La rotta del Capo di Buona Speranza e il “ritorno” a Vasco da Gama che contraddistingue i commerci internazionali sono minacciati dalla pirateria nel Golfo di Guinea? Come se non bastasse la minaccia degli Houthi, sostanziatasi con l’attacco a mercantili greci e britannici nel Mar Rosso, resta la spada di Damocle dell’Africa occidentale. Dove le navi che transitano attraverso il periplo dell’Africa si trovano ad incontrare la prospettiva della pirateria locale.
Perché sale l’allarme
A febbraio Arsenio Dominguez, capo dell’Organizzazione Marittima Internazionale, ha ricordato che la minaccia della pirateria incombe sulle navi deviate dalla rotta del Mar Rosso. L’International Maritime Organization, ricorda il Financial Times, “ha avvertito le compagnie di navigazione di essere in massima allerta per la pirateria al largo delle coste africane dopo che i sequestri di navi negli ultimi mesi hanno sollevato preoccupazioni che le deviazioni dal Mar Rosso e dal Canale di Suez”.
Questo ha spinto a una crescita del livello di allarme per le aree marittime supervisionate dai Paesi della Commissione del Golfo di Guinea: Angola, Camerun, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Sao Tomé e Principe.
Gruppi criminali, organizzazioni paramilitari e apparati deviati degli Stati locali alimentano da oltre un decennio una rete di attività illegali come il traffico di armi e droga, la pesca illegale e l’assalto alle navi a fini di rapina. Visto il declino della pirateria di al-Shabaab in Somalia, tra il 2020 e il 2023 il Golfo di Guinea, ricorda Maritimafrica, è diventato uno degli epicentri globali della pirateria: “un terzo di tutti gli attacchi di questo tipo e più del 95% dei 135 sequestri di naviglio registrati sono avvenuti in questa regione” nel triennio considerato.
L’ascesa della pirateria
L’International Maritime Bureau ricorda che nel 2023 in particolare il Golfo di Guinea è stato superato solo dallo stretto di Singapore per impatto delle attività piratesche contro mercantili. Un tema fondamentale degli assalti è dovuto principalmente al fatto che i mercantili spesso devono aspettare a lungo fuori dai porti in caso di attracco e diventano vulnerabili agli assalti per la ridotta capacità logistica degli scali dell’Africa occidentale e, al contempo, non sempre è garantita la scorta militare.
In quest’ottica, l’aumento degli scali dovuto alla crescita della rotta del Capo di Buona Speranza, che segna +75% in tre mesi nelle prospettive di impegno delle tratte navali in questione, alza l’asticella del focus securitario sull’area. E invita a prendere in considerazione due possibili soluzioni che riguardano, da vicino, un ruolo diretto o meno dell’Italia nel garantire la sicurezza nell’area.
Il ruolo dell’Italia nella lotta alla pirateria
Come si è ricordato su Money.it, infatti, l’Italia è attiva nella protezione anti-pirateria delle navi alla guida dell’Operazione Gabinia dedicata alla tutela dei traffici commerciali che pre-esiste la crisi di Suez. Avente alla guida la nave della Marina Militare “Comandante Foscari”, la missione è strategica in questa fase, specie dopo il via libera ufficiale al coinvolgimento in Aspides nel Mar Rosso.
“L’Italia potrebbe essere l’ideale gendarme dei traffici ai due estremi della lunga parabola che, dal Corno d’Africa al Golfo di Guinea, i mercantili devono percorrere per doppiare il Capo di Buona Speranza e passare dall’Oceano Indiano all’Atlantico”, si scriveva su Money.it a gennaio. Combinando Aspides con “l’Operazione Atalanta a Est del Corno d’Africa oltre che nel Mar Rosso da un lato, l’operazione Gabinia contro la pirateria nel Golfo di Guinea e la presenza di assetti italiani in più zone dell’Africa, dal Niger a Gibuti” Roma ha la possibilità di blindare il suo “Piano Mattei” difendendo i commerci e la proiezione nazionale.
Anche Aponte e Msc in campo
Inoltre, italiane (almeno di nascita) sono le identità di Gianluigi Aponte, titolare di Msc che ha blindato in Svizzera la sua azienda leader nella logistica e nei container. Da un anno e mezzo Aponte, con Msc, ha acquisito gli scali della francese Bolloré Logistics proprio in Africa occidentale. Scali oggi divenuti decisivi come hub intermedio nelle rotte tra Oceano Indiano, Oceano Atlantico, Mar Mediterraneo e Europa. Anche i suoi investimenti torneranno a essere cruciali e strategici. Nel concetto della “sicurezza collettiva” che è militare, geopolitica e commerciale, tutto si tiene. La deterrenza anti-pirateria così come la stabilità delle basi. L’Italia è, sostanzialmente, il gendarme anti-pirateria nell’area. Qualcosa poco noto al grande pubblico. Ma che è importante ribadire ora che la sicurezza dei commerci è vitale per la sicurezza economica nazionale e continentale.