’ultimo elemento dell’equazione è Pechino, le cui armi si trovano in inusuale abbondanza nell’arsenale di Hamas e il cui sistema mediatico sta coprendo gli eventi promuovendo una narrazione simpatetica nei confronti dei palestinesi. Dietro al solito contrabbando e alla solita retorica antioccidentale, questa volta, potrebbe esserci (molto) di più. Potrebbe esserci la volontà di tornare in Terra santa come ai tempi della Guerra fredda, quando il Pcc figurava tra i principali armieri dell’Olp e quando i suoi proxy, come l’Armata rossa giapponese, consumavano attentati in Israele.
Gli interessi della Cina nella triade mediorientale
La Russia non ha interesse a muovere una guerra per procura a Israele, col quale condivide un poroso confine – la Siria – e al quale è pragmaticamente legata da ragioni economiche e politiche, ma calcoli politici e obiettivi convergenti con Iran e Cina, alleati nella battaglia per la transizione multipolare, hanno gettato le basi per un dialogo potenziato con Hamas.
Per Russia, Cina e Iran, convitati di pietra al tavolo della questione palestinese, Hamas è un mezzo per un fine. Il sabotaggio dell’agenda mediorientale degli Stati Uniti. Avere relazioni privilegiate con Hamas, legame-ponte per raggiungere i Fratelli musulmani, equivale a entrare in contatto con quel cosmo transnazionale che è l’Islam politico. L’Islam politico è, a sua volta, un potente fattore di influenzamento pubblico e politico in tutta la umma. Ma in particolare nel mondo arabo, che serve al triangolo Mosca-Pechino-Tehran per promuovere la transizione verso il multipolarismo.
Le grandi potenze che si avvantaggiano con Hamas
L’Iran è nelle Terre palestinesi per colpire Israele, suo avversario da costituzione. Ridare linfa vitale al boccheggiante progetto dell’Asse della resistenza e per autopubblicizzare la propria candidatura a potenza-guida dell’islamosfera. La Russia è a fianco dei palestinesi e dei loro portavoce, da Hamas all’Anp, per punire Israele per la scelta di campo in Ucraina e per colpire indirettamente gli Stati Uniti. La Cina arma Hamas perché non dimentica Du Wei e perché nei BRICS+ sarà presente tanto Islam. La competizione tra grandi potenze è appena sbarcata in Terra santa e premette e promette di sconvolgere il Medioriente.