Le conseguenze del voto in Russia sono al centro della discussione di tutti i tabloid internazionali come lo sono, a livello nazionale, le parole di Stefano Valdegamberi, Consigliere regionale in Veneto attualmente nel gruppo Misto.
Valdegamberi è stato in Russia in qualità di osservatore durante le elezioni e abbiamo pensato di chiedergli alcuni chiarimenti in merito al suo viaggio e alle successive ripercussioni mediatiche che si sono verificate in Italia. Ecco cosa ci ha raccontato.
Cosa ne pensa del sistema di voto russo? Andrebbe applicato anche in Italia?
Le modalità di voto sono più evolute, nel senso che non c’è solo la possibilità di votare con il classico sistema cartaceo ma anche con il voto elettronico il cui risultato è collegato al seggio in cui è residente l’elettore. Esperti informatici internazionali hanno posto una serie di quesiti tecnici per verificare la validità e la correttezza di questo sistema. Non sono un tecnico per poter dare giudizi su questo ma tutti i dubbi sollevati ho visto sono stati chiariti dai responsabili tecnici del servizio elettorale. Gli ho proposto si sottoporlo all’esame delle autorità italiane perché fosse adottato anche in Italia visto che su questo siamo all’anno zero mentre altrove, anche in Europa, si applica.
Secondo lei Putin è veramente apprezzato dalla popolazione della Russia?
A me interessava capire, al di là di tutto, se l’espressione emersa dal voto rispecchiasse realmente la volontà degli elettori russi. Per questo ho fatto, su consenso degli interessati, molte interviste, alcune anche filmate. Ho trovato anche indicazioni di dissenso da parte di alcuni che avrebbero voluto anche altri candidati e che, come protesta mi dissero che avrebbero fatto annullare le schede rendendo nullo il loro voto. Ho verificato in due seggi della capitale dove ero presente allo spoglio i voti nulli: erano del 3% circa. Da tutti gli elementi raccolti non posso dire che la maggioranza dei russi non sta dalla parte di Putin, che piaccia o meno. Inoltre il risultato era in linea di massima coerente con le risposte alle mie interviste fatte anche con domande trabocchetto: il mio obiettivo personale era verificare la vera volontà popolare.
Quale obiettivo voleva raggiungere con questo viaggio?
Il risultato delle elezioni era in linea di massima coerente con le risposte alle mie interviste fatte anche con domande trabocchetto: il mio obiettivo personale era verificare la vera volontà popolare.
Perché è stato scelto come osservatore durante questa tornata elettorale in Russia?
Anni fa chiesi di poter essere inserito in un elenco di osservatori, inviando il curriculum, presso la Camera Civica Russa, un’istituzione di garanzia e controllo. E’ la seconda volta che partecipo ad una competizione elettorale in Russia. Ho ricevuto l’invito per essere presente e, dopo alcune titubanze iniziali, ho deciso di andare: volevo cogliere l’occasione per farmi un’idea personale e non per sentito dire. Ho avuto esperienze di presidente di seggio in Italia e ho partecipato a molte competizioni elettorali in Italia. In Russia ho trovato con professori universitari, parlamentari e politologi da diverse parti del mondo. Nel mio gruppo avevo un professore neozelandese, un funzionario Onu americano, parlamentari dell’India e Sri Lanka, un malese e un cittadino del Madagascar.
Come risponde a chi, dopo le sue dichiarazioni sulla Russia, ha chiesto le sue dimissioni?
Chi mi conosce sa che non sono corruttibile. Voglio solo che chi è chiamato a rappresentare un popolo sia realmente voluto dallo stesso e che il mandato non sia fittizio. Chi chiede le mie dimissioni è primo anti-liberale: sono stato eletto con 12.000 preferenze e non nominato. Il mio compito è cercare il bene del nostro Paese ed evitare i conflitti tra i popoli. Dobbiamo riconoscere, piaccia o non piaccia, la volontà popolare dei russi, diversamente diventeremo sempre meno credibili agli occhi di quella gente, che si convinceranno sempre più che Putin ha ragione.
Come vengono viste in Russia le posizioni dell’Italia su questo voto?
Le campagne russofobe in Occidente hanno avuto l’effetto di rafforzarlo: amici miei moscoviti prima critici verso di lui ora lo appoggiano senza se e senza ma. Eppure loro erano frequentatori e amanti dell’Italia, come del resto tutti i russi. Purtroppo viviamo una escalation che vuole individuare la Russia come nemico per portare ad uno scontro diretto: nessun accordo internazionale è stato rispettato, nemmeno quello sull’allargamento della Nato. Abbiamo seminato zizzania dividendo due popoli gemelli e le stesse famiglie per fomentare il conflitto sfociando in guerra. Lo stesso Stoltenberg ha dichiarato di aver rifiutato ogni accordo con la Russia nel 2022. La diplomazia non esiste più da anni e la corsa alle armi sembra l’unica risposta. Oggi i fondi, soprattutto americani, che controllano le industrie produttrici di armi stanno facendo profitti faraonici e tutto questo sul sangue della povera gente.
E sul sistema informativo occidentale? Cosa ne pensa?
Il sistema informativo occidentale scodinzola attorno agli interessi della grande finanza perché è in gran parte emanazione della stessa e spinge allo scontro. Spero che gli europei si rendano conto di questo, poi sarà troppo tardi per pentircene. Se non ci fermiamo ora ci avvicineremo sempre di più a una catastrofe mondiale.