Home Esclusiva True Il rimpasto di Putin, tra tecnocrati e generali. Maddaluno: “Shoigu non è stato retrocesso”

Il rimpasto di Putin, tra tecnocrati e generali. Maddaluno: “Shoigu non è stato retrocesso”

Il rimpasto di Putin, tra tecnocrati e generali. Maddaluno: "Shoigu non è stato retrocesso"

Vladimir Putin ha deciso il rimpasto di governo sostituendo dopo dodici anni Sergej Shoigu, Ministro della Difesa che ha comandato la presa della Crimea, le guerre mediorientali e l’invasione dell’Ucraina, e avviando il suo quinto mandato con volti nuovi. La Russia si blinda con un’ascesa di tecnocrati a posizioni strategiche. E per l’analista geopolitico e militare Amedeo Maddaluno, esperto di spazio post-sovietico e advisor di Parabellum&Partners, bisogna partire da un dato di fatto poco sottolineato: Putin non ha, come scritto da diverse testate, “retrocesso” Shoigu.

Maddaluno, si dice che Shoigu sia stato retrocesso. Ma è così?

“Shoigu non è stato retrocesso e non ha subito un promuoveatur ut amoveatur. Semmai, è stato portato ai vertici del Consiglio di Sicurezza Nazionale, un ruolo di prestigio. Al suo vertice c’era Nikolaj Patrushev, figura di elevata rilevanza come eminenza grigia di Putin. Insomma, Shoigu resta al centro dell’architettura della sicurezza nazionale russa”.

E del resto, questi anni hanno dimostrato la sua centralità…

“Shoigu, lo ricordiamo, non viene dall’esercito, ma da un organo paramilitare: è un generale dell’equivalente russo della protezione civile. Dunque si, un uomo in uniforme ma non un membro della cerchia ristretta dell’esercito, che però ha il massimo rispetto di Putin di cui è un fedelissimo. E questo va ricordato: si è preso anche il ruolo di parafulmine degli insulti della Wagner e dei nazionalisti arrabbiati all’inizio della guerra in Ucraina. Shoigu dunque sicuramente non è stato retrocesso, e se non una promozione parliamo comunque di un riconoscimento della sua centralità nello Stato.

Come cambia la Difesa dopo l’avvicendamento deciso da Putin?

“Al vertice della Difesa russa va Andreij Belousov, figura a noi non nota ma tecnico di elevata competenza, uomo di formazione matematico-economica con la cui nomina Putin segnala che l’industria della Difesa sarà al centro della strategia dei prossimi anni. Una Russia che si prepara a stare in trincea dopo essersi entrata e che deve essere gestita con grande competenza. Parliamo della rivincita dei tecnici sugli ultranazionalisti. Il premier Mishustin e la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina sono di questo stesso filone. Non è nemmeno la prima volta di un tecnico alla Difesa: Anatolij Serdjukov guidò il dicastero prima di Shoigu, dal 2007 al 2012, e teorizzò la razionalizzazione delle forze armate. Quando Putin vuole riordinare le stanze dei bottoni, nomina tecnici competenti. E ha diverse figure a disposizione per questi ruoli”.

Resta incerta la futura carriera di Nikolaj Patrushev, l’uomo di cui Shoigu prende il posto. Che ruolo gioca nel sistema-Putin?

“Patrushev è il super-falco per eccellenza, e Putin lo terrà nel giro come consulente del Cremlino. Non ha deciso lui l’avventura ucraina, ma l’ha appoggiata e incoraggiata calorosamente. Fino a poco tempo fa si parlava di una dinastia famigliare: Dmitrij, il figlio di Patrushev, è in costante ascesa. E, lo ricordiamo, viene dal Ministero dell’Agricoltura. Già poltrona per il potere di molte figure di peso in passato. Per citare i più noti: Krushev, Gorbaciov, Eltsin”

Che futuro si vede per Dmitrij Patrushev?

“Esce il padre, entra il figlio: Dmitrij Patrushev nel rimpasto di governo è divenuto vice-primo ministro. La sua figura è tra quelle su cui si pensa il potere russo possa puntare in futuro e, anche se tolti dai riflettori, gli ultranazionalisti come Patrushev padre, ex ufficiale del Kgb, sono tenuti buoni con l’avvicendamento famigliare. Nikolaj Patrushev con la nomina a consigliere di Putin resta nel giro, ma la promozione del figlio è una notizia di peso”